Celle Ligure. Prezioso, protetto da una teca, in fondo alla navata di sinistra, vicino all’altare. Una Betlemme all’alba e fino al buio della notte. Le fasi del giorno scandite dalle note di un organo che tengono compagnia al Presepe con le sue statue.
Le stesse, da sempre. Sacra Famiglia, pastori, Re Magi, animali. Fanno parte dell’insieme presepiale acquistato da don Agostino Delfino, parroco di San Michele dal 1890 fino alla morte, nel 1931. Lui, sacerdote appassionato d’arte e promotore di diversi interventi di questo tipo, come ad esempio l’elegante sagrato a pietre bianche e nere della chiesa, dopo la sua scomparsa, divenuto proprietà della parrocchia.
Le statue del Presepe di San Michele Arcangelo sono opere in terracotta modellata e dipinta a freddo, realizzate dallo scultore savonese Antonio Brilla e risalgono agli anni compresi tra il 1860 e il 1880. Sono figure variamente atteggiate, dalle fattezze tipiche del repertorio presepiale ligure, ma caratterizzate da una certa vivacità nelle pose e nelle espressioni. All’epoca venivano create tramite stampi, ma il maestro interveniva nella definizione dei particolari.
Il Presepe di quest’anno riproduce l’ambiente della campagna, delle colline che caratterizzano le alture di Celle. Sono state infatti inserite molte foglie per riprodurre un fondo naturale su cui posano i personaggi, ma anche per riprendere il tema del grande pannello posizionato all’esterno, a sinistra del Presepe stesso che ha come titolo “L’albero della nostra Comunità”. Su di esso campeggia il disegno di una pianta alta e nodosa che i fedeli della comunità stanno arricchendo con l’aggiunta di foglie. Ogni persona che si senta partecipe della vita parrocchiale simbolicamente è invitata ad attaccare la propria foglia. La frase esplicativa recita: “Con la partecipazione di ognuno la Comunità è più rigogliosa”.