Dibattito

Piano territoriale, maggioranza: “Sviluppo e sostenibilità”. Minoranze: “Altra occasione persa”

Botta e risposta sulla delibera all'esame dell'Assemblea legislativa ligure

Generica

In Consiglio regionale è iniziato il dibattito sulla proposta di deliberazione 34 relativa al Piano territoriale regionale.

Il presidente della IV Commissione Territorio-Ambiente Domenico Cianci ha presentato la relazione di maggioranza esprimendo il ringraziamento agli uffici sottolineando che i tecnici regionali hanno elaborato il provvedimento senza ricorrere a contributi esterni, quindi senza impiegare ulteriori risorse a carico dell’ente. “Questa legge – ha aggiunto – nasce con una risposta forte, integrata e partecipata grazie al contributo di molti portatori degli interessi coinvolti”.

Cianci ha poi illustrato nel dettaglio sia il percorso in Commissione sia il testo nel suo complesso sottolineando sempre il confronto e la larga partecipazione alla sua stesura. “Il Piano rivolge una particolare attenzione alla collaborazione fra pubblico e privato, che oggi è un presupposto indispensabile per raggiungere – ha detto – gli obbiettivi complessi che il PTR ci propone”. Il presidente della IV Commissione ha aggiunto: “L’importanza del Piano è proprio nell’obbiettivo che si pone e cioè la razionalizzazione del sistema della pianificazione regionale attraverso il superamento degli attuali piani territoriali di coordinamento regionali”.

Cianci ha poi rilevato: “Le azioni cui si rivolgono i singoli fascicoli tematici riguardano il contrasto allo spopolamento, alla marginalità socio economica e al sottoutilizzo delle potenzialità offerte dall’entroterra, e – ha proseguito – l’attenzione rivolta alla qualità delle dotazioni territoriali e locali e alla funzionalità del sistema delle infrastrutture, con riferimento alle città, e la mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici negli insediamenti costieri”.

Selena Candia (Lista Ferruccio Sansa presidente) ha presentato la relazione di minoranza sollevando alcune critiche: “Quello prodotto non è il lavoro che ci aspettavamo perché non è in grado di immaginare davvero una Liguria diversa, più giusta, con più opportunità lavorative, che investa sui giovani e che tuteli il territorio e i suoi abitanti a fronte dei cambiamenti climatici”.

Il consigliere, in particolare, ha rilevato che non sarebbe un Piano all’avanguardia rispetto a quelli elaborati da altre Regioni: “Si è cercato di identificate tre zone distinte, – ha spiegato – utilizzando una logica opposta a quella adottata dalle Regioni confinanti che, invece, preferiscono ragionare su reti evidenziando i legami fra i luoghi. Invece, con la suddivisione in tre del territorio e degli obbiettivi, non si capisce che cosa farà la Liguria nella sua interezza nei prossimi 10-20 anni”.

Secondo Candia, inoltre, non si tiene in considerazione il decremento demografico, l’invecchiamento della popolazione, la carenza di alloggi dovuta anche al mancato recupero del patrimonio immobiliare. “Non si capisce – ha concluso – la strategia sulle infrastrutture, e non sembra essere data una priorità alla mobilità sostenibile rispetto a quella su gomma” e, a questo proposito, Candia ha espresso critiche rispetto ai riferimenti, contenuti nel Piano, ai progetti per la Gronda di Levante e per l’autostrada Santo Spirito-Predosa.

Paolo Ugolini (Mov5Stelle) ha esordito: “Il limite fondamentale del nuovo PTR è che si fonda su una legge urbanistica riformata dalla legge 6 del 2021 e, se è vero che la recente legge regionale 22 del 2021 ha abrogato l’articolo 10 della stessa legge 6 del 2021, recependo le richieste del Ministero della Cultura, l’impianto di fondo della riformata legge urbanistica resta ed è ampiamente riprodotto nelle norme attuative del PTR”. Secondo Ugolini, dunque, la filosofia fra legge urbanistica riformata e nuovo PTR resta uguale: “Invece di vedere ambiente e paesaggio e le norme che li tutelano come una risorsa, questi vengono presentati come un vincolo allo sviluppo e viene, dunque, messa in discussione l’impostazione sull’unitarietà della disciplina paesaggistica, cosa che aveva, invece, affermato la Corte Costituzionale”.

Secondo il consigliere, dunque, nel PTR non è stata colta l’occasione di rivedere i contenuti del nuovo strumento di pianificazione, secondo le richieste del Ministero della Cultura. Nel merito del provvedimento Ugolini ha rilevato: “Resta una visione “sviluppista” su infrastrutture, promuovendo grandi opere pubbliche in modo indiscriminato senza tenere conto degli indirizzi europei sulla transizione ecologica, e sull’entroterra, con un potenziale consumo del suolo, in contrasto con le comunicazioni della Commissione sulla Strategia del suolo della Ue del 17 novembre scorso”.

