"fake"

False citazioni in Tribunale per reati pedopornografici, fioccano le truffe: indagini della polizia postale

L'ultimo tentativo di raggiro con una mail fasulla dall'Autorità Garante per l'Infanzia

polizia postale

Liguria. Cambio di indirizzo mail da parte del mittente in continuazione, l’ultima in ordine di tempo quella ufficiale della segreteria dell’Autorità Garante per l’Infanzia, nelle quali i malcapitati utenti ricevono una citazione legale per reati di carattere pornografico. In realtà è una truffa, con l’obiettivo di carpire dati personali, richiedere pagamenti non dovuti o ancora, infettare i dispositivi della vittima con pericolosi virus informatici.

Un raggiro a vasto raggio, nel quale non sono mancati casi e segnalazioni anche nel savonese e in Liguria.

Infatti, è dell’ottobre scorso il primo avviso da parte dell’Autorità medesima che mette in guardia l’utenza da queste mail. Ad alcuni, prima e dopo, sono arrivate comunicazioni, giudicate attendibili per forma e modalità, anche da altre autorità giudiziarie, come l’Europol o altri organismi preposti al contrasto di reati pedopornografici.

Sulla diffusione via email di false comunicazioni provenienti, in apparenza, dall’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza e dal Commissariato P.S. online – Sportello per la sicurezza degli utenti del web è in corso una approfondita indagine da parte della polizia postale, che ha raccolto alcune denunce formali e segnalazioni da parte degli utenti.

“È in atto una campagna di phishing attraverso false email apparentemente provenienti dall’Autorità Garante per l’Infanzia e l’adolescenza. La mail invita ad aprire un allegato (nella foto sotto), contenente un falso “atto di citazione” della polizia postale, nel quale, con l’inganno, l’ignaro utente viene convinto di essere sottoposto ad indagini giudiziarie e indotto a contattare i truffatori, per produrre fantomatiche giustificazioni” affermano dalla stessa polizia postale, che raccomanda di non dare alcun seguito a tali email, evitando di entrare in contatto con i truffatori ed astenendosi dal fornire i propri dati personali o dall’aprire qualunque tipo di allegato.

truffa pedopornografia

E se è vero che una tipologia di notifica giudiziale del genere non arriva certo via mail, è altrettanto vero che l’avviso iniziale indicato dai truffatori è ritenuto “attendibile”, allertando l’utente e una sua possibile risposta. Nel documento “fake”, infatti, si parla di “materiale oggetto del sequestro informatico” da parte di un presunto cyberpoliziotto, riscontri di contenuti con minori o cose particolari di interscambio con finalità di diffusione pubblica e/o altro. Gli utenti ignari hanno risposto, increduli alla citazione, parlando di Popup e Reindirizzamiti da altri siti web indesiderati, virus come malware e/o altro con hacker e “incursori” che possono aver intaccato i profili operativi e dunque Facebook e/o social. Nelle risposte di “difesa” rispetto ai falsi episodi contestati sono in molti a evidenziare gli annunci pubblicitari di carattere pornografico pronti a adescare l’utenza con un semplice click.

“E’ un fenomeno in crescita, purtroppo, che riguarda tutto il mondo delle truffe online e informatiche, che portano alla richiesta di dati personali e a intimazioni di pagamenti per sanzioni fasulle o altro ancora, in alcuni casi anche con solleciti di pagamento con Bitcoin”.

“E’ opportuno segnalare e denunciare, in quanto grazie alla raccolta degli elementi oggetto del raggiro possiamo sviluppare con più efficace l’azione investigativa per risalire ai responsabili” concludono dalla polizia postale.

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