Proteste

Potatura dei lecci a Finale Ligure, un gruppo di cittadini: “Chi ha paura del verde degli alberi?”

“Il leccio sta scomparendo dal panorama finalese, eppure è un albero tipico della zona, sempreverde e generoso di ombra nella stagione calda”

Generico febbraio 2022

Finale Ligure. “Le foto della potatura in corso sul ‘Viale delle Palme’ di Finale Ligure parlano da sole: si può tacere davanti ad un tale, ennesimo scempio?”.

Ad affermarlo un gruppo di cittadini contrario alla potatura, dal quale hanno aggiunto: “Il leccio sta scomparendo dal panorama finalese. Eppure è un albero tipico della zona, sempreverde e quindi generoso di ombra nella stagione calda. Inoltre le potature dovrebbero essere sempre limitate ed equilibrate, non dimenticando che ogni taglio è un trauma per la pianta, nonché una possibile via di penetrazione per agenti patogeni (insetti e funghi) che, con il tempo, possono comprometterne la stessa sopravvivenza”.

“Elisa Marmiroli, agronoma di Parma e autrice del libro ‘La potatura delle piante ornamentali’, spiega perché, come, quando intervenire: In Italia c’è un ritardo culturale tangibile, parchi e alberi non sono considerati di valore. Siamo rimasti al concetto delle potature degli alberi da frutta, che si fanno per aumentare la produzione, trasferendola all’albero ornamentale, che invece va gestito in modo completamente diverso”.

“La capitozzatura non si deve fare più, va applicata una potatura adatta all’età e alle caratteristiche intrinseche di ciascuna pianta, intervenendo solo sulla porzione esterna della chioma, conservando i rami primari e quelli interni. Quella che in gergo si chiama la tecnica del taglio di ritorno. Si pensa, sbagliando, che fare potature attente sia più costoso in realtà ormai ci sono arboricoltori specializzati che fanno preventivi mirati per ogni pianta, e non dei lotti per filari, perché ogni albero ha esigenze diverse. Questo porta a una minore spesa, senza contare che le capitozzature richiederanno nuovi interventi in pochi anni, mentre potature ben fatte lasciano effetti di lunga durata”.

“Con il D.M. 4/4/2020, il Ministero dell’Ambiente ha definito i “criteri ambientali minimi” (cam) per la gestione corretta del verde pubblico e tra le altre indicazioni ha precisato di “evitare la capitozzatura, la cimatura e la potatura drastica degli alberi”.

«La prima regola – ribadisce Angelo Porta –  vicepresidente di Legambiente Piemonte – è che la potatura ben fatta non è facilmente visibile (foto dei lecci di Pietra Ligure). Invece dappertutto si esagera e questo porta a danni irreversibili. Alcuni alberi soffrono moltissimo le potature drastiche: ad esempio le betulle spesso muoiono nel giro di uno-due anni, le conifere se cimate poi seccano. I platani e i tigli sopportano meglio, ma tagli pesanti provocano carie interne, crescita di rami deboli in prossimità del taglio e la morte delle radici corrispondenti: dopo alcuni anni l’albero diviene instabile e al primo evento meteorologico forte aumentano le probabilità di cedimento”.

“Se percorri il ‘Viale a mare’ di Finale Ligure, lo sgomento ti assale nel vedere che ci sono più foglie a terra che sui rami dei vecchi lecci. Le piante mutilate alzano al cielo le nude braccia in un gesto di muta disperazione. Che avranno mai fatto per meritare tale scempio?”, hanno concluso i cittadini contrari. 

Più informazioni

Vuoi leggere IVG.it senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.