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Normalità sempre più vicina in Liguria, Bassetti: “Negli ospedali ai pazienti Covid solo il 25% dei posti letto”

Parametri in miglioramento: "Molte più dimissioni che nuovi ricoveri"

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Liguria. “La situazione è di assoluta calma. In questa settimana sono state molte di più le dimissioni dei nuovi ricoveri e la durata delle ospedalizzazioni si è ancora ridotta rispetto alla settimana scorsa: siamo arrivati a 3-4 giorni, significa che la variante Omicron, oggi al 98% in Liguria, e la grandissima protezione vaccinale incidono”.

A dirlo è Matteo Bassetti, direttore della clinica di malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova. Nelle sue parole c’è il senso di quanto sta avvenendo nelle strutture sanitarie della Liguria, ormai decisamente avviate a un percorso di ritorno alla normalità dopo la quarta ondata pandemica. Del resto questa settimana tutto il quadro è in “netto miglioramento“, come sintetizza il presidente Giovanni Toti nella conferenza stampa settimanale, forse una delle ultime.

“Nel reparto di malattie infettive siamo già da dieci giorni al 75% di posti letto destinati alle patologia non Covid e 25% ai pazienti Covid – prosegue Bassetti -. Abbiamo ancora decessi di persone non vaccinate, anche di età molto avanzata: speravo che il messaggio fosse arrivato forte e chiaro, oggi trovare signore 80 anni non vaccinato fa molto male. Non dimentichiamoci che le altre malattie infettive continuano a essere molto frequenti: la capacità di invertire la rotta e di recepire pazienti non Covid è fondamentale per dare risposta. Al San Martino abbiamo sempre mantenuto almeno il 50% di posti letto riservato ai pazienti non Covid, anche nei momenti di maggiore emergenza”.

Il direttore del dipartimento Emergenza Urgenza della task force regionale, Angelo Gratarola, fa il punto della situazione per quanto riguarda tutta la regione: “Negli ultimi 15 giorni c’è stato un deciso rallentamento nel passaggio di pazienti Covid dal pronto soccorso alla media intensità, mentre le terapie intensive faticano di più a svuotarsi dai pazienti positivi. Il dato è comunque stabilmente in discesa e lontano da quella soglia da zona rossa ma il ritorno alla normalità è più lento per due motivi”.

“Da un lato – dice – i malati di terapia intensiva hanno un quadro clinico che per forza di cosa tende ad avere tempi di degenza più lunghi, inoltre ci sono malati che sarebbero comunque in terapia intensiva ma si ritrovano ad essere anche positivi al tampone, come ad esempio molti pazienti chirurgici. Vedremo ridursi il numero anche lì ma con una lentezza maggiore”. Secondo Gratarola, piuttosto, “le prossime settimane saranno strategiche perché gli ospedali possano invertire la rotta rispetto al piano di preparedness, reagendo al contrario, e restituendo posti covid ai reparti, per gestire al meglio i pazienti non covid e tornare alle condizioni originarie”.

La Liguria, come conferma Toti, rimarrà in zona gialla anche la prossima settimana. “Finalmente l’incidenza in Liguria è scesa sotto l’1% – spiega Filippo Ansaldi, direttore generale di Alisa -. In due settimane abbiamo perso il 25% degli ingressi giornalieri nei nostri ospedali e rispetto al picco del 25 gennaio abbiamo perso il 17% dei pazienti in area medica. L’andamento delle terapie intensive è leggermente diverso ma abbiamo perso il 36% dei pazienti rispetto al periodo di plateau. Tutti gli indicatori sono in netto calo”.

Nell’ultima settimana il numero dei vaccini somministrati quotidianamente è stato decisamente in calo rispetto alle settimane precedenti, con cifre pressoché dimezzate. Al momento, però, non ci sono ridimensionamenti significativi della campagna di vaccinazione: “Di base i nostri hub non sottraggono spazi alla sanità quindi ancora per qualche settimana resteremo così – ha detto il presidente della Regione Toti – e poi ridurremo un pochino l’offerta, ma in maniera fisiologica, non ci sono grandi operazioni”. Il governatore aggiunge: “Quello che è importante è che sicuramente recupereremo personale per un utilizzo più appropriato negli uffici di prevenzione e nei distretti territoriali, questo già alla fine di aprile, però non si può parlare oggi di una chiusura della campagna vaccinale anche perché ci sono tutti i vaccinati con una dose, recenti, che dovranno intraprendere tutto il percorso dal richiamo al booster”.

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