Il punto

Variante Omicron, Toti: “In Liguria diffusione tra l’11 e il 15%, avanti con le terze dosi”

Il governatore: "Obiettivo 100mila dosi alla settimana". Chiusura delle scuole in Liguria? "Troppo presto per decidere, ma nel caso riguarderà solo le aree a rischio"

toti vaccino covid

Liguria. “La variante Omicron è diffusa in Liguria tra l’11 e il 15%, un po’ meno della media nazionale. Vedremo nelle prossime settimane quali sono gli effetti sugli ospedali”. Così il presidente Giovanni Toti durante il punto stampa sulla situazione del Covid in Liguria.

Fino a ieri risultava un solo caso in Liguria, quello di una 71enne di Andora tornata dal Sudafrica. I dati dell’ultima sorveglianza hanno restituito esiti diversi. La stima fornita oggi dall’Iss, basata sulle analisi preliminari di tamponi raccolti il 20 dicembre, parla di una diffusione a livello nazionale intorno al 28% ma “con forti variabilità regionali”.

Anche se i risultati sono ancora parziali, “la stima conferma la grande velocità di diffusione della variante, che sembra dare focolai molto estesi in breve tempo e si avvia ad essere maggioritaria in breve tempo, come sta già avvenendo in diversi altri paesi europei”, ha spiegato il presidente dell’Iss Silvio Brusaferro. “In base ai dati disponibili le armi a disposizione sono la vaccinazione, con la terza dose tempestiva, e le misure, individuali e collettive, per limitare la diffusione del virus, le mascherine la limitazione dei contatti e degli assembramenti”.

Dunque anche la Liguria accelera sulla somministrazione delle terze dosi. “Abbiamo chiesto a tutte le aziende di portare la capacità vaccinale a 100mila dosi alla settimana – ha detto il presidente Toti – cosa che avverrà nei prossimi giorni anche per consentire di somministrare le dosi booster che saranno portate a 4 mesi dal completamento del ciclo. Per i sanitari saranno vacanze di Natale al lavoro”.

Ma la nuova variante non sembrerebbe poi così pericolosa per il sistema sanitario. “Vi posso confermare ciò che dicono i dati del Sudafrica e dell’Inghilterra – ha spiegato l’infettivologo Matteo Bassetti, primario del San Martino – C’è un paper che parla di riduzione gravità malattia con riduzione delle ospedalizzazioni del 50%, in alcune situazioni anche il 70%, quindi è confermato che sia sicuramente più contagiosa ma sicuramente meno grave, e comunque risulta coperta dalla vaccinazione con 3 dosi. Questo è un ulteriore invito e stimolo a fare la terza dose”.

A proposito di ospedali, “stiamo passando a fasi incrementali successive – ha aggiunto Toti -. Oggi abbiamo notato un piccolo rallentamento rispetto ai volumi delle settimane scorse. È un piccolo segnale di ottimismo, la situazione è pesante ma neanche lontanamente paragonabile a quella vissuta in altre epoche. L’incremento dei pazienti continua ad avere un moltiplicatore più basso rispetto al passato”.

Sul contagio si inizia a intravedere il segnale di un’inversione di tendenza: “Abbiamo raggiunto i livelli del picco della seconda ondata – ha spiegato Filippo Ansaldi, direttore generale di Alisa – ma l’inclinazione della curva è cambiata. Nelle scorse settimane era più ripida e osservavamo un Rt intorno a 1,3 mentre da 15 giorni viaggiamo stabilmente a 1,2. Può sembrare una variazione di poco conto ma ha una grande importanza dal punto di vista epidemiologico”.

L’incidenza settimanale più alta si registra sempre in provincia di Imperia (857 nuovi casi ogni 100mila abitanti), mentre in Liguria il dato si attesta a 431 casi. Tra le cause del boom all’estremo Ponente, secondo gli esperti della sanità regionale, non solo la vicinanza alla Francia (dove in alcune contee si superano i 1000 nuovi casi ogni 100mila abitanti) ma anche il minore tasso di vaccinazione della popolazione rispetto ad altre zone della Liguria.

Ed è su questa zona che potrebbero concentrarsi eventuali restrizioni a livello regionale, principalmente la chiusura delle scuole che si ipotizza di prolungare oltre le vacanze di Natale. “È prematuro fare ogni valutazione, la faremo in tempo perché le famiglie si organizzino ma comunque a ridosso – risponde il governatore Toti -. Prendere decisioni ora per l’8 gennaio mi sembra imprudente. Ma se dovessimo prendere decisioni diverse sarà solamente per aree a rischio particolare e non generalizzate. La nostra linea politica è prendere decisioni in coerenza con quelle del Governo. Se mai fossimo costretti, decideremo di concerto coi sindaci su singole città o come regione in aree specifiche”.

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