Testimonianza

Guerra in Ucraina, il racconto da Kiev: “Stiamo resistendo, l’Ue vada oltre le sanzioni”

L’architetto ucraino Vadym Vetrov spiega ad IVG le paure del suo popolo e fa un bilancio di questo secondo giorno di invasione

Ucraina. Le esplosioni, le paure, le speranze di un popolo duramente colpito e attonito dall’invasione russa ordinata da Vladimir Putin. È un racconto drammatico, un tragico diario di guerra, quello che l’architetto ucraino Vadym Vetrov racconta a IVG, direttamente da Dnpri e in Ucraina (prima si trovava nella capitale).

“Nella notte verso le 4 c’è stato un attacco missilistico sopra Kiev – esordisce Vadym – sono stati abbattuti alcuni droni e colpiti case ed edifici civili. Le persone si stanno nascondendo negli scantinati, nei rifugi, nelle cantine. Questa mattina i russi hanno attaccato la periferia di Kiev e un frammento di razzo ha colpito un edificio residenziale civile. Da ieri sull’Ucraina sono stati lanciati 160 missili russi da varie piattaforme terrestri e marine”.

guerra ucraina

Un’operazione militare che inevitabilmente ha sparso sangue anche tra i civili. “Da ieri sono 137 i soldati ucraini uccisi”, ci dice Vadym definendoli “eroi”. Il bilancio della prima giornata di combattimenti racconta anche di “350 feriti, 7 aerei e 3 elicotteri abbattuti e 15 carri armati russi distrutti”. Inoltre, secondo il ministro della Difesa ucraino, “gli invasori russi uccisi sono non meno di 800”. Non mancano i prigionieri di guerra, da entrambe le parti. “Un plotone russo si è arreso ed è stato catturato, così come altri. Tutti dichiarano che non volevano uccidere e che solo ieri hanno saputo che dovevano attaccare l’Ucraina”, ci spiega Vadym. 

guerra ucraina - kiev

Ieri sera è arrivata la chiamata alle armi da parte del presidente Zelensky per tutti gli uomini dai 18 ai 60 anni, che non possono lasciare il paese e “devono essere pronti a difendere la Patria”. “Nei combattimenti sono impegnati anche dei militari ucraini giovanissimi che non hanno più di 20 anni – sottolinea  – e che hanno abbattuto i carri armati del nemico usando anticarro Javelin. Ieri, a tutti i deputati, sono state consegnate armi, sia a Kiev che in tutta l’Ucraina molte persone si sono registrate presso i punti di raccolta e hanno ricevuto le armi per difendersi. Ho paura che nelle prossime ore Putin organizzerà una notte dei lunghi coltelli a Kiev”.

Poi aggiunge: “Sullo sfondo dell’invasione il nostro presidente ha firmato un decreto per la mobilitazione generale della durata di 90 giorni. Saranno mobilitati i riservisti con esperienza di guerra, soldati già impegnati in operazioni militari dal 2014″.

Tanta paura, ma anche resilienza in Ucraina: “Il popolo sta combattendo, resistiamo e sappiamo come reagire. Abbiamo spiegato ai nostri bambini e alle nostre mogli che devono scendere in cantina, in caso di allarme. Abbiamo acqua, generatori a diesel per l’elettricità, anche se il governo rassicura che non mancherà l’elettricità. Inoltre da ieri (24 febbraio) le autorità hanno imposto il coprifuoco dalle ore 22 alle ore 6”.

L’architetto si sofferma poi sulla risposta dell’Occidente all’attacco russo. “Contro Putin usare sanzioni è un forte segnale, ma non basta – evidenzia – Gli ucraini combattono per la libertà e proteggono l’Occidente da un maniaco nucleare che bombarda le città nel centro dell’Europa. Non trovare un accordo da parte UE, per una semplice operazione di abolizione di Swift alla Russia, per noi è incomprensibile. Qui in Ucraina ci facciamo tante domande, perché questo fatto può dare un segnale di impunità a Putin. Tra vergogna e sanzioni dure, l’Unione Europea sceglie la vergogna, perché le sanzioni servono ma non bastano. L’occidente dovrebbe proseguire e prendere una posizione dura e ferma. Io voglio lanciare un appello all’Italia e all’Europa Unita affinché si prosegua con altre sanzioni”.

“L’obiettivo di Putin è rovesciare il governo dell’Ucraina e creare un regime fantoccio sotto la guida del Cremlino. Gli Stati Uniti stanno valutando di escludere la Russia dal consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, ma anche questo, a quanto pare, non è possibile, perché la Russia è un membro permanente dell’ONU con diritto di veto”, conclude Vadym con tanta rabbia, amarezza e preoccupazione.

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