Finale-Andora. Spostamento della ferrovia a monte: il comitato Territoriale non ci sta e parte all’attacco della Regione, senza risparmiare una frecciata diretta ai sindaci di Albenga e Borghetto.
“Apprendiamo che in data 23 dicembre 2021, la giunta regionale, presieduta dall’assessore e vicepresidente regionale Alessandro Piana, su indicazione dell’assessore regionale alle infrastrutture Raul Giampedrone ha deliberato sull’intesa alla localizzazione dello spostamento a monte del tracciato ferroviario Finale Ligure/Andora”, hanno esordito dal Comitato.
“Atto dovuto, secondo la Regione, dopo l’incontro organizzato il 22 di novembre 2021 tra il Commissario, l’assessore Giampedrone e le amministrazioni locali interessate dal tracciato dell’opera. In quella occasione i tecnici ed il commissario straordinario Ing. Vincenzo Macello hanno illustrato sommariamente il progetto del nuovo tracciato, ancora oggi in via di definizione, chiedendo agli amministratori locali di ‘trasmettere osservazioni e pareri entro non oltre il 9 dicembre (ovvero entro 15 giorni, precisando che, in caso di mancato riscontro entro il suddetto termine, il parere favorevole sarebbe stato considerato come acquisito’”, hanno proseguito.
“Alquanto bizzarro questo metodo di procedere”, hanno proseguito. Si chiede di avallare un progetto esposto verbalmente, senza avere a disposizione alcuna documentazione definiva? Perché tutta questa fretta e questo more del confronto a viso aperto con i cittadini?”.
E qui entrano in gioco, loro malgrado, i primi cittadini di Albenga e Borghetto: “Ancor più grave è stato il silenzio di alcuni amministratori, che non solo hanno accettato supinamente questo metodo calato dall’alto del potere commissariale, ma non hanno fatto pervenire alcuna osservazione in merito. Tra questi il sindaco di Albenga e il sindaco di Borghetto, che non hanno ritenuto di scrivere nulla all’amministrazione regionale e al commissario. E pensare che i loro comuni, saranno i territori che subiranno i maggiori sconvolgimenti sia dal punto di vista ambientale, che socio economico (con quasi 100 ettari di pianure fertili compromesse per sempre e centinaia di posti di lavoro a rischio)”.
“Stupore a dir poco. Perché sprecare un’opportunità unica per far valere le necessità dei territori, grave responsabilità a cui i sindaci dovranno rispondere davanti ai cittadini, oggi, domani e in futuro. Ci hanno fatto credere che nulla si poteva fare, certamente nulla hanno fatto”, hanno concluso dal Comitato Territoriale.