Niente da fare

Referendum sull’eutanasia, “no” della Consulta: “Non rispecchia i diritti minimi della Costituzione”

La bocciatura ieri dopo oltre 2 ore di discussione. Non sono bastate le oltre 1,2 milioni di firme raccolte

Letto ospedale generica

Italia. Niente da fare: il referendum sull’eutanasia è stato etichettato come “inammissibile” e bocciato dalla Consulta. Non sono bastate le oltre 1,2 milioni di firme raccolte dall’associazione Coscioni, che vede nel tesoriere Marco Cappato il volto simbolo della battaglia. 

Dopo circa 2 ore di discussione accesa, i 15 giudici della Corte costituzionale riuniti in camera di consiglio si sono espressi in modo negativo. 

“A seguito dell’abrogazione, ancorché parziale, della norma sull’omicidio del consenziente, cui il quesito mira, non sarebbe preservata la tutela minima costituzionalmente necessaria della vita umana, in generale, e con particolare riferimento alle persone deboli e vulnerabili”, si legge nelle motivazioni al “no” riportate da Ansa. 

“Si tratta di una brutta notizia per coloro che subiscono e dovranno subire ancora più a lungo. Una brutta notizia per la democrazia, – ha dichiarato lo stesso Cappato, – Proseguiremo con altri strumenti: come con Piergiorgio Welby e Dj Fabio, andremo avanti con disobbedienza civile, faremo ricorsi. Eutanasia legale contro eutanasia clandestina”. 

Ad annunciare battaglia sul tema è anche Linea Condivisa: “La cancellazione dello strumento referendario non ferma il cammino intrapreso da tante persone e associazioni che da anni lottano per un diritto che dovrebbe essere innegabile. Perché non si tratta semplicemente di dignità, ma soprattutto di giustizia sociale”.

“Si tratta di una battaglia che riguarda la libertà di ricerca scientifica, la libertà di cura e la libertà di decisione sul fine vita. È una battaglia che ci ricorda di occuparci della sanità, dell’organizzazione del sistema sanitario e dei diritti delle cittadine e dei cittadini. Solo quando il fine vita sarà sancito dalla legge Italia, smetterà di essere un privilegio per poche persone e diventerà finalmente un diritto per tutte e tutti”, hanno proseguito.

Come Linea Condivisa “abbiamo sempre sostenuto il diritto all’autodeterminazione delle persone. Per questi motivi quest’estate abbiamo promosso la raccolta firme per indire un referendum sul tema. La battaglia per l’eutanasia e il suicidio medicalmente assistito è una delle più forti richieste dal basso degli ultimi decenni che chi ci amministra non può più ignorare”.

“Una richiesta che peraltro trova conferma nell’art. 8 della Convenzione europea dei diritti umani, secondo cui la libertà di scelta terapeutica sulle questioni di fine vita rientra nel campo del diritto fondamentale al rispetto della propria vita privata. La nostra battaglia per i diritti e la libertà non si arresta”, hanno concluso da Linea Condivisa.

 

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