Savona. Dopo una lunga attesa, il ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibile stanzierà le risorse necessarie per completare i lavori di ripristino dell’impianto funiviario che trasporta le rinfuse dal porto di Savona alla Val Bormida. L’accordo è stato raggiunto la notte appena trascorsa in Commissione Finanza e Lavoro al Senato.
“Oggi è una giornata importante figlia di una notte lunga – commenta soddisfatto il senatore leghista Paolo Ripamonti -. Savona, i lavoratori di Funivie e chi si è battuto per ottenere le risorse ne sono usciti vincitori. Ringrazio tutti i senatori disposti a votare l’emendamento anche con parere contrario del governo”.
Infatti, mancava la copertura finanziaria per 900 mila euro che andranno ad aggiungersi ai 4 milioni già stanziati e alle risorse destinate alla cassa integrazione con l’approvazione, nelle scorse settimane, dell’emendamento “in versione soft”. Sia gli onorevoli leghisti che il deputato Dem Franco Vazio avevano rassicurato e assicurato che il reperimento delle risorse sarebbe stata realtà nella legge di Bilancio.
Sul fronte cassa integrazione, l’intesa relativa all’indennità di trattamento straordinario di integrazione salariale è stata approvata l’11 novembre durante un incontro tra le parti coinvolte in Regione a decorrere dal 16 novembre di quest’anno fino al 15 novembre 2022.
Domani ci sarà un incontro tra le parti interessate (organizzazioni sindacali, il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti, gli assessori regionali ai Trasporti e allo sviluppo economico Gianni Berrino e Andrea Benveduti, il presidente della Provincia Pierangelo Olivieri) con il Mims nel quale verrà chiesto al governo di intervenire per salvare l’azienda e i lavoratori da un possibile licenziamento. L’azienda ha annunciato giorni fa che a gennaio 2022 sarebbe partita la procedura per la liquidazione, scatenando immediatamente la preoccupazione dei dipendenti di Funivie e dei sindacati che più volte, l’ultima volta ieri, sono scesi in piazza per sottolineare la necessità di un provvedimento.
Gli scenari possibili sono tre. Il primo, quello peggiore, che i sindacati vogliono scongiurare, sarebbe l’avvio della procedura fallimentare. Gli altri due sono un emendamento del Governo che prevede lo stanziamento di nuove risorse da parte del Ministero delle infrastratture e della mobilità sostenibile e un termine operativo fissato intorno alla metà di febbraio per l’ingresso del nuovo commissario; l’altra, una soluzione-tampone nel breve medio periodo, è il sostegno finanziario del Mims fino al termine dei lavori per il ripristino dell’impianto, fissato ad oggi a fine 2022.
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