Richiesta

Scuola, carenza di Ffp2 e personale assente: per i presidi “meglio due settimane in Dad”

Alcuni dirigenti scolastici chiederanno al Provveditorato di poter applicare una riduzione del servizio: il ministero ha assicurato l'invio di mascherine tra oggi e lunedì

Studenti all'opera all'istituto Aicardi di Albenga

Liguria. “Due settimane di Dad avrebbero fatto bene alle scuole della Liguria per preparare effettivamente il rientro e poterlo garantire, adesso come adesso prevediamo un rientro certo il 10 gennaio con enormi problemi, sospensioni o riduzioni del servizio“.

Parole del presidente dell’associazione nazionale presidi Angelo Capizzi.

“Dal 10 prevediamo problemi alla didattica perché al personale sospeso o assente, vanno aggiunti tutti coloro che sono contagiati, docenti e personale Ata. E se mancano 5, 7 bidelli sarà difficile tenere aperta una scuola”, commenta.

“I presidi vogliono la scuola in presenza – ribadisce Capizzi – ma per mantenere la scuola in presenza è necessario non demonizzare la Dad per un breve periodo. Il presupposto del nuovo Dpcm è che le Asl riescano a fare tracciamento, ma le Asl liguri hanno già alzato le mani. Nessun preside potrà sospendere le lezioni e applicare la Dad, perché si tratterebbe di interruzione di pubblico servizio, potranno solo ridurre il servizio dopo il 10 gennaio”.

Capizzi punta il dito anche sulle dotazioni: “Nelle scuole liguri non ci sono al momento le mascherine FFP2 in modo uniforme, il 3 gennaio c’è stato un rilevamento, ma ho forti dubbi che il 10 gennaio ci siano e non credo che ci sia la possibilità di avere dei tamponi gratuiti per gli studenti”.

E il provveditore agli studi di Genova e Savona Alessandro Clavarino conferma: “Alcuni presidi di Genova e Savona ci hanno segnalato che a causa della pandemia Covid valuteranno una riduzione del servizio, non la sospensione del servizio, mi sembra una cosa ragionevole“.

Secondo il provveditore “Non sarà un rientro tranquillo da tutte le parti, stiamo aspettando dal ministero una nota operativa che ci dia la possibilità di dare corso alle indicazioni del consiglio dei ministri emerse il 5 gennaio. Alcuni presidi genovesi e savonesi hanno firmato la richiesta di due settimane di Dad, ma credo che la richiesta parta da altre regioni”.

E sulle mascherine Clavarino dice: “E’ in corso una raccolta, un lavoro che avviene in collaborazione con la struttura commissariale, il ministero ci ha detto che garantirà una prima fornitura e credo che tra oggi e lunedì arriveranno nelle scuole i primi quantitativi”.

“Occorre realismo. Ovviamente la scuola in presenza è la regola. Ma alla vigilia della riapertura degli istituti scolastici la situazione è doppiamente grave: il numero di studenti e docenti contagiati è ovviamente da primato e le lezioni rischiano di essere per pochi. Nel contempo è concreto il rischio che chi finora s’è salvato vada presto ad ingrossare le fila dei contagiati a causa di un mezzo pubblico affollato per raggiungere scuola o degli assembramenti. Meglio allora due o tre settimane di Dad sia per garantire in modo egualitario la scuola a tutti e sia per evitare ulteriori problemi negli ospedali già affollati” rincara l’Unsic, il sindacato datoriale che lo scorso anno ha promosso una petizione-record per la Dad dopo le vacanze di Natale, con oltre 203mila adesioni.

“Certo, la scuola in presenza è l’ordinarietà. Ma siamo di nuovo in emergenza, con prospettive poco chiare e non rassicuranti per le prossime settimane. Meglio non rischiare. In fondo tra novembre e dicembre scorsi molti istituti scolastici si sono fermati per le occupazioni studentesche: dove erano allora quelle sigle ideologizzate che reclamano la scuola in presenza a tutti i costi? Professori e studenti non possono continuare ad essere carne da macello” conclude.

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Commento
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