Savona. I finanzieri di Savona, nell’ambito dei controlli nei confronti dei soggetti percettori dei bonus spesa Covid-19, hanno scoperto 299 soggetti che hanno ottenuto indebitamente il beneficio, dichiarando di trovarsi in condizioni di difficoltà economica, ovvero di indigenza tali da non consentire neanche l’acquisto di generi alimentari e di prima necessità.
In particolare, dall’esame delle 3.800 istanze acquisite dal Gruppo di Savona e dalle Tenenze di Finale Ligure e Cairo Montenotte in 16 comuni della provincia, per un ammontare complessivo di oltre 800 mila euro, sono emerse diverse irregolarità che hanno consentito a più persone – attraverso dichiarazioni false – di beneficiare illegittimamente del contributo pubblico erogato dallo Stato per aiutare le famiglie in difficoltà.
Le principali anomalie rilevate nelle autocertificazioni prodotte per accedere al bonus hanno riguardato l’indicazione di componenti del nucleo famigliare risultati poi fittizi, l’omessa indicazione della percezione di altri sussidi pubblici o false dichiarazioni circa il patrimonio posseduto.
In particolare, cinque soggetti residenti in Valbormida hanno omesso di dichiarare il possesso di depositi bancari/postali per complessivi 75 mila euro, che avrebbero escluso in diritto al sussidio. In un altro caso due soggetti conviventi, uno dei quali percepiva anche l’indennità di cassa integrazione, avevano entrambi presentato istanza ed ottenuto il contributo. Un terzo soggetto beneficiario del bonus spesa, risultava aver già percepito l’indennità di disoccupazione ed il reddito di cittadinanza. Curioso il caso di un soggetto residente in un comune, che ha percepito il buono spesa da un comune differente.
I Finanzieri della Compagnia di Albenga, esaminando le istanze acquisite presso sei comuni del ponente savonese, circa 2.600 in tutto e per un ammontare complessivo di oltre 340.000 euro, hanno – anche in questo caso – individuato molteplici irregolarità per cui uno o più componenti dei nuclei familiari monitorati beneficiavano già del reddito di cittadinanza o altre prestazioni sociali agevolate oppure avevano omesso di dichiarare il proprio patrimonio. In alcuni casi è risultata alterata la composizione del numero dei familiari, con l’indicazione di soggetti inesistenti o non conviventi, con lo scopo di incrementare la somma da percepire.
Emblematico il caso di una donna di nazionalità italiana, che negli ultimi due anni aveva già ricevuto dallo Stato, a titolo indennità di disoccupazione, somme per complessivi 37 mila euro.
Numerose le istanze in cui è stata omessa la percezione del reddito di cittadinanza. In due casi i richiedenti sono risultati già beneficiari del reddito di cittadinanza, ambedue per una somma di 1.200 euro circa: nel primo caso, il beneficiario del reddito di cittadinanza era lo stesso richiedente il bonus spesa, mentre nel secondo caso, beneficiaria del reddito di cittadinanza era la coniuge del richiedente.
I 299 soggetti che hanno ottenuto indebitamente il buono spesa per un importo di oltre 65 mila euro sono stati segnalati agli Enti Comunali erogatori, per il recupero delle somme indebitamente percepite ed è stata loro contestata di indebita percezione di erogazioni pubbliche, che prevede una sanzione amministrativa da un minimo di € 5.164 ad un massimo di € 25.822, ma comunque non superiore al triplo del beneficio conseguito.
“Le attività di controllo – fanno sapere dal Comando di Savona – testimoniano l’impegno della Guardia di Finanza nell’azione di contrasto ad ogni forma di illecito a danno della Spesa Pubblica Nazionale, al fine di prevenire e reprimere, soprattutto in un periodo di crisi economica e sociale causata dall’emergenza sanitaria, le fattispecie di indebita percezione delle risorse pubbliche destinate alle famiglie realmente bisognose e maggiormente colpite dagli effetti economici derivanti dall’emergenza epidemiologica in atto”.