Per fermare i "furbetti"

Revoca del green pass a chi è vaccinato ma positivo al Covid: proposta al vaglio del governo

In tanti casi la quarantena non è stata rispettata, perchè il certificato risultava comunque valido ai controlli dell'app VerificaC19

super green pass

Roma. Green pass falsi (addirittura intestati ad Adolf Hitler); green pass veri, ma prestati da un amico; oppure locali che sfuggono al controllo del certificato degli avventori. Sono diversi gli escamotage che chi non è vaccinato, guarito oppure “tamponato” ha adottato in questi mesi, nonostante il rischio di una sanzione sia elevato. Ed ora sbuca un altro problema: chi ha ottenuto regolarmente il certificato verde, ma poi è risultato positivo al Covid. In quel caso il green pass risulta essere valido ai controlli dell’app VerificaC19 e, se la quarantena non viene rispettata, si è liberi di andare al ristorante, al cinema o alla stadio senza che nessuno se ne accorga.

Che il vaccino non esenti completamente dalla possibilità di contagio è risaputo, così come che la sua efficacia si riduca dopo 6 mesi dall’ultima iniezione. Non è quindi così raro che anche chi ha il super green pass possa contrarre il virus, la maggior parte delle volte in modo asintomatico o non grave. Ma, una volta effettuato il tampone con esito positivo, il senso civico dovrebbe spingere a rispettare le regole e rimanere in casa in isolamento. Questo, però, non sempre avviene.

Sono, infatti, diversi i casi in tutta Italia di positivi che in barba alle regole hanno deciso comunque di uscire dalla propria abitazione per andare a trovare il fidanzato in un’altra città, prendendo anche i mezzi pubblici, si sono recati al ristorante o in altre attività, senza che nessuno potesse accorgersi che stavano commettendo un reato (l’isolamento fiduciario è obbligo di legge).

Per risolvere questo problema, il governo sta valutando di optare per la revoca temporanea del green pass a chi in seguito è risultato positivo. Una misura che l’Italia sarebbe la prima ad adottare in tutta Europa. Prima, però, deve arrivare il via libera da parte del Garante della privacy.

In realtà esisterebbe già un modo per evitare che si verifichino certi episodi, ovvero attraverso una blacklist dei nuovi contagiati collegata all’app VerificaC19. I dati dovrebbero essere raccolti dalle Asl regionali e poi inviati al ministero della Salute, due organi però che più volte hanno dimostrato di avere difficoltà di comunicazione e questo ha causato una falla nel sistema, permettendo ad alcuni di riuscire a scavalcare le regole senza essere beccati, anzi i loro green pass risultavano perfettamente “a norma”.

Ma questa non è l’unica novità che potrebbe partire nei prossimi giorni, il governo, infatti, sta pensando anche di introdurre lobbligo del super green pass (e quindi di essere vaccinati o guariti) per accedere ai luoghi di lavoro. Una misura che potrebbe essere adottata nel caso i contagi dovessero ancora salire.

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