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Loano, l’istituto Falcone punta tutto sulla didattica in presenza: “Situazione Covid sotto controllo, la Dad solo in caso di necessità”

Al momento solo tre classi colpite da provvedimento di sorveglianza attiva; altre quattro "sospese" in via precauzionale dalla scuola

Istituto Falcone Loano

Loano. “La didattica a distanza non va demonizzata, ma dal nostro punto di vista va considerata l’extrema ratio, lo strumento a cui ricorrere solo quando non ci sono più le condizioni per poter svolgere la didattica in presenza. E al momento, grazie agli spazi, all’impegno dei docenti e delle famiglie degli studenti, nella nostra scuola le condizioni ci sono”. Ivana Mandraccia, dirigente scolastica dell’istituto Falcone di Loano, ribadisce la necessità di non ricorrere alla Dad “troppo alla leggera” ma unicamente quando necessario.

“La nostra intenzione – spiega la dirigente scolastica loanese – è quella di continuare con le lezioni in presenza. Questo perché al momento sussistono le condizioni dal punto di vista epidemiologico. Delle 53 classi che compongono il nostro istituto, infatti, sono solo tre quelle interessate da un provvedimento di sorveglianza attiva emanato dall’Asl2: per queste attendiamo di concordare un tampone molecolare presso uno degli hub vaccinali della nostra provincia e attualmente stanno lavorando in Dad. Per altre quattro classi, invece, la nostra scuola ha deciso di sospendere l’attività didattica in presenza in via precauzionale a seguito di segnalazioni da parte dei genitori o di test rapidi risultati positivi (ma per i quali si attende ancora la conferma di positività mediante tampone molecolare). Per queste altre quattro classi l’Asl non ha emesso un provvedimento di sorveglianza: è stata la scuola a decidere, in via precauzionale e prudenziale, la sospensione dell’attività in presenza. I membri del personale scolastico (docenti e Ata) assenti da scuola per Covid si contano sulle dita di una mano”.

Rispetto a pochi giorni fa, la situazione è decisamente cambiata: “Martedì scorso c’era una sola classe in Dad – ricorda Ivana Mandraccia – C’è stata quindi una forte crescita nel numero dei positivi (o sospetti positivi). Tuttavia, questi numeri non sono sufficienti a ‘imporre’ la Dad per tutti gli studenti. C’è stato un forte richiamo, da parte del ministero, rispetto alla necessità di proseguire con la didattica in presenza (salvo in presenza di condizioni epidemiologiche particolarmente gravi per le quali, comunque, è richiesto un intervento del Governo, della Regione o dei sindaci con provvedimenti mirati). La Dad, dunque, va considerata come l’extrema ratio, lo strumento da utilizzare solo quando non ci sono altri modi per proseguire l’anno scolastico”.

La dirigenza scolastica ed i docenti del Falcone, poi, hanno una “ferma fede nel valore della didattica in presenza. Tutti noi abbiamo visto quali siano i danni provocato da un ricorso esagerato alla Dad. I giovani vivono una condizione di disagio psicologico, cosa che ha portato ad un notevole aumento della richiesta di sostegno psicologico. Questo è il segnale più chiaro del malessere che stanno vivendo queste generazioni e che potrebbe avere effetti anche in futuro. Inoltre, la Dad ha fatto perdere ‘punti’ al nostro sistema di istruzione. Lo dicono i dati Invalsi che tanto preoccupano il ministero: c’è stata una perdita significativa nell’apprendimento e nelle competenze sociali e civiche. Tutti noi abbiamo visto, quest’estate, quanti episodi di eccessi, risse hanno coinvolto i giovani, con l’intervento addirittura delle forze dell’ordine. Sono segnali che preoccupano. Per uno studente rimanere a casa davanti ad un computer significa non riuscire a confrontarsi coi suoi coetanei, non vivere più in un contesto sociale con regole assimilate, vissute, interiorizzate. A casa si trovano a poter fare praticamente ciò che vogliono, senza la presenza educativa di un insegnante”.

Insomma, secondo Mandraccia “la Dad non va demonizzata, ma va utilizzata con criterio e va integrata con la didattica in presenza. La Dad ha aiutato gli studenti ad acquisire sempre maggiori competenze digitali, quindi porta dei benefici. Ma i dati oggi dimostrano che va usata con cautela, quando è necessaria e non ci sono altri strumenti”.

Tornando alla situazione del Falcone, numeri così “positivi” sono frutto di diversi fattori: “Intanto abbiamo cercato di organizzare il servizio scolastico in modo più favorevole. Gli spazi lo consentono: in cortile abbiamo creato sei diversi accessi fisici all’istituto; grazie all’aiuto della Provincia, al terzo piano abbiamo realizzato 13 nuove aule (fino a 83 metri quadrati di superficie) per le classi più numerose. Inoltre, abbiamo scaglionato l’ingresso e l’uscita su due diverse fasce orarie. Ciò è stato possibile anche grazie all’aiuto di Tpl Linea, che a sua volta ha ricevuto la nostra collaborazione nella predisposizione dei migliori orari possibili. Tra i docenti abbiamo creato dei turni di reperibilità nel fine settimana, in maniera tale da arrivare alla ripresa delle lezioni del lunedì senza situazioni di emergenza. E poi c’è stata la squisita collaborazione delle famiglie, che voglio ringraziare personalmente: i genitori hanno capito che la prevenzione è la strada migliore per contrastare il virus, che se uno dei figli non sta bene è meglio che stia a casa; e hanno capito quanto sia importante la comunicazione tra casa e scuola”.

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