Una ripresa alternativa quella che andrà in scena tra qualche giorno, o per meglio dire “solista”.
Ormai è noto lo slittamento della ripartenza per le compagini a scendere dalla Promozione (compresa); ad incrementare il quantitativo dei rinvii, ieri si è aggiunto il prolungamento per il prosieguo delle Serie D, comunque già un campionato di valenza nazionale.
Ma in Eccellenza pare non ci siano dubbi: domenica si scenderà in campo, come se nulla fosse.
C’è da specificare che l’organo competente per la D è diverso rispetto alle altre categorie minori: bisogna distinguere tra un concetto nazionale e regionale. Tuttavia, appare molto singolare il fatto che una “serie di mezzo” come l’Eccellenza possa ripartire quando attorno ad essa tutto è fermo.
In Eccellenza A c’è stato subito il rinvio della gara tra Cairese e Pietra, a causa del focolaio avvenuto tra le file dei locali. Ma tutto tace finora.
Questo fatto ha scaturito molte discussioni, specialmente dai diretti interessati: dagli addetti ai lavori.
Alcuni dei protagonisti del campionato sono intervenuti per dire la loro in una situazione che pare essere parecchio disagiata.
LUCA FILADELLI (PIETRA)
Il comparto dirigenziale è il primo ad essere informato su decisioni di questo tipo, dovendo poi agire di conseguenza comunicandole e organizzando il futuro. Il DG del Pietra Ligure ha fatto un’analisi toccando vari aspetti: “È curioso vedere rimandare quattro partite in Serie A, non giocare la B e la C, posticipare la D e dalla Promozione in giù, e vedere regolarmente proseguire l’Eccellenza. Come Società, nel corso di questa stagione, ci siamo sempre dichiarati favorevoli alla prosecuzione dei campionati ma la recente sospensione della Serie D, a mio modo di vedere, avrebbe reso logica la sospensione anche dell’ultimo campionato in attività. Detto questo, la cosa che più mi preoccupa non è il fatto di giocare, ma le modalità di scelta su eventuali rinvii di partite. Se il metro di valutazione rimarrà questo, ovvero quello che si basa su regole di rinvio poco chiare e che ti permette di recuperare un calciatore dopo una visita appositamente istituita per chi guarisce dal Covid da svolgere ad un mese dalla guarigione dal virus (che significa perdere il giocatore contagiato per minimo 40 giorni), penso che nelle prossime settimane di partite se ne vedranno ben poche ed il sistema rischierà di ingolfarsi. Se, invece, tale metro cambierà nel prossimo futuro, mi sentirò sfavorito dal rinvio della partita di domenica che, oltre ad essere al momento l’unico del nostro girone, ci porterà quasi certamente a disputare una partita infrasettimanale in serale a Cairo in un periodo dell’anno certamente non eccezionale dal punto di vista climatico.
Mettere tutti d’accordo sarà più difficile del solito, quasi impossibile, ma in un torneo così corto ogni partita diventa fondamentale per il piazzamento finale, ed il rischio di alterare i valori del campionato, con questi presupposti, è pressoché scontato”.
DIEGO ALESSI (CAIRESE)
Con la sua squadra tra le più colpite dal covid al momento, il tecnico gialloblù vuole continuare a lavorare sul campo ma ha molte perplessità: “Allenare è molto difficile visto il periodo e i contagiati che abbiamo noi, come li hanno anche gli altri. Spero che con la terza si dose si possa tornare a vivere nel modo più normale possibile, facendo sì che le attività sportive possano continuare. Inoltre, trovo penalizzante lo stop di 30 giorni per i calciatori dopo il periodo di positività: se si vuole proseguire bisogna trovare una contromisura fattibile per tutte le società, in modo da avere i giocatori a disposizione almeno alla loro guarigione”.
ALESSANDRO LUPO (ALBENGA)
Appena rientrato proprio dal covid, mister Lupo, che ha militato molto in categorie importanti, è rimasto stupito da questa decisione: “Questa è una cosa che devono spiegare, quando l’avranno fatto ne prenderemo atto: se in categorie superiori si sono fermati, trovo ridicolo non fermare anche l’Eccellenza, che è un campionato minore. Non credo sia una decisione coerente a ciò che ci sta intorno, essendo l’unico campionato che vada avanti. Non è una polemica la mia, sia chiaro, ma solo una considerazione personale”.
PIETRO BUTTU (FINALE)
Un altro grande big della panchina, autore di risultati con il suo Finale che sono destinati a rimanere nella storia del calcio ligure. Il tecnico ingauno guarda dubbioso al futuro, conscio delle difficoltà che potranno riscontrarsi: “Il campionato riprende perché è diventato di rilevanza nazionale mentre le serie minori sono ferme, compreso il settore giovanile che è il più penalizzato di tutti. Indipendentemente dal falsare il campionato, quello che serve adesso è tutelare la salute degli atleti e chi segue le squadre alla domenica. La lungaggine nel rientrare per chi ha avuto il covid, tra calciatori e membri dello staff, rischia di falsare veramente le cose: in un campionato così corto, dove tra sette domeniche finisce il girone, perdere degli elementi per all’incirca un mese diventerebbe un grosso problema”.
Le sensazioni non sono delle migliori, ma non resta che aspettare ulteriori novità in attesa di scoprire come ripartiranno congiuntamente anche le altre categorie.