Precisazioni

Toti, la promessa: “Non mi candido a Roma nel 2023, finirò il mandato”

"Vogliamo restare nel centrodestra. Ma siamo consapevoli che il nostro compito è allargare la coalizione sul lato sinistro"

Liguria. “Se il dubbio è che il presidente di Regione Liguria nel 2023 si candidi alle politiche, posso rassicurare che non è così”. Così il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, durante la conferenza stampa convocata questa sera in “risposta” all’altro incontro con i media organizzato giusto poche ore prima dalla Lega per “togliersi alcuni sassolini” rispetto agli sviluppi politici (nazionali e locali) delle ultime ore.

Lavori in corso per smarcarsi dalla Liguria e ambire a ruoli parlamentari o governativi? Il presidente nega fermamente: “Intendo terminare il mio mandato nel 2025 e non parteciperò a nessun’altra competizione elettorale per onorare il patto che mi lega ai liguri dal 2015 fino all’ultima ora dell’ultimo mandato che farò qui”.

D’altra parte Toti non rinnega il suo progetto politico, un avvicinamento sempre più marcato all’area centrista che gli è valso l’accusa di tradimento da parte dei leghisti, indispettiti dalla débacle rimediata da Maria Elisabetta Casellati. Per quanto riguarda il posizionamento politico delle forze che compongono la mia maggioranza, compresa quella che porta il mio nome e che a livello italiano si declina in Cambiamo! e Coraggio Italia, posso serenamente confermare che la nostra posizione politica è far parte del centrodestra“, premette. Ma poi aggiunge: “Siamo ben consapevoli che il nostro compito è allargare la coalizione sul lato sinistro della stessa conquistando alla nostra causa politica anche forze che non fanno parte della nostra coalizione. Non credo che il centrodestra del ‘meno siamo meglio stiamo’ o quello della cristallina purezza dell’ideologia possa essere il modello di riferimento della politica italiana e neppure regionale”.

E sui mal di pancia per l’elezione a Mattarella: “È stata una scelta di tutti i partiti di maggioranza a Roma. anche del segretario della Lega Matteo Salvini. Ad eccezione di Fdi tutti i partiti lo hanno votato – rivendica -. Ci sono state fin dall’inizio divergenze che non abbiamo mai nascosto a nessuno. L’idea della elezione di un presidente del centrodestra non era una opzione sul tavolo, non poteva accadere perché è stato scelto in solitudine e avrebbe rotto subito la maggioranza che sostiene Draghi. Sarebbe stata l’alternativa del diavolo perché avremmo fatto cadere il governo. Salvini responsabilmente ha scelto la stabilità del Paese e lo ringrazio”.

Il governatore ha poi risposto alle critiche sollevate dalla Lega Salvini Premier che gli ha chiesto di cedere la Sanità e il Bilancio ai tecnici della giunta. “Sono disponibilissimo a discutere di tutte le deleghe, ma – sottolinea – occorrono nomi all’altezza” (leggi QUI).

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