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Peste suina, zona infetta pare circoscritta ma accertati altri due casi: oggi la task force regionale

Troppo presto per tirare conclusioni ma secondo gli esperti al momento l'area dove sono state trovate carcasse positive al virus è limitata all'alta Valle Scrivia

Generico gennaio 2022

LiguriaOggi (lunedì 17 gennaio), alle 12.30 la Regione Liguria ha convocato la task force per la nuova emergenza sanitaria che riunisce il presidente Giovanni Toti, l’assessore all’Agricoltura e alla Caccia Alessandro Piana, il servizio veterinario di Alisa, Anci, Camera di Commercio e il dipartimento regionale che si occupa di politiche della natura, con il compito di portare avanti un’operazione di sorveglianza e di confrontarsi con i soggetti interessati per agire con misure di contenimento.

Una convocazione arrivata dopo il ritrovamento e l’accertamento di altri due casi di peste suina su altrettante carcasse di cinghiali nella zona di Ronco Scrivia, e in attesa dell’esito di esami che con ogni probabilità ne confermeranno altri due casi nella stessa zona.

Nel frattempo, già il giorno dell’ordinanza del ministero della Salute, Regione Liguria ha scritto al governo chiedendo di attivare subito un tavolo di monitoraggio con le Regioni interessate per elaborare stime dei mancati redditi a causa della nuova ordinanza, e di predisporre sostegni per tutti i settori danneggiati dal provvedimento contro la peste suina.

Il primo fine settimana di monitoraggio da parte delle squadre composte da Alisa porta una notizia positiva e una negativa. Quella negativa è che, come previsto, i casi di peste suina sono in aumento. E in una popolazione di cinghiali stimata in 15-20 capi solo nella zona rossa, quella dei Comuni interessata dall’ordinanza di divieto, questo rappresenta una bomba pronta esplodere.

La notizia positiva, confermata dagli esperti, è che al momento le carcasse su cui è stato trovato il virus della Psa sono soltanto nella zona dell’alta valle Scrivia mentre le analisi effettuate su altre carcasse, per esempio in Alta Val Bisagno e Molassana, hanno dato esito negativo.

Questo significa che i provvedimenti presi potrebbero avere il tempo di arginare il problema e, nella migliore delle ipotesi, magari già il mese prossimo, potrebbe esserci un restringimento della zona rossa rispetto agli attuali 36 comuni liguri e 54 in totale coinvolti.

Ieri prima domenica di “chiusura” per le attività outdoor in zona rossa. Oltre a non poco spaesamento da parte dei genovesi e turisti su quali siano effettivamente i confini di luoghi, le attività precluse, le modalità di spostamento su sentieri e strade asfaltate, si è registrato un aumento dell’afflusso nei parchi e nelle aree “peste suina free” ossia nel parco dell’Aveto e in quello di Portofino.

Nella riunione di oggi il Comune di Genova proporrà l’istituzione di percorsi “protetti” da escludere dall’ordinanza – come potrebbero essere alcuni sentieri dei parchi delle mura o alcuni collegamenti all’interno dei parchi vicini alle ville storiche – ma bisogna vedere se sarà una soluzione percorribile da un punto di vista scientifico. Nei giorni scorsi il governatore Toti non è sembrato particolarmente possibilista sul tema delle deroghe.

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