Sanremo. Apre gli occhi presto, la città. Un giro all’alba. Neanche le sette e corso Imperatrice, con la sua inconfondibile pavimentazione, ci porta in centro. La Costa Toscana è un’imponente sagoma che si staglia su questo pezzo di mare, oltre la balaustra. Si alza il sole, fa un po’ fatica, oggi, tra le nuvole. Passa un’ora. Canzoni, folla, voci.
Sanremo questa settimana è la settantaduesima edizione del Festival ma anche le persone che colorano questi giorni diversi, di quelli che scaldano il cuore, sono protagoniste anche loro.
Due parole le fanno volentieri.
Le prime le troviamo in coda sotto l’albergo dove soggiornano Blanco e Mahmood. Attendono che escano, fatta colazione. Giovani e no. E questa canzone piace. Ce lo dicono in tanti. Poi fanno i nomi di Elisa, Emma. Esce anche il pezzo di Rettore e Ditonellapiaga.
Oltre il Casinò, che di sera si trasforma, lascia il bianco e si tinge di meravigliosi fiori in movimento e di rosso, incontriamo due ragazze che arrivano da lontano: più di venti ore di viaggio da Bari a Sanremo.
Via Matteotti: la musica è per tutti e di tutti. Anche in strada: belle voci e gente che balla. Poi il green carpet, le persone ne tracciano il perimetro, a pochi passi dall’Ariston. Aspettano, scattano, riprendono. Canticchiano. Sono lì da ore e ci rimarranno fino a tardi. Anche loro sono un bel pezzo di Festival.