Nel mirino

Regionali 2020: Distilo patteggia per “corruzione elettorale”, Chirivì accusato di avergli sottratto voti

Il primo ha patteggiato 10 mesi ma difende il suo operato, mentre dal secondo è arrivato un “no comment”

 Diego Distilo e Alessandro Chirivì

Albenga. “Non sento di aver fatto danni o simili, anzi. Ho solo aiutato persone in difficoltà come ho sempre fatto. Rispetto magistratura e inquirenti, ma questo ennesimo colpo è davvero difficile da digerire”. 

Con queste parole Diego Distilo ha commentato, con evidente amarezza, l’indagine a suo carico per “corruzione elettorale” in relazione alle elezioni regionali 2020, in cui era candidato con Fratelli d’Italia. 

Secondo l’accusa, infatti, Distilo “avrebbe dispensato promesse elettorali di diversa natura a potenziali elettori in cambio del voto”. Difeso dall’avvocato Franco Vazio, ha scelto la strada del patteggiamento (10 mesi), ma ha comunque voluto difendersi dalle accuse ai microfoni di IVG.it.

“Premetto che rispetto profondamente il lavoro dei magistrati e delle forze dell’ordine. Inoltre, in questo momento, ho i miei bambini e il mio lavoro a cui dedicarmi e non ho né tempo né denaro sufficiente per sostenere un eventuale processo di questo tipo. Per questo abbiamo scelto di patteggiare. Ma sono davvero mortificato per quanto è accaduto”, ha affermato Distilo. 

“Sono in politica ormai dal 2001 e mai un’accusa come questa o simili era stata mossa nei mie confronti. Gli episodi contestati, inoltre, si riferiscono tutti ad un periodo pre elettorale e in piena pandemia. Ho solo aiutato persone in difficoltà come ho sempre fatto e ho condotto, come nel mio stile, la campagna elettorale più umile possibile. Non posso che pensare che si sia trattato di un grande fraintendimento”, ha concluso. 

E l’indagine riguardante Distilo, benché diversa, si intreccia, volente o nolente, con quella che vede indagato Alessandro Chirivì, esponente di Fratelli d’Italia, accusato di “aver alterato i risultati elettorali relativi proprio alle Regionali 2020”. Tutto sarebbe nato da una intercettazione telefonica e, secondo l’accusa, Chirivì “avrebbe ‘sottratto’ di fatto alcune decine di voti” riservati proprio a Distilo. 

Una situazione molto particolare se si pensa che Distilo, che ha ottenuto 1.152 preferenze alle Regionali, non è riuscito ad entrare in Regione proprio per un manciata di voti. 

Mentre Chirivì dal canto suo, contattato dalla redazione di IVG.it, ha preferito la strada del “no comment” senza rilasciare dichiarazioni in merito, in attesa dell’esito delle indagini, Distilo si è lasciato andare ad un commento amaro anche su questa vicenda: “Io non sono stato eletto in Regione per pochissimi voti. Non so cosa sia accaduto, solo le indagini lo dimostreranno, ma quanto emerso mi lascia con l’amaro in bocca. Forse poteva essere tutto diverso”. 

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