Protesta

Caos autostrade, l’allarme degli imprenditori savonesi: “Danno alle imprese. Servono nuove infrastrutture”

Berlangieri: "Ci ostacola la mancanza di visione e strategia"

Savona. “Questa situazione frena la crescita del territorio. Il gap infrastrutturale fa perdere competitività alle imprese”. E’ questo il grido d’allarme degli imprenditori savonesi in merito alla situazione infrastrutturale del territorio.

“Aumento del 3,6% a livello annuo nonostante rallentamento dell’ultimo quadrimestre. Ogni trimestre la produzione industriale aumenta dell’1,2% rispetto al precedente. L’andamento occupazione è in crescita durante tutto l’anno e si sono creati 600 mila posti di lavoro”. Questi i numeri a livello nazionale presentati dal presidente dell’Unione Industriali Angelo Berlangieri tratti da Istat per evidenziare come la “situazione contingente sia di grande opportunità di crescita e sviluppo che dovrebbe avere un’ulteriore spinta con gli interventi del Pnrr”.

Tre variabili che incidono sull’andamento dell’economia: “La crescita strutturale è rallentata dalla crisi delle materie prime, grande crisi dei costi energetici, l’andamento della pandemia”. “Area di Vado si sono raggiunti i livelli del 2013 e si stanno superando, il sistema produttivo savonese è capace di cogliere le opportunità. Siamo frenati dal gap infrastrutturale della mobilità su gomma e su ferro. Ci ostacola la mancanza di visione e strategia“.

Berlangieri sottolinea le difficoltà delle attività produttive: “E’ compromessa la quotidianità della vita delle aziende. Gli interventi di manutenzione stanno aggravando in maniera esponenziale un problema che già esisteva e che ci sarà ancora a lavori conclusi. La soluzione al problema – si rivolge ai decisori politici – non sta nella manutenzione ma nel creare nuove infrastruttura che superino le vecchie”.

Tre proposte operative scritte in una lettera al presidente di Regione Liguria Giovanni Toti, l’interlocutore istituzionale sul territorio: “Dare un monitoraggio oggettivo digitale della situazione di gestione dei cantieri, deve essere rivista la programmazione dei cantieri autostradali perchè in questo modo pagano solo le imprese, devono essere finanziati gli interventi per risolvere il problema infrastrutturale”.

“I lavori che ci sono tra Savona e Ventimiglia – spiega il direttore dell’Unione Industriali Alessandro Berta – sono programmati e concordati con la Provincia e vanno più velocemente di quanto previsto e sono legati al recepimento della normativa comunitaria sulle gallerie. Invece, per quanto riguarda il tratto di Autostrade per l’Italia si pagano lavori di manutenzione non fatti in passato. Gli incidenti accadono sempre negli stessi punti: sarà anche colpa di chi guida ma c’è un problema di saturazione che porta tutti i giorni o quasi a blocchi dell’autostrada”.

Difficoltà non solo per raggiungere la riviera ma anche l’entroterra: “Rilevante difficoltà per chi fa impresa in Valbormida – sottolinea Luca Bollettino (Verallia) -. L’approvvigionamento delle materie prima quando arrivano via nave costituisce un enorme problema perché scontiamo i pesanti disagi di A10 e A6. Ulteriore criticità, in tema di prodotto finito, con la rassegnazione di chi deve raggiungere l’entroterra savonese, ormai, abituato a fare il giro da nord con allungamento significativo dei tempi. Non meno rilevante, poi, il fatto che diventa sempre più difficoltoso reperire risorse umane qualificate, intimorite a salire in valle magari dal litorale costiero”.

“La situazione delle autostrade — con particolare riferimento ad A10 e A26 – è diventata ormai insostenibile – fa eco Paolo Cornetto (Vado Gateway) – . Oltre alla sicurezza di chi vive e si sposta in queste zone, sta impattando in modo pesante l’operatività dei porti di Savona, Vado Ligure e dell’autotrasporto. Complicatissimo, se non impossibile, compiere programmazione operativa. Invece di crescere servendo dai nostri porti i traffici del Centro Europa, il rischio vero è che le nostre merci prendano la strada dei porti nordeuropei. Necessario intervenire subito rivedendo il piano di manutenzioni delle due autostrade in modo che sia compatibile e rispettoso delle esigenze di chi fa impresa”.

“La situazione delle autostrade liguri sta tenendo in ostaggio le aziende che ogni giorno devono far raggiungere ai propri operai i cantieri attivi nonché approvvigionarli di materiali e attrezzature. Ritardi incalcolabili che vanno a ricadere, inevitabilmente, sulla gestione economica della commessa stravolgendo i cronoprogrammi con un aumento dei costi non più supportabile – sostiene Alberto Formento (Formento Filippo Carlo, Ance Savona) -. In un momento importante per le aziende edili, dove finalmente si intravedono segnali positivi e di ripresa del settore, la situazione autostradale sta diventando un forte freno. Non è pensabile che su otto ore lavorative, se ne passino più della metà in coda. Altrettanto inaccettabile che le squadre di lavoro rt paano alle quattro di mattina per rientrare a tarda notte. Strumento per la categoria potrebbe essere quello di rideterminare transitoriamente il valore delle “spese generali” previsto dal  prezzario regionale delle opere edili, il cui valore attuale non consente di assorbire situazioni come questa. Almeno sino alla fine dell’emergenza autostrade”. Agata Gualco (A.D.R. — Alimentare — Sassello) — Presidente Gruppo Giovani Industriali: “La nostra quotidianità è quella di una lotta giornaliera con ritardi, tanto legato all’arrivo delle materie prima quanto alla partenza della merce. Tutto si traduce in pagamento di penali rispetto ai contratti sottoscritti con i clienti. Per chi, come noi, opera nella zona del Sassellese, poi, la situazione si fa drammatica per l’interruzione della strada 34 per Acqui su cui non ci sono previsioni di cantieri. L’alternativa diventa così la martoriata A10 con la percorrenza del tratto Albisola – Sassello già al centro di pesanti danni alluvionali. Indispensabile, almeno, conoscere le tempistiche di chi deve garantire la fruibilità delle nostre strade”. Mattia Noberasco (Noberasco — Alimentare — Carcare): “Sentiamo stime di interventi autostradali prolungati per altri cinque anni. La nostra azienda una simile proiezione non riuscirebