Savona. “Lo stabilimento diventerà l’unità produttiva del Gruppo Semar dedicato alla media tensione con l’obiettivo di diventare un punto di riferimento nell’ambito dei sensori di misura per sistemi di media tensione. Viene confermato l’investimento di 6 milioni di euro che sarà concentrato prevalentemente a partire dal 2023 quando sarà ultimato il nuovo sito produttivo, rispetto a cui Semar si sta muovendo per verificare le disponibilità nelle zone limitrofe all’attuale sito di Cairo. Inoltre Semar conferma la propria disponibiltà a ragionare, se ci fossero le condizioni, sull’acquisto del nuovo stabilimento”.
E’ quanto emerge dal terzo confronto tra Schneider, Semar e i sindacati nella sede dell’Unione Industriali di Savona organizzati successivamente alla mobilitazione di lavoratori e organizzazioni sindacali per per definire i dettagli del passaggio.
Quanto riferito è stato formalizzato con la firma di un’ipotesi di verbale di consultazione e di accordo che sarà sottoposto al voto dei lavoratori. E’ stata quindi soddisfatta la richiesta dei sindacati che chiedevano di sapere le clausole puntuali della cessione tra la multinazionale e la Semar, società fornitrice di Schneider con sede a Castel Fidardo, sia da punto di vista produttivo che occupazionale e l’acquisto del nuovo sito (per quello attuale scade il contratto e ha un’ampiezza insufficiente).
Sui livelli occupazionali vengono confermate 20 assunzioni nelle funzioni ad oggi non presenti in stabilimento (ricerca e sviluppo, marketing, vendite ed acquisti) e l’impegno a verificare nei prossimi mesi i margini per procedere alla stabilizzazione di alcuni lavoratori oggi presenti in azienda con contratto di somministrazione.
“Ovviamente il confronto proseguirà per tutto il prossimo anno – commenta Andrea Mandraccia della Fiom Cgil – ma sin d’ora ribadiamo come vogliamo lavorare per creare le condizioni affinché questa scelta industriale abbia successo, ed in questo anche l’impegno delle istituzioni é fondamentale”.
Schneider aveva annunciato a fine settembre di voler rinunciare allo stabilimento dell’entroterra savonese e cederlo alla Semar Srl (fornitrice della stessa Schneider) di Castelfidardo a Rimini. La comunicazione aveva messo immediatamente in allarme i sindacati preoccupati dal licenziamento dei lavoratori e di un calo, quindi, dei livelli occupazionali (ad oggi sono 130 i dipendenti impiegati).
IN CONSIGLIO REGIONALE
La questione è arrivata anche in consiglio regionale con la presentazione dell’interrogazione del consigliere del Partito Democratico Roberto Arboscello con la quale ha chiesto alla giunta di salvaguardare il tessuto occupazionale e produttivo della Schneider Electric. Il consigliere ha ricordato che l’azienda intende cedere lo stabilimento di Bragno, dove lavorano 130 persone, e che alla manifestazione del 8 ottobre 2021 tutti i consiglieri regionali dei diversi gruppi presenti avevano auspicato la rapida istituzione di un tavolo istituzionale che, in realtà, non è stato costituito.
L’assessore al lavoro Gianni Berrino ha confermato l’intenzione da parte della società di perfezionare l’operazione di cessione entro marzo dello stabilimento alla Semar e ha ricordato che Semar aprirà un nuovo sito in Val Bormida e farà investimenti per sei milioni.
leggi anche

Cessione Schneider, prosegue la trattativa. I sindacati insistono: “Timeline precisa del piano industriale”
