Ricordo

Oggi 43 anni dall’assassinio di Guido Rossa, il ricordo della politica: “Un esempio di cui oggi abbiamo bisogno”

Bellegoni (Pci): "Egli ha passato la sua vita nel partito e non ha mai mostrato dubbi su questa scelta fino a dare la vita, come tante altre e altri, proprio per il suo Partito"

guido rossa

Liguria. Era il 24 gennaio 1979 quando le Brigate Rosse uccisero Guido Rossa, operaio dell’Italsider di Genova. Operaio di origine veneta, nato nel 1934 a Cesiomaggiore, si trasferì sotto la Lanterna nel 1961 per lavorare all’Italsider venendo, l’anno seguente, eletto nel consiglio di fabbrica per la Fiom-Cgil. Iscritto al Partito Comunista Italiano, decise di denunciare un collega appartenente alle Brigate Rosse: per questo, la mattina del 24 gennaio un commando lo attese in strada mentre raggiungeva l’auto per andare al lavoro e gli sparò, uccidendolo.

TOTI: “Dal suo sacrificio è passata quell’unità nazionale che ci ha permesso di battere il terrorismo”

“Di Guido Rossa ricorderemo il coraggio di denunciare, di non arrendersi per costruire un futuro migliore. Il suo spirito è da sempre lo spirito della nostra città, che ha nel suo Dna la voglia di guardare avanti. Oggi non sarò presente alla sua commemorazione per la votazione a Roma del nostro Presidente della Repubblica, ma il primo pensiero della giornata va a lui. Dal suo sacrificio è passata quell’unità nazionale che ci ha permesso di combattere il terrorismo. Un esempio di cui oggi più che mai abbiamo bisogno”. Così il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti.

CAVO: “La sua storia un esempio per i giovani. Ci ha insegnato il valore della democrazia”

“In una giornata come quella di oggi è importante parlare soprattutto alle scuole, ai ragazzi: questo momento, questo ricordo è attualità, quello che oggi noi ricordiamo dopo 43 anni non è qualcosa che appartiene solo ai libri di storia, ma deve essere ricordato nella sua drammaticità, ma anche nei suoi valori”.

Così l’assessore regionale alla scuola e alla formazione Ilaria Cavo, in rappresentanza di Regione Liguria, ha ricordato oggi la figura di Guido Rossa, operaio dell’Italsider assassinato dalle Brigate Rosse il 24 gennaio 1979, nelle due cerimonie prima in via Fracchia, luogo dove fu ucciso, e poi nello stabilimento di Acciaierie d’Italia dove Rossa lavorava. Ai due eventi hanno partecipato anche gli studenti di due scuole, l’istituto comprensivo Oregina e l’Istituto Tecnico Gastaldi Abba.

“Lo ricordiamo nella sua fabbrica, il luogo delle sue fatiche e della sua condanna. Tre anni fa il presidente della Repubblica, ricordandoci che ‘seppe battersi per tutti senza voler diventare un eroe’, ha sottolineato il ruolo centrale che proprio l’industria ha avuto nella difesa della democrazia laddove l’eversione pretendeva di costruire un consenso di massa ignorando il carattere profondamente democratico dei lavoratori. In questo luogo, le acciaierie, Guido Rossa ha scelto lo Stato: ha firmato la denuncia contro l’operaio e collega Berardi consapevole dei rischi, ma determinato nella sua scelta” ha ripreso.

“Il suo assassinio ha comportato un deciso cambio di atteggiamento della classe operaia nei confronti del terrorismo, ha creato una particolare coesione tra forze e politiche e sociali che hanno saputo trovare unità nei momenti cruciali. Noi oggi ricordiamo Guido Rossa, uomo di partito, operaio, sindacalista, ma ricordiamo anche le sue passioni private. La mostra ‘Guido’ in corso fino al 20 febbraio al Palazzo Ducale, ci racconta un uomo moderno, il fotografo che ha colto nei suoi scatti, non solo la sua passione, ma anche la capacità di denuncia, di racconto, di lotta contro l’indifferenza. Emerge un uomo che amava la montagna e le cordate. E proprio quest’ultima immagine è stata riproposta oggi ai ragazzi perché imparino dalla sua storia quanto sia importante e necessario rimanere in cordata e quanto nessuno debba essere lasciato solo” ha concluso l’assessore Cavo.

PCI: “Punto di riferimento, parte della nostra storia”

Al ricordo si unisce anche la sezione ligure del Partito Comunista Italiano: “Era il 24 gennaio del 1979, io non ero ancora nato; le Brigate Rosse uccisero Guido Rossa, Compagno del PCI, sindacalista. Guido Rossa era un comunista. Non era solo un “sindacalista”, ne solo un “cittadino contro le BR” come ci si limita a dire oggi nelle rare occasioni in cui si parla di lui. Non si può comprendere o, peggio, isolare la sua scelta al di fuori del contesto complessivo di tutte le lotte allora sostenute e degli obiettivi di fondo che richiamavano, ne dal suo carattere collettivo ovvero come singolo momento di una scelta e di un impegno che erano di grandi masse”.

