Savona. Si chiama didattica a distanza, o più semplicemente Dad, ed è diventato l’incubo di studenti, insegnanti e famiglie (QUI lo sfogo di alcuni genitori). Ormai da tempo si è costretti alle lezioni da remoto, ma il marasma di regole con cui ogni famiglia e scuola deve fare i conti ha creato ulteriore confusione e, unito ai contagi da Omicron, ha provocato un’impennata di classi in quarantena.
Si vede chiaramente dai numeri. Nel savonese due classi su 10, precisamente 322 su un totale di 1506, sono costrette a casa e ad avere la peggio sono i bambini più piccoli. La metà delle classi della scuola dell’infanzia (80 su 157), infatti, è in quarantena. Il motivo è semplice, per asili e scuole materne le regole sono più ferree: isolamento per tutta la classe con un solo caso positivo.
Norme diverse invece per le elementari, dove si va in Dad solo con due o più casi di Covid-19, situazione che al momento si verifica in 115 classi della nostra provincia, ovvero nel 23% dei casi.
Numeri più ridotti, ma comunque alti se si considera una media di 20 studenti a classe, per medie e superiori. Secondo gli ultimi dati forniti da Asl che risalgono a ieri (27 gennaio), sono 127 le classe in quarantena su un totale di 832, ovvero circa 2.500 studenti. Ciò significa che nel 15% delle classi savonesi ci sono tre o più ragazzi positivi, requisito che fa scattare la Dad.
Dal conteggio, ovviamente, sono esclusi tutti quei casi in cui i positivi sono uno o due. Questo perché, per le scuole secondarie, le regole sono diverse e più complesse. Con un positivo, autosorveglianza per tutta la classe e uso della mascherina ffp2. Con due positivi, c’è una differenza: chi non è vaccinato, chi ha fatto 2 dosi di vaccino o è guarito da più di 120 giorni e non ha avuto la dose di richiamo andrà in Dad per 10 giorni, mentre per gli altri autosorveglianza e lezioni in presenza, ovviamente con indosso la ffp2.
In una settimana triplicate le classi in quarantena
Se il numero di ieri di classi in quarantena nel savonese non rappresenta il picco raggiunto (che risale a mercoledì, quando erano 377), la situazione rimane comunque problematica. Sono ancora troppi gli studenti, dai più piccoli ai più grandi, che a causa delle nuove regole e della crescita dei contagi devono rinunciare alle lezioni in presenza.
Rispetto alla scorsa settimana, i dati sono triplicati. Lunedì 24 gennaio si è arrivati a 1.344 classi in quarantena in Liguria, contro le 468 di sette giorni prima.
Ma la crescita non è dovuta solo alla corsa sfrenata del coronavirus nella sua variante Omicron, destinata ormai a rimpiazzare completamente la Delta e a rendere il Covid una malattia endemica. Fino alla scorsa settimana, infatti, le aziende sanitarie avevano serie difficoltà a sbrigare tutte le pratiche, col risultato che molte classi finivano in quarantena su disposizione dei dirigenti senza che il provvedimento venisse formalizzato dagli uffici di prevenzione. Situazione che, tra l’altro, impediva ai genitori di fare domanda per il congedo parentale previsto dalla normativa vigente.
La richiesta delle Regioni: niente dad per gli asintomatici
Per cercare di semplificare il protocollo ed evitare che i numeri delle classi in quarantena continuino ad essere così alti, le Regioni hanno presentato al governo una proposta che prevede di garantire lezioni in presenza a tutti gli asintomatici, sospendere il contact tracing, ma mantenere l’autosorveglianza.
Una richiesta, però, definita “irricevibile” dagli esperti del Ministero della Salute. In questo modo, infatti, il tampone sarebbe riservato solo agli studenti che presentano sintomi, ma questo implicherebbe la possibilità che chi non li ha ma è positivo continui ad andare tra i banchi di scuola non sapendo di essere stato contagiato.
Vaccinazioni a rilento per la fascia 5-11 anni
Secondo i dati dell’ultimo report settimanale della Fondazione Gimbe, la Liguria continua a non eccellere nella vaccinazione della fascia pediatrica 5-11 anni. Solo il 20,9% dei bambini vaccinabili ha ricevuto la prima dose (29,4% la media italiana) e il 7% ha completato il ciclo (9,1% a livello nazionale).
Per cercare di sensibilizzare maggiormente le famiglie, la Regione sta cercando di facilitare l’accesso ai vaccini anti Covid tramite alcune iniziative. Tra queste il progetto pilota che prenderà il via lunedì nell’entroterra genovese e che prevede che le vaccinazioni vengano somministrate direttamente negli istituti scolastici. Progetto che non è escluso arrivi anche nel savonese, l’Asl 2 ha avviato una ricognizione propedeutica per l’eventuale avvio del nuovo servizio, ma tutto dipenderà dalle risorse a disposizione.