Finestra di opportunità

Balneari, gli hotel a “caccia” delle concessioni? La categoria: “Ipotesi percorribile per tutelare il comparto, ma servono certezze”

Il punto di vista di Unione Provinciale Albergatori e Federalberghi

Generica

Savona. Con la decisione del consiglio dei ministri di rimettere all’asta delle concessioni demaniali italiane nel 2024 arrivata due giorni fa, per tante imprese balneari italiane si è aperto un biennio di grave incertezza e di preoccupazione per il futuro.

Interpellati ieri da IVG.it, i presidenti dei bagni marini di diverse località savonesi hanno sottolineato come – a loro avviso – la riforma al momento appaia piuttosto “lacunosa” e, anzi, più che perfettibile: la speranza di tutti è che il successivo passaggio in parlamento possa portare quei correttivi considerati dalla categoria fondamentali per tutelare ancora di più un comparto che nel nostro paese (e particolarmente in Liguria) rappresenta un’importante fetta del Pil, oltre che una “specialità” tutta italiana.

Ma se per qualcuno “il settore balneare è finito”, d’altro canto per un altro settore si apre una finestra di opportunità da cogliere. Magari proprio in sinergia con i concessionari delle spiagge. Dopo le nette divisioni di questi ultimi due anni, infatti, tanti hotel che non possiedono una concessione balneare sarebbero pronti, da soli o in associazioni temporanee di impresa (le ben note Ati), a partecipare alle aste per le concessioni.

“La partecipazione degli albergatori alle aste è certamente ipotizzabile – conferma Carlo Scrivano, direttore dell’Unione Provinciale Albergatori di Savona – ma è necessario costruire prima un accordo con coloro che hanno gestito le spiagge finora. Oggi come oggi un albergo senza spiaggia ‘di proprietà’ annessa è penalizzato. Ma se si costruiscono sinergia con le aziende che queste spiagge le hanno mandate avanti fino ad oggi, allora non solo si va incontro alle difficoltà di coloro i quali, per anni, hanno fatto investimenti per migliorare gli stabilimenti, ma si dà anche all’albergo la possibilità di proporre agli ospiti un servizio ulteriore in grado di migliorare ulteriormente l’offerta complessiva”.

Secondo Scrivano, dunque, è fondamentale “costruire policies di accompagnamento alle aste che tutelino il lavoro dei gestori attuali e contemporaneamente permettano al settore turistico e alberghiero di offrire un servizio più completo. I tempi sono cambiati: è necessario collaborare tutti insieme per preservare il turismo locale dall’arrivo di multinazionali”.

Più prudente il punto di vista di Andrea Valle, presidente di Federalberghi Savona. Secondo Valle la partecipazione degli albergatori alle aste è ipotizzabile ma “in due anni tutto può succedere. Ora come ora è forse prematuro immaginare scenari particolari. Io sono convinto che i tempi fossero ormai maturi per fare questo passaggio di messa all’asta delle concessioni, ma mi auguro anche che si possa continuare ad operare in piena collaborazione con gli attuali gestori. Il nostro è un sodalizio che dura da decenni e sarebbe assurdo fare fughe in avanti”.

Per Valle “nel nostro Paese prima che i decreti abbiano conseguenze concrete deve passare sempre molto tempo. Io spero solo che la riforma non abbia buchi legislativi e che le tempistiche siano rispettate. Altrimenti rischiamo di andare incontro a stagioni con stabilimenti non assegnati e quindi spiagge non gestite o non attrezzate, perché magari l’asta è andata ‘buca’ a causa di qualche problema amministrativo”.

Secondo Valle gli esempi non mancano: “Qui a Varazze c’è l’ex Invidia, che è chiuso da anni e, nonostante un’asta, è ancora inutilizzato. E’ in centro al paese, ma è del tutto abbandonato e questo, obiettivamente, non va bene perché non dà le risposte giuste alle esigenze del territorio. Quindi mi auguro che le tempistiche stabilite dal Governo siano precise e, soprattutto, siano rispettate. Altrimenti rischiamo disservizi. E la clientela è abituata a certi ‘equilibri’, ad avere spiagge pulite, attrezzate, in ordine. Se così non fosse, per il turismo sarebbe la fine”.

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