Punti di vista

Capodanno, ordinanze “anti-botti”: ecco le decisioni dei sindaci della provincia

I primi cittadini si dividono

petardi

Savona. Il 31 dicembre 2021 è arrivato, seguito dalla classica domanda: botti di Capodanno sì o no? Questo il dilemma che, ogni anno, si ripresenta in prossimità della notte di San Silvestro (Capodanno).

C’è ovviamente chi è favorevole ad una pratica da alcuni ritenuta “tradizionale”, ma anche chi è contrario sia per rispetto verso gli animali, spaventati da petardi e fuochi d’artificio, sia per questioni di sicurezza visto l’elevato numero di incidenti legati ai botti ad ogni Capodanno.

FAVOREVOLI E CONTRARI: DIBATTITO SEMPRE ATTUALE

Un dibattito che si è acceso, anche se può sembrare un gioco di parole, in particolare negli ultimi anni. Non solo i semplici cittadini, ma anche e soprattutto i Comuni si ritrovano ad interrogarsi a cadenza annuale sul da farsi, in bilico tra ordinanze anti-botti e non.

E IVG.it ha voluto fare il punto della situazione, contattando i primi cittadini del savonese per capire se e come si muoveranno in vista di questo nuovo Capodanno in pandemia, che si svolgerà senza feste nelle piazze per via delle normative anti-Covid.

Numerosi sono gli Enti che hanno deciso di firmare ordinanze specifiche per vietare i botti di Capodanno sul proprio territorio comunale benché, va specificato per dovere di cronaca, in realtà questi provvedimenti vengano di fatto considerati “illegittimi” e assumono più il carattere di raccomandazione e deterrente piuttosto che di una vera e propria imposizione.

COSA DICE LA LEGGE? PETARDI NON CONSIDERATI “PERICOLO IRREPARABILE” e ORDINANZE ANTI-BOTTI “ILLEGITTIME”

Per farla breve, nella “giungla” delle leggi italiane, sono diverse e articolate le norme correlate ai botti che, per riassumere, “non sono ritenuti un pericolo irreparabile ed imminente per la pubblica incolumità” pertanto non posso essere oggetto di divieto.

In sostanza, dunque, il problema non è dovuto alla pericolosità dei petardi di per sé ma ad un eventuale uso improprio che qualcuno ne fa.

IL FRONTE DEL “Sì” ALLE ORDINANZE ANTI-BOTTI

Lo si evince chiaramente dalle motivazioni che hanno spinto l’amministrazione di Ceriale, tra gli altri, a firmare l’ordinanza anti-botti: “In pochi fanno ordinanze specifiche in merito, in quanto è sempre impossibile farla rispettare. Ceriale alla fine ha deciso per il sì e l’ordinanza è stata pubblicata sul sito internet del Comune. Ma il provvedimento ha finalità di deterrenza, fermo restando il buon senso delle persone” sottolinea il sindaco Luigi Romano.

Sulla stessa lunghezza d’onda di Ceriale, tra gli altri, anche i Comuni di Albenga, Cisano sul Neva, Roccavignale, Carcare e Borghetto Santo Spirito che hanno firmato ed emanato analoghe ordinanze. 

Il sindaco di Albenga Riccardo Tomatis fa un appello alla popolazione: “Invito tutti i cittadini a divertirsi rispettando, però, tutte quelle norme di cautela e buon senso necessarie ad evitare quegli incidenti che, purtroppo, tutti gli anni si verificano. La mia raccomandazione, inoltre è quella di rispettare i nostri amici animali e quella parte di popolazione, come anziani e malati, che vive come un grosso disagio le esplosioni dei petardi. Attenzione anche ad eventuali fuochi artificiali e botti inesplosi che possono essere molto pericolosi”.

IL FRONTE DEL “NO” ALLE ORDINANZE ANTI-BOTTI

C’è chi, invece, ha optato per il “no” all’ordinanza con motivazione analoga, ma allo stesso tempo opposta, a quelli dei colleghi. Ad esempio Loano, dove il sindaco Luca Lettieri ha spiegato: “Diciamo no perché le ordinanze anti botti legali dei sindaci sono illegittime. In merito ci sono già state sentenze di tribunali amministrativi. Tra l’altro è già stato ribadito da più prefetture e dal Ministero degli Interni, pertanto gli organi deputati al controllo del rispetto dell’ordinanza, cioè le FFOO e la polizia locale, non potrebbero intervenire salvo nei casi di pericolo oggettivo. Tra l’altro le cosiddette ordinanze contingibili e urgenti sindacali devono essere inviate preventivamente alla prefettura di competenza. Invito comunque loanesi e turisti di acquistare i prodotti pirotecnici legali presso le rivendite e di usare il buon senso per evitare pericoli a se stessi e agli altri”.

Nel fronte del “no” all’ordinanza si collocano anche, tra gli altri, i Comuni di Albisola Superiore, Finale Ligure, Varazze e Borgio Verezzi, dove il primo cittadino Renato Dacquino ha deciso espressamente di affidarsi allo “storico rispetto delle regole e del buon senso i cittadini hanno sempre dimostrato negli anni scorsi”.

Un “No”, o per meglio dire un “Nì”, all’ordinanza arriva anche da Tovo San Giacomo, Giustenice, Magliolo e Rialto perché “esiste un regolamento di polizia urbana e rurale che prevede già il divieto di accensione di fuochi d’artificio e/o petardi”.

Idem a Calizzano, dove il sindaco Pierangelo Olivieri ha fatto sapere che “nei piccoli Comuni l’ordinanza risulta purtroppo inutile perché impossibili vigilare e sanzionare”.

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