Savona. “Una valanga di soldi si riverserà nelle casse dei vari Stati membri, offrendo una possibilità di utilizzo benefico quale mai prima d’ora. Ci saranno possibilità di ripresa, di interventi, di ricchezza e benessere aggiunto per milioni di persone. Una occasione epocale che, nel modo più assoluto, non deve andare sprecata, neppure parzialmente. Non penso si potrà ripresentare un’altra occasione simile per molti decenni, e forse mai più”. Così il presidente del consiglio comunale di Savona, Franco Lirosi, commenta i contributi che andranno a rimpinguare le casse pubbliche nell’ambito degli stanziamenti del Pnrr, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.
“L’Unione Europea, anche grazie al compianto Davide Sassoli, suo presidente del consiglio, ha iniziato da tempo la fase di realizzazione del Pnrr, forse il suo primo vero atto globale finanziario – ricorda Lirosi – Le risorse destinate agli stati membri ammonteranno a 672,5 miliardi di euro (360 di prestiti e 312,5 di sovvenzioni). A questa cifra verranno aggiunti 47,4 miliardi attraverso la procedura React Eu, 7,5 miliardi per sviluppo rurale, 1,9 miliardi per Resc Eu, 5,6 miliardi per Invest Eu, 5 miliardi per Orizzonte Europa e10 miliardi per Transazione Giusta. I fondi Europei verranno pertanto aumentati sino al globale di 750 miliardi. L’Unione Europea destinerà all’Italia 191,5 miliardi (122,6 di prestiti e 68,9 di sovvenzioni). Per il nostro Paese, inoltre in seguito, sono previsti ulteriori 13 miliardi, attraverso il fondo React Eu ed altri 30,6 miliardi attraverso il Fondo Nazionale Complementare. In sostanza, l’Italia disporrà di 235,1 miliardi”.
Per quanto riguarda le città, Savona compresa, potranno essere considerati attuabili “progetti inerenti a molte materie: nuovi impianti di gestione rifiuti o ammodernamento degli esistenti (il globale del PNRR prevede 1,5 miliardi per comuni e città); rafforzamento mobilità ciclistica (0,2 miliardi); trasporto rapido di massa (3,6); bus (2,415); edifici scolastici e loro riqualificazione energetica (0,800); resilienza, valorizzazione del territorio ed efficienza energetica dei Comuni (6,00); verde urbano e extra urbano (0,330); asili nido (84,6); infrastrutture sport a scuola (0,300); riqualificazione edilizia scolastica (3,9); riduzione del degrado sociale (3,3); social housing (2,8)”.
Secondo Lirosi “gli Stati Membri dovranno lavorare duramente e, ormai, velocemente per poter godere dell’irripetibile occasione. Inviare un Pnrr (ripeto, occasione irripetibile) comporterà una profonda analisi della situazione socio economica del comparto territoriale di competenza, la conoscenza approfondita delle possibilità produttive, le condizioni finanziarie della popolazione; bisognerà produrre una montagna di richieste corredate da ogni possibile supporto tecnico (di non facile produzione); ogni singolo documento subirà l’attento esame e infiniti controlli di ogni autorità competente le varie materie (proprio come succede oggi per ogni lavoro pubblico di un certo rilievo)”.
“Le pubbliche amministrazioni italiane sono in grado di affrontare questa epica impresa? – si domanda il presidente del consiglio savonese – Chi ne avrà i mezzi finanziari si potrà rivolgere alle ormai numerose ditte specializzate. Ma, in genere, hanno dipendenti in numero adeguato, capitali in parte corrente da utilizzare per le ricerche, le analisi e i progetti da inviare agli uffici europei preposti? Insomma, riusciranno a non perdere l’occasione? Il timore è latente (e non certo a causa dei lavoratori dipendenti che, nella stragrande maggioranza, sono del tutto elogiabili), ma per la situazione finanziaria e per l’insufficiente organigramma, quasi sempre fortemente sottosviluppato”.
“Il pericolo è questo, ma mica solo per Savona. Perciò, oggi come non mai, è basilare l’unità di intenti. Ma lasciamo perdere una buona volta le posizioni specifiche, i distinguo e le inutili verbosità. Tutti ci dobbiamo dedicare a questo unico traguardo da raggiungere, per noi, per le prossime generazioni, per quel miglioramento sociale ed economico che potremmo ottenere. Sarebbe davvero una pazzia non sfruttare appieno la possibilità che l’EU sta offrendo. Certo, il flusso di denaro sarà ovviamente vincolato alla realizzazione dei progetti approvati dall’Unione Europea. Così si potrebbero avere, da un lato, le pubbliche amministrazioni impegnate in grandi opere, grandi lavori, miglioramenti nei più svariati campi (ma deficitarie nelle disponibilità in parte corrente da utilizzare per gli immediati bisogni) e, dall’altro, i cittadini che potranno godere delle benefiche conseguenze di quelle grandi opere solo susseguentemente e, quindi, saranno in condizione di dover subire i ‘soliti’ disagi ancora per parecchio tempo. Ma questo è un pericolo futuro e, forse, solo una questione di lana caprina: oggi raggiungiamo il traguardo”.