“Nessuno deve tentare di appropriarsi della figura e della vita del compagno Guido Rossa snaturandola o speculando su di essa. Egli ha passato la sua vita nel PCI e non ha mai mostrato dubbi su questa scelta fino a dare la vita, come tante altre e altri, proprio per il suo Partito. Non cerchino di strumentalizzarlo politicanti ed avventurieri odierni, ruffiani e starnazzanti, che non avrebbero mai avuto il suo coraggio e la sua coerenza. Guido Rossa, non da solo, testimonia la diversità di classe dei Comunisti che non ha a che fare in alcun modo con cialtroni e carrieristi, vili ed omertosi che popolano oggi la fauna politica anche in quella pseudo sinistra che, di fatto, si è rivelata la tomba della sinistra stessa”, prosegue Matteo Bellegoni del Pci.

“Non è questa risma di gente che può parlare di lui: che si condividano o meno le sue scelte, egli rappresenta un tipo di umanità diversa. Un vero Partito Comunista non può che onorare la sua memoria senza riserve ne distinzioni da tutti gli altri caduti: tutti loro sono la gloria della nostra storia e la speranza per il nostro futuro. Mio padre, alla sua morte, assieme ad altri Compagni, volle, fortemente, intitolargli la sezione del Partito Comunista Italiano del quartiere Grisei di Sarzana. Lo volle fortemente per rimarcare quanto i Comunisti fossero contro il terrorismo e dalla parte della Costituzione. Di quella sezione conservo gelosamente una bandiera rossa, ricamata, bellissima, di mio padre. Ogni tanto la stringo tra le mani, ne “assaporo” l’essenza”.

“Guido Rossa, i Comunisti, i Compagni come mio padre sono punti di riferimento, sono parte della nostra storia. È di questa grande storia che non accetta ipocrisie, qualunquismo e giustizia a metà di cui dobbiamo andare orgogliosi e di cui non dobbiamo mai perdere memoria per poter superare qualsiasi ostacolo e per lavorare alla ricostruzione di un “tessuto” morale e culturale, di un Partito Comunista degno che, come allora, possa contribuire a regalare un futuro migliore a lavoratori, a meno abbienti, al nostro Paese”, ha concluso Bellegoni.

RIXI: “Di fronte a responsabilità non si è voltato dall’altra parte”

“Oltre 40 anni fa l’omicidio politico di Guido Rossa segnò una svolta nella storia d’Italia. Purtroppo quest’anno non posso partecipare alla commemorazione a Genova perché sono a Roma impegnato sull’elezione del prossimo Capo dello Stato. Voglio comunque ricordarlo, con una prospettiva diversa. Una vita parallela in cui la dimensione sociale e politica seguiva la sua personalità sensibile alla natura, all’arte e alla poesia. Un padre, un operaio, un sindacalista, un alpinista. Un uomo perbene che di fronte alle sue responsabilità non si è voltato dall’altra parte”. Lo dice in una nota il deputato genovese della Lega Edoardo Rixi, componente Commissione Trasporti e  responsabile nazionale Infrastrutture del partito.

CASSINELLI E BAGNASCO: “I suoi valori resistono nella nostra società”

“L’omicidio di Guido Rossa avvenuto a Genova 43 anni fa ha segnato il punto di non ritorno per il terrorismo e per lo stragismo. I valori dell’operaio e sindacalista che non si è voltato dall’altra parte fanno parte del Dna della nostra società. Una lezione che ogni anno si rinnova. L’iter per eleggere il prossimo presidente della Repubblica non ci permette di partecipare alla sua commemorazione, ma non possiamo fare a meno di ricordare che i valori dell’uomo Guido Rossa resistono più vivi che mai”. Lo dichiarano i deputati di Forza Italia Roberto Cassinelli e Roberto Bagnasco.

PD GENOVA E LIGURIA: “Ricordiamo il coraggio di un uomo che non si è tirato indietro e ha pagato con la vita la lotta al terrorismo”

“43 anni fa le Brigate Rosse uccidevano Guido Rossa, operaio, delegato sindacale, militante del PCI. Ricordiamo il suo rigore e il coraggio di opporsi al terrorismo, il suo impegno dentro lo stabilimento di Cornigliano, con i suoi colleghi di lavoro e di sindacato: ha lottato perché le forze estremiste e violente non entrassero nelle fabbriche. Scelse di difendere con la vita la democrazia, la Repubblica e la Costituzione. È anche grazie a lui, al suo coraggio, che il nostro Paese è riuscito a uscire da una delle peggiori pagine della sua storia”. Lo affermano i rappresentanti del gruppo consiliare del Partito Democratico in Regione, il Partito Democratico di Genova e il gruppo consiliare del Partito Democratico di Genova.

LISTA TOTI LIGURIA: “Anche ad anni di distanza occorre continuare a mantenere vivo il ricordo di Guido Rossa”

“Guido Rossa veniva ucciso 43 anni fa, a Genova, dalle Brigate Rosse. La sua morte, mai dimenticata, riporta alla mente il suo coraggio e la sua forza di opporsi e battersi contro il terrorismo. Anche oggi, a distanza di tanti anni, abbiamo bisogno di ricordare e continuare a mantenere vivo il ricordo del suo esempio. Il suo impegno e la sua abnegazione furono determinanti per tenere le forze eversive e violente fuori dalle fabbriche e dai luoghi di lavoro. La sua opposizione al terrorismo merita di venire ricordata sempre e non solo nel giorno del ricordo del suo brutale assassinio”.

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