Stretta

Parrucchieri ed estetisti, da oggi l’obbligo di Green Pass: attesa per il decreto con l’elenco dei negozi dove non servirà

Si va verso la modifica del sistema dei colori, Costa: "Non ha più senso, deve rimanere solo la zona rossa"

Generica
Foto d'archivio

Italia. Scatta oggi l’obbligo di green pass per accedere a parrucchieri, barbieri ed estetiste, mentre il Governo sta limando il decreto che contiene l’elenco delle attività primarie cui si potrà accedere senza certificazione: oltre ad alimentari, farmacie, ottici, negozi per acquistare legna o pallet per il riscaldamento, spuntano anche gli uffici postali, ma solo per ritirare la pensione.

L’obbligo di possedere la certificazione verde è previsto dal decreto legge dello scorso 7 gennaio e si applica fino al 31 marzo per accedere a quelli che vengono definiti “servizi alla persona”, come parrucchieri, barbieri, estetisti. La misura vale anche per i colloqui con detenuti in carcere.

Dal 1° febbraio saranno interessati pubblici uffici, servizi postali, bancari e finanziari e attività commerciali. È attesa per la giornata di oggi il decreto che individuerà i negozi “necessari per assicurare il soddisfacimento di esigenze essenziali e primarie della persona” esclusi dalla norma. Tra le novità ci sarebbe anche l’ingresso senza green pass alle poste, solo per il ritiro della pensione, mentre per gli altri servizi postali resterà necessaria la certificazione (base o rafforzata). Niente certificazione nemmeno per le attività all’aperto come benzinai, mercati, edicole. Il pass servirà invece per comprare le sigarette dal tabaccaio.

Intanto si va sempre più verso la modifica del sistema dei colori che potrebbe far finire la molte regioni in zona arancione a breve sotto la spinta dei contagi. L’ipotesi – emersa ad un tavolo tecnico cui hanno partecipato esperti del ministero della Salute e delle Regioni – è quella di considerare casi Covid soltanto i pazienti ricoverati che hanno sviluppato la malattia, senza includere gli asintomatici in ospedale per altre patologie. Ma il sottosegretario alla Salute, il ligure Andrea Costa, è ancora più drastico: “C’è una platea del 90% di vaccinati. Di fronte a questo il sistema dei colori generalizzati non ha più senso. L’unico criterio che deve rimanere è quello della zona rossa“.

La Liguria per ora non rischierebbe il passaggio in zona arancione grazie alla situazione delle terapie intensive, dove i positivi occupano “solo” il 18,55% dei posti letto (la soglia è del 30%). Quasi raggiunta invece la soglia del 40% sui posti letto in area medica. Se rimarrà in vigore la zona rossa con gli stessi criteri di oggi, le soglie saranno rispettivamente del 30% e del 40%.

Se il tavolo tecnico ha aperto ad un nuovo calcolo dei ricoverati, escludendo gli asintomatici, non è invece passata l’ipotesi di tagliare a 5 giorni la quarantena per i positivi sintomatici. Secondo gli esperti, a quanto si apprende, mancano, ad oggi, sufficienti evidenze scientifiche a sostegno dell’accorciamento dell’isolamento. Parere favorevole, poi, ad una rimodulazione del contact tracing con l’obiettivo di focalizzarlo sui sintomatici visti gli alti numeri dei contagi.

Vuoi leggere IVG.it senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.