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Covid, allarme dei dirigenti scolastici: “Sistema sanitario in tilt, impossibile rispettare le disposizioni sulla sicurezza”

Chiesto incontro urgente in Regione per trovare soluzioni adeguate: "Carenza di risorse nella sanità"

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Liguria. Alla luce di quanto sta accadendo nelle scuole liguri e savonesi circa l’applicazione delle disposizioni normative e in particolare di quanto indicato dalla circolare del 13 gennaio 2022 di Alisa, del Dipartimento di Salute e Servizi Sociali e di Formazione e Istruzione, sulle disposizioni di quarantene per gli studenti non mancano disagi e criticità: “A seguito del rapido diffondersi della variante Omicron, che i dati scientifici sottolineano colpire in particolare giovani e giovanissimi, le scuole risultano un luogo (per quanto sicuro a seguito di controllo e applicazione di protocolli di sicurezza stringenti) dove il contagio viene veicolato facilmente” affermano i sindacati di categoria e il coordinamento dei dirigenti scolastici.

Dunque, ancora polemiche sulla gestione del Covid nelle scuole in Liguria durante le ultime settimane.

“Soprattutto se, durante le mense scolastiche, non si può dar seguito al distanziamento dei due metri tra alunni consigliato dal Comitato Tecnico Scientifico a causa di spazi troppo ristretti, le scuole si trovano di fronte alla scelta di garantire la sicurezza degli alunni e del personale non erogando il servizio o riducendo il tempo scuola”.

“L’auspicio di rinvio da parte nostra delle attività didattiche in presenza per almeno una decina di giorni era dettato dal tentativo di evitare una situazione di disagio e non più gestibile organizzativamente da parte del servizio pubblico come si sta verificando. Le indicazioni ministeriali e quelle previste dalla circolare del 13 gennaio scorso risultano impraticabili nelle indicazioni verbali che emergono durante le riunioni tra istituzioni scolastiche e Asl di riferimento”.

“Atteso che ad oggi dirigenti scolastici, referenti Covid, tutto il personale scolastico cui viene chiesto di essere a disposizione per l’intera settimana dal lunedì alla domenica per 24 ore continuative, si sono dimostrati molto più che collaborativi cercando di essere di supporto alla Asl nella gestione dell’emergenza, l’evidente carenza di risorse umane nel settore della sanità, non consente evidentemente di poter operare come si dovrebbe nel rispetto delle indicazioni operative date e cosa ancor più grave nel rispetto della sicurezza”.

“Attualmente, rispetto alle disposizioni sanitarie richieste della sorveglianza con testing in caso di attività didattica in presenza nella scuola primaria e riprese nella circolare di Alisa del 13 gennaio, viene meno l’immediata emissione di provvedimenti che non solo non consentirebbero alle scuole di poter operare in sicurezza ponendo gli alunni in Dad ma servono alle stesse famiglie sia per dare seguito all’esecuzione dei tampone T0 e T5 fruendone con gratuità, sia per presentarne richiesta nei luoghi di lavoro a seguito di assenze dovute a quarantene preventive”.

“I dirigenti segnalano che questa situazione a oggi non è più accettabile e chiedono un incontro per trovare tempestivamente una soluzione che non potrà più essere quella della richiesta di presa in carico da parte delle istituzioni scolastiche di atti che non sono di loro competenza” aggiungono ancora le sigle sindacali della scuole e il coordinamento dei dirigenti scolastici.

“In caso di contagio a scuola gli alunni vengono messi in Dad, con problemi sia per i ragazzi sia per i genitori e certamente anche per il personale scolastico costretto ad affrontare quotidianamente situazioni di emergenza. Le Asl infatti non riescono ad inviare in tempi rapidi le disposizioni di quarantena con il risultato che molti genitori non avendo la documentazione necessaria non possono chiedere i permessi e devono obbligatoriamente consumare ferie, riposi compensativi o altro per giustificare l’assenza dal lavoro”.

In base alle norme vigenti, per i genitori degli studenti in Dad è previsto infatti il congedo parentale (solo uno alla volta in modalità alternata) per la durata della quarantena.

Le inefficienze del sistema si scaricano completamente sui ragazzi ma anche sui genitori, creando discriminazioni tra chi ha condizioni flessibili, come ad esempio un lavoro che permette lo smart working, o altri che sono legati al posto di lavoro e subiscono le conseguenze di questa disorganizzazione comprensibile all’inizio della pandemia, non certo dopo due anni” concludono.

“Da una rilevazione – dice Francesco Devoti della rete studentesca – ci risulta che, in realtà, le classi in didattica a distanza in Liguria siano circa il 30% a fronte dell’8% comunicato dal ministero. La rilevazione, effettuata contattando i rappresentanti di diverse scuole, presenta dati concreti che dimostrano la poca attendibilità dei dati del ministero”.

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