Provincia. Sono scesi in piazza questa mattina (come da programma) gli studenti savonesi che hanno deciso di manifestare il loro dissenso contro quanto previsto nella bozza dell’ordinanza dal ministero dell’istruzione Patrizio Bianchi per la maturità 2022.
A Savona gli studenti (poche decine i presenti) si sono incontrati in piazza Sisto, dove hanno aperto la manifestazione ricordando Lorenzo Parelli, lo studente di 18 anni morto durante lo stage aziendale in un incidente sul lavoro.
Gli studenti in protesta del liceo Giordano Bruno di Albenga, invece, si sono radunati in mattinata all’ingresso del struttura scolastica.
“Noi studenti maturandi non riteniamo opportuno ritornare alla normalità facendo gli scritti e soprattutto la seconda prova. Non siamo in grado di sostenerla, considerando i tre anni di Dad passati”, ha detto uno studente.
“C’è stato poco preavviso e poca chiarezza sulla struttura dell’esame – ha fatto eco una sua collega – Queste norme sono state definite come un parziale inizio di ritorno alla normalità, ma da due anni a questa parte di normale non c’è niente”.
“Questi anni in Dad ci hanno penalizzato, distruggendo le poche basi che avevamo già per la maturità”, ha concluso un’altra rappresentante dei ragazzi.

La bozza dell’ordinanza ministeriale, in particolare, prevede il ritorno dei due scritti (il tema e la seconda prova). L’esame si concluderà con il consueto colloquio orale. Ma gli studenti sostengono che quanto al momento deciso “non è in accordo con le indiscrezioni dell’inizio” sulle quali “professori e studenti si sono preparati per affrontare al meglio l’esame di Stato”.

La protesta, infatti, è scaturita “dal mancato confronto del ministero con gli studenti”. E spiegano cosa ha determinato i malumori: “La prima prova scritta e l’orale non avrebbero generato la stessa reazione, la seconda prova non era stata preannunciata in alcuno modo”.
Lo sciopero è stato promosso dall’Unione degli studenti, un movimento che si prefigge l’obiettivo di rappresentare le istanze degli studenti al di fuori delle sedi istituzionali. L’iniziativa è stata lanciata da Roma e ha trovato adesione in altri capoluoghi di Regione e Provincia della Penisola.
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