Cairo Montenotte. In merito al piano industriale è stato presentato un dettaglio delle attività in cui verranno impiegati i 6 milioni di investimento che saranno concentrati in larghissima parte dal 2023 quando sarà realizzato il nuovo sito produttivo, rispetto a cui Semar si sta muovendo per verificare le disponibilità nelle zone limitrofe all’attuale sito di Cairo. E’ quanto emerge dal terzo incontro che si è svolto nella sede di Unione Industriali tra le organizzazioni sindacali e i rappresentanti delle aziende coinvolte nel passaggio di gestione, Schneider e Semar.
Disponibilità da parte di Semar sul possibile acquisto del nuovo stabilimento “se ci fossero le condizioni“. “L’acquisto – commentano i sindacati – sarebbe la dimostrazione di come l’azienda intenda radicarsi sul territorio”. Per quanto riguarda il piano industrale e i livelli occupazionali i sindacati hanno richiesto una timeline più precisa con indicazione temporale degli investimenti e delle 20 assunzioni prospettate nell’area commerciale e nelle altre funzioni ad oggi non presenti in stabilimento.
In particolare, le garanzie che vengono chieste per i lavoratori, si concentrano sui contratti di somministrazione e sul tema della contrattazione di secondo livello. “Il recepimento delle condizioni economiche e normative che dipendono dagli accordi di secondo livello oggi applicati da Schneider è una condizione molto rilevante in questa trattativa“, spiegano i sindacati.
Collaborazione piena da parte dei sindacati nella concertazione con l’azienda: “Vogliamo lavorare – spiega Andrea Mandraccia, segretario provinciale della Fiom -per creare le condizioni affinché questa scelta industriale abbia successo, ed in questo anche l’impegno delle Istituzioni é fondamentale perché le lavoratrici ed i lavoratori hanno bisogno di risposte il prima possibile”.
In attesa di questo appuntamento i sindacati avevano manifestato la loro apprensione per le garanzie occupazioali e per i dettagli del piano industriale, già illustrato solo per sommi capi era nell’incontro del 5 novembre.
Schneider aveva annunciato a fine settembre di voler rinunciare allo stabilimento dell’entroterra savonese e cederlo alla Semar Srl (fornitrice della stessa Schneider) di Castelfidardo a Rimini. La comunicazione aveva messo immediatamente in allarme i sindacati preoccupati dal licenziamento dei lavoratori e di un calo, quindi, dei livelli occupazionali (ad oggi sono 130 i dipendenti impiegati.
Nelle settimane scorse per protestare contro la decisione dell’azienda i lavoratori avevano formato un picchetto volontario davanti alla sede valbormimdese e si è tenuto uno sciopero indetto dai sindacati con un corteo che ha attraversato la città di Cairo Montenotte
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