Luca Garibaldi (Pd-Articolo Uno) ha iniziato l’illustrazione della relazione di minoranza (che proseguirà nel pomeriggio, ndr) criticando la linea politica e l’orizzonte del Piano. Il consigliere ha evidenziato la necessità di coordinare il PTR con il Piano Paesaggistico regionale ricordando che molti Comuni non hanno ancora adottato il Puc, mentre la Regione ha dato in carico anche l’elaborazione del Piano sui servizi e le infrastrutture (PSI): “Si poteva – ha detto – anticipare il PTR e poi adeguare successivamente gli altri strumenti urbanistici”.

Rispetto all’iter del Piano, Garibaldi dopo avere convenuto sulle oggettive difficoltà provocate dalla pandemia, ha rilevato che alcune riflessioni collegate all’emergenza non sono contenute nel piano strategico e negli indirizzi politici del progetto. “La Liguria – ha aggiunto – è una sommatoria di crisi fra cui quella demografica, economica, dell’occupazione giovanile e di un modello di sviluppo proposto da questa giunta. Non si vedono nel Piano le linee di azione che si vogliono attuare rispetto alla logistica, al turismo, alla ricerca e all’università”. Secondo Garibaldi non viene tenuto conto delle diverse peculiarità del territorio e non vengono sviluppate interconnessioni fra aree differenti.

“Sembrava strano che qualcuno di nostra conoscenza non fosse ancora intervenuto per ricordarci quanto sia facile amministrare una regione ‘con i se e con i ma’, aiutandosi di tanto in tanto con una bacchetta magica. – dichiara il gruppo consiliare in Regione della Lista Toti Liguria – E infatti, puntualmente, in occasione della presentazione del nuovo Piano territoriale regionale, non sono mancate le bizzarre osservazioni del candidato presidente meno votato della storia, stiamo parlando, ovviamente, di Ferruccio Sansa”.

“In una lunga dissertazione sui social il nostro baldo oppositore si scaglia contro il nuovo documento di pianificazione strategico di cui la nostra Regione ha finalmente scelto di dotarsi, un documento che, vale la pena sottolinearlo, era atteso da oltre 20 anni e che, ‘casualmente’, è maturato solo sotto l’amministrazione di Giovanni Toti. – proseguono i consiglieri arancioni – Sansa prosegue senza mezzi termini che il nuovo Piano territoriale rappresenta un ‘balzo di vent’anni, ma indietro nel tempo’, sostenendo che è ritornato il famigerato ‘Partito del cemento’ (è una perifrasi alla quale deve essere molto affezionato) e che (udite, udite!) il Piano preveda, citiamo testualmente, ‘più strade, più porticcioli e più riqualificazione dell’entroterra’! Un vero disastro per una regione che vuole ammodernarsi ed essere competitiva nella fruizione dei servizi ai cittadini e ai turisti, hai proprio ragione, caro Ferruccio…”.

“Vogliamo mettere da parte l’ironia per un attimo e spiegare al consigliere di minoranza che dentro a questo Piano sono contenute le tutte le priorità che il territorio ha indicato e che sono state elaborate nella soluzione migliore possibile per andare incontro alle esigenze di tutti. – dice ancora il gruppo consiliare arancione – Quello approntato dall’assessore all’Urbanistica Marco Scajola e da questa Giunta regionale è un piano di prospettiva, che mira a creare lavoro, crescita e sviluppo, senza che nessuno venga lasciato indietro. L’entroterra della nostra Regione verrà valorizzato come mai accaduto prima, (ci par di capire che Sansa critichi senza aver letto il Piano) attraverso l’individuazione di poli attrattivi che diventeranno dei veri e propri hub di servizi per i cittadini, mentre l’apertura di start-up innovative consentirà di combattere lo spopolamento dei paesi dell’interno, rilanciando l’economia e il lavoro. Da quando si è insediata questa Giunta, inoltre, la rigenerazione urbana è diventato uno degli obiettivi più perseguiti dalla buona politica che abbiamo messo in atto, mentre per quanto riguarda il consumo del suolo fa davvero sorridere dover ricordare al consigliere Sansa che la Liguria, in questo ambito, è risultata essere la regione italiana con il minor consumo di suolo, e a dirlo non siamo noi, ma l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra) che ha condotto i monitoraggi assieme alle Agenzie per la Protezione dell’ambiente delle Regioni e delle Province Autonome”.

“Comprendiamo bene che Sansa avesse in mente una Liguria diversa: spenta, triste, senza opere. – conclude il gruppo consiliare della Lista Toti – Ma i liguri hanno capito quale direzione avrebbe preso la loro regione e, nelle urne, hanno saggiamente deciso di svoltare verso il futuro, lasciando da parte quella politica che in tanti anni di malgoverno aveva solamente contribuito a creare decrescita e tristezza per un territorio che invece ha potenzialità e mezzi per brillare sempre di più”.

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