Calcio

Agli istruttori della teen-generation non deve mai mancare l’entusiasmo

Lo speciale del Ct Vaniglia

Lo speciale del Ct Vaniglia

L’intervista che proponiamo svolta da Agenda Di Mercato era stata dedicata a Cosimo D’Ippolito, ex allenatore delle giovanili dell’ASD Atletico Manduria e della Savese, dirigente accompagnatore del Taranto, osservatore del Sassuolo e del Modena, aspirante agente Fifa ed ottimo conoscitore di calcio giovanile e consideriamo che rappresenti una delle più riuscite per eccellenza come riferimento per allenatori, esperti, appassionati e addetti ai lavori, cui stanno a cuore le sorti del calcio giovanile.

Ne riportiamo i passaggi principali nella certezza che suscitino interesse e spunti di riflessione, nonchè offrano un prezioso contributo su opinioni e metodologie per un ruolo così importante. Abbiamo insomma voluto scoprire qualcosa in più sui giovani calciatori e su come, nelle difficoltà generali di una partita giovanile, sia possibile scovare il talento.

Nell’osservare una partita di giovanissimi calciatori che cosa si nota immediatamente?
“Specie nelle partite dei settori giovanili dilettantistici, si registra in genere una grande confusione a caratterizzare lo sviluppo del gioco ,questo perché spesso sono in campo pochi giocatori con buoni tempi di gioco. Ne derivano molte interruzioni di gioco (visto che la palla esce con frequenza), molti rimpalli, un affollamento senza ordine di ragazzini intorno alla sfera, ecc. Ciò in quanto il pallone, magari anche calciato con buona tecnica, viene lanciato prima del movimento del compagno o, viceversa, viene lanciato dopo il movimento del compagno. Ecco svelato l’arcano: mancano i tempi di gioco! Attenzione: anche all’interno di una partita dove regna il caos è comunque possibile individuare il giovane di talento, che è colui che sa sempre scegliere il tempo giusto nel passaggio del pallone, sa trattenere il pallone una frazione di secondo in più per permettere il movimento del compagno, sa quando scegliere il momento per anticipare un avversario, sa quando inserirsi senza pallone con i tempi giusti.

Qual è uno degli errori più comuni che un osservatore rischia di commettere visionando una partita del settore giovanile?
Quello di dare troppa importanza alla struttura fisica del giovane calciatore. Il giovane calciatore con crescita morfologica superiore alla media e quindi in grado di sovrastare fisicamente i suoi coetanei non è detto che sia un giocatore interessante se sprovvisto di buoni tempi di gioco. Il prevalere sui suoi coetanei nei primi anni di settore giovanile non deve trarre in inganno l’osservatore. Quello stesso ragazzo, una volta raggiunto “fisicamente” dai suoi compagni, se sprovvisto di naturali tempi di gioco, non sarà più in grado di fare la differenza, sarà diventato una meteora, un calciatore destinato a palcoscenici dilettantistici o poco più. E’ pacifico che la forza fisica in un calciatore debba esserci, specie se pensiamo a quanto “muscolare” sia diventato il calcio moderno rispetto a quello di un tempo, ma dovrà essere solo un valore aggiunto nel calciatore che, per prima cosa, per ambire a traguardi agonistici di primissimo livello, dovrà essere dotato di eccellenti tempi di gioco.

Una passione per lo sport e per il calcio su tutto. Da cosa viene determinato tutto questo?
Dall’entusiasmo. L’ entusiasmo che si concretizza nel vedere giovani che amano lo sport e al tempo stesso quello di essere una speranza per loro. Quello per fortuna c’è sempre e non si affievolisce. Non mi scoraggia nulla e anche le difficoltà che si presentano durante il percorso vengono di conseguenza superate.

Quanto sono importanti i tornei e quali altri metodologie di confronto ritieni opportuno sviluppare nel settore ? Convegni tra i tecnici, camp all’estero o altro?
Penso che il confronto sia alla base di tutto e solo grazie ad esso si possa crescere individualmente e come movimento. Personalmente cerco di partecipare a convegni e riunioni di aggiornamento il più possibile ma trovo che il confronto migliore sia quello su campo. La possibilità di osservare il lavoro altrui direttamente (se non ancor meglio collaborare) e poi, successivamente ad esso, potersi confrontare su ciò che più ha colpito od interessa sia la cosa migliore. Proprio perché in questo modo ogni persona, avendo un diverso bagaglio di esperienze e diversi interessi, può ricavare informazioni più a sua immagine e somiglianza.

Guardando in Italia quali altri settori giovanili ritieni all’avanguardia e perché?
Innanzitutto sottolineo il fatto che sia importante prendere spunti da molte società, ma non bisogna mai pensare di trovare soluzioni o modelli definitivi, visto che è impossibile proporre soluzioni ed impostazioni simili in realtà differenti. Fatta questa premessa trovo vi siano alcuni modelli di riferimento e di stimolo per quanto mi riguarda. In primis un modello di valori ed attaccamento alla società risulta essere sicuramente vincente. L’unità, l’umiltà ed il rispetto della persona e dei bimbi sono veramente fondamentali. Pertanto dico che realtà di certo importanti sono Atalanta, Chievo ed Empoli che da anni investono con ottimi risultati sulle loro giovanili.

Vuoi leggere IVG.it senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.