Proposta

Rientro a scuola regolare, le Regioni: tutti in Dad con più di 4 positivi

Il governatore ligure: "In quarantena solo i non vaccinati? Le scelte dei genitori non ricadano sui figli"

Generica

Liguria. Tutti a casa in Dad per una settimana solo se ci sono più di 4 contagi in classe. È quanto prevede, per le scuole elementari e per la prima media, la bozza delle Regioni che i presidenti discuteranno oggi per avanzare la proposta al Governo. Intanto viene confermata la ripartenza della scuola il 10 gennaio, nonostante alcune Regioni chiedessero un rinvio: si torna in aula in presenza, per tutti, con possibili distinguo sul sistema delle quarantene (ancora al vaglio dell’Esecutivo).

La proposta delle Regioni prevede anche l’esecuzione di un tampone al termine del periodo di quarantena, ma solo per i non vaccinati, sempre che i vaccinati non accusino sintomi. Sotto la soglia dei 4 positivi rimarrebbero solo l’autosorveglianza per tutti e la raccomandazione di indossare la mascherina Ffp2, oltre a quella di astenersi dalla frequentazione di ambienti differenti da quelli familiari.

La raccomandazione “razionale” delle Regioni è quella di prevedere questa misura in vista di una copertura vaccinale alta (70%) con contatti a basso rischio e di tenere conto dell’andamento epidemiologico e in particolare della variante Omicron.

L’obiettivo delle nuove regole sarà anche scongiurare il boom di classi in quarantena. Alla ripresa delle lezioni, con gli attuali numeri del contagio e l’arrivo del picco pandemico, la situazione potrebbe degenerare molto rapidamente. Non tutti però hanno la stessa ricetta: i governatori della Campania e della Toscana, rispettivamente De Luca e Giani, hanno proposto di rimandare la riapertura, mentre il presidente Giovanni Toti non è di questo avviso e sposa invece la linea attuale di Palazzo Chigi, che è quella di tenere aperti gli istituti e relegare la didattica a distanza solo alle strette necessità.

E sull’ipotesi di distinguere tra studenti vaccinati e non vaccinati ai fini della quarantena, lo stesso Toti – solitamente a favore di misure selettive – ha espresso contrarietà: “Non sono d’accordo. Non è accettabile far ricadere sui bambini scelte imputabili ai genitori. Sarebbe invece utile ed efficace prevedere regole diverse per la quarantena, con periodi di isolamento più brevi, sulla falsa riga di quanto accade per gli adulti”.

A preoccupare, tuttavia, sono proprio i dati che riguardano i casi di positività tra i più piccoli, cioè quella fascia di età che per ultima ha cominciato il ciclo vaccinale, con somministrazioni ancora molto basse. Circa un contagio su quattro, rivela infatti la Società Italiana di Pediatria, riguarda nell’ultima settimana gli under 20. In un mese i ricoverati tra gli under 19 sono aumentati di quasi 800 unità (791 per la precisione), passando da 8.632 a 9.423. Dati che fanno il paio con l’andamento della campagna vaccinale, che stenta in particolare nella fascia 5-11 anni, dove si raggiunge appena il 10% di immunizzati, contro il 70% tra i 12enni e i 19enni.

 

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