Scenari

Sat e Iren “spazzate via” a Savona, un ko tecnico che spaventa i sindaci: ma sono davvero “scarse”? E il caso-scuola di Albenga

Il divario economico e tecnico tra le offerte fa storcere il naso a chi già dubitava dell'ambito unico. Ma è ancora presto per trarre conclusioni

Savona. “Questa non è una sconfitta ai punti, questo è un ko tecnico“. “Dopo una batosta del genere, qualche domanda sulle capacità di Sat ce la stiamo facendo“. Due sussurri, due sindaci (non diremo quali), la stessa preoccupazione: che affidare in toto la raccolta rifiuti di tutta la provincia (capoluogo escluso) a Sat non sia la scelta più giusta.

La gara di Savona per l’acquisizione del 49% di Sea-s (ex Ata) rischia di trasformarsi in un vero e proprio caso in provincia di Savona. Perché l’esito è di quelli in grado di scuotere dalle fondamenta il lavoro portato avanti a livello comprensoriale negli ultimi anni. C’erano tre soggetti in gara, e uno dei tre era considerato il “favorito”: una associazione temporanea di impresa tra Iren e Sat. Le risorse di un vero “colosso” più l’esperienza di una partecipata locale, che già conosce a menadito il territorio e destinata a monopolizzarlo con l’ambito unico: un binomio che pareva in grado di reggere qualsiasi urto.

E invece ha vinto l’altra Ati, quella che mette insieme Egea, Idealservice e Docks Lanterna. Ma non è la sconfitta in sé a preoccupare quei sindaci perplessi. E’ il modo in cui è maturata: una solenne batosta, almeno all’apparenza. Il divario tra le due realtà, in questa prima fase (ricordiamo che sono ancora in corso una serie di verifiche), è abissale: i vincitori hanno totalizzato 100 punti su 100, Iren+Sat non hanno raggiunto nemmeno un 68. Persino il terzo soggetto in gara, un consorzio, li ha surclassati con un 92. Una sconfitta su tutti i fronti. E se su quello economico possono esserci mille spiegazioni, il divario tra i punteggi sull’offerta tecnica è di quelli che fanno male.

IREN E SAT SONO “SCARSE”? UNA SCONFITTA DA SPIEGARE

Certo, potrebbero esserci spiegazioni diverse da quella più ovvia. La prima è che gli avversari potrebbero aver fatto un’offerta volutamente aggressiva per rimanere in un mercato dal quale, altrimenti, sarebbero usciti. Non è insolito nelle gare pubbliche: c’è addirittura chi sceglie di prendere un cantiere “in perdita” se pensa che possa rivelarsi un investimento utile in ottica strategica. Starà alle verifiche dei prossimi giorni stabilire se è tutto a posto o se le offerte migliori sono “troppo buone”, e quindi non sostenibili: se così fosse, Iren e Sat tornerebbero in gioco. Anzi, vorrebbe dire che la loro offerta non era “scarsa”, come sembra ora, bensì corretta.

La seconda spiegazione è che Iren e Sat abbiano sottostimato gli avversari. Che – pur avendo le risorse – abbiano fatto un’offerta inferiore agli altri perché convinti fosse sufficiente per vincere. In questo caso si tratterebbe di un errore di valutazione: anche perché, dal punto di vista economico, tra la vittoria e la sconfitta “ballano” 5 milioni di euro, poca roba per una big come Iren. Ma – anche qui – non sarebbe così scontato o corretto dedurne automaticamente una qualità del servizio non adeguata nel prossimo ambito unico. Anche perché è difficile che l’offerta tecnica per Savona sia farina del sacco di Sat, dato che Iren nell’Ati “pesa” per l’80%.

La terza spiegazione è che al duo non interessasse poi molto vincere. Che fossero disposti a prendere Savona solo a certe condizioni. E qui ci riallacciamo al punto 1: piuttosto che vincere Savona con uno scenario poco redditizio, meglio lasciar perdere.

L’ultima spiegazione possibile è che Egea e Idealservice fossero – in questo momento – in condizioni migliori per competere. Ricordiamo che con l’ambito unico le due aziende dovranno lasciare i Comuni in cui lavorano: Egea a Pietra Ligure e Loano, Idealservice a Cairo, Sassello e in diversi altri piccoli comuni nell’entroterra. Magari è per questo che l’offerta per Savona è vantaggiosa: alle due aziende basterebbe spostare nel capoluogo i mezzi oggi utilizzati in provincia. Mentre per Iren+Sat si tratterebbe di un nuovo cantiere, con conseguenti esborsi.

IL CASO-SCUOLA DI ALBENGA: Teknoservice vince il ricorso, ma il servizio è migliorato con Sat

C’è anche un altro aspetto che, sommato alla gara savonese, fornisce spunti di riflessione. Ed è quello di Albenga. Qui la raccolta rifiuti fino al 2018 era gestita da Teknoservice, finché il Comune ha acquisito una quota di Sat e scelto l’affidamento in house alla partecipata. Il problema è che Teknoservice ha fatto ricorso e il Tar gli ha dato ragione: il Comune – sostiene la sentenza – non avrebbe dimostrato la convenienza economica della soluzione in house. Una decisione confermata lo scorso luglio 2021 dal Consiglio di Stato. Da un lato, quindi, la lettura delle carte porrebbe ancora una volta un dubbio sulla convenienza economica nell’affidarsi a Sat.

Dall’altro lato c’è il feedback degli ingauni. Che con Teknoservice si lamentavano di continuo, e che oggi sono soddisfatti. Il contratto con la prima azienda era decisamente vantaggioso, ma all’atto pratico questo si era tradotto in un servizio peggiore. Tanto è vero che il sindaco Riccardo Tomatis (anche grazie alla decisione del Consiglio di Stato di non dichiarare inefficace l’affidamento diretto) ha fatto proseguire il servizio a Sat. Per inciso, l’affidamento doveva terminare la scorsa estate con l’entrata in funzione dell’ambito unico: ad oggi Albenga sta ovviando al ritardo provinciale con una serie di ordinanze-proroga del primo cittadino.

LE CONSEGUENZE DELLA GARA SAVONESE

L’esito di Savona, in ogni caso, potrebbe avere conseguenze a livello politico. Sì, perché i vincitori oggi gestiscono già alcune raccolte rifiuti in provincia: contratti che sono destinati a terminare con l’adozione di un unico soggetto, individuato proprio in Sat, che gestirà la raccolta in tutta la provincia (Savona esclusa). E così ci sono sindaci – soprattutto quelli che già nutrivano dei dubbi – nei quali, di fronte a quelle cifre, sta nascendo qualche perplessità. Una semplice domanda: “Perché dovrei rinunciare al mio gestore per passare a Sat, quando nel momento in cui sono stati messi a confronto il mio gestore lo ha battuto?”.

La gara che avrebbe dovuto portare in Sat anche l’unico Comune rimasto fuori (Savona), insomma, rischia invece di essere l’ariete che scardina la (già scarsa) convinzione di quelli che avevano aderito malvolentieri alla transizione. Per ora Pierangelo Olivieri (presidente della Provincia) e Monica Giuliano (sindaco di Vado Ligure, azionista di riferimento di Sat) hanno alzato gli scudi: “Si va avanti”, è il messaggio. Ma a ponente e nell’entroterra c’è chi sta già affilando le armi. Non sarà così semplice.

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