Savona. Un gennaio secco e senza piogge. E’ il bilancio che emerge dai dati sulle precipitazioni di pioggia raccolti ed elaborati da Arpal.
Nel dettaglio, lo scorso mese i millimetri di acqua piovana raccolti dalle stazioni a Cairo, Savona e Alassio sono stati rispettivamente 1 mm, 7,4 mm e 0,8 mm contro i 60.8, 78.5 e 77.7 dello stesso mese del 2021. Una differenza meno notevole nel mese di dicembre: nella riviera di ponente circa il 33% in meno, nel capoluogo il 57% in meno e in Val Bormida -80%.
Ma nessuna luce in fondo al tunnel, almeno, nell’immediato: “Sembra una situazione destinata a durare anche nei prossimi giorni – commenta Andrea Lazzara di Arpal -. Lo scenario è statico e le anomalie che si vedono, la presenza sull’anticiclone che non sembra spostarsi”.
Gennaio è stato un mese particolarmente secco soprattutto in provincia di Savona e lo dimostrano anche i dati relativi all’umidità del suolo. In una regione come la Liguria al tasso di umidità non contribuisce solo la pioggia ma anche il mare “producendo umidità in autonomia” ma non è sufficiente.
Gli effetti della scarsità di piogge si notano dai livelli del bacino artificiale di Osiglia. Attualmente l’acqua è abbastanza bassa e si trova a quota 622 (contro i 639, quando il lago è pieno). Due anni fa, in questo periodo, era a 633. Sono due mesi, infatti, che Tirreno Power non prende acqua dal lago per la produzione di energia per evitare di abbassare il livello ulteriormente.
Le temperature minime sono in linea con i valori della serie storica, invece le massime sono decisamente più alte. Ad Alassio a dicembre oltre 2 gradi centigradi superiori rispetto alle medie e a gennaio 3. Per quanto riguarda Savona 3,5 gradi a dicembre e 3 a gennaio.
Per quanto riguarda la qualità dell’aria non ci sono dati particolarmente allarmanti che hanno fatto sforare i limiti previsti per legge. Per considerare un periodo ampio e maggiormente rappresentativo dai dati relativi al 2021 i livelli dei due inquinanti più discussi (diossido di azoto e PM10) in provincia di Savona non ci sono stati superamenti per le medie annuali.
Valori che possono allarmare nell’immediato e per questo è necessario valutare il trend, osservare quindi i dati dei prossimi anni e dei precedenti per valutare se si sono verificate situazioni simili: “Il dato è preoccupante – commenta la geologa Luana Isella – ma bisogna essere cauti e non fare associazioni premature con il discorso del cambiamento climatico”.
E Isella ricorda anni in cui invece l’acqua piovana è stata abbondante e per questo “non è spaventoso il dato di quest’inverno” ma potrebbe essere “un’eccezione, come in passato è avvenuto per il fenomeno opposto”.
Il problema da affrontare nel breve termine è la scarsità di risorse idriche e le conseguenti difficoltà economiche: “Servono interventi strutturali per reagire, nel momento del bisogno, alla mancanza di acqua”. Da qui scaturisce l’importanza degli ambiti territoriali: “Non si può affrontare solo la questione rifiuti, deve essere centrale anche l’approvigionamento idrico e garantire il reperimento anche alle zone dell’entroterra che sono le prime a pagare la siccità. Nell’agenda politica attenzione massima dev’essere garantita alla lotta agli sprechi con l’ottimizzaziozione delle rete idrica in modo da evitare le dispersioni lungo il percorso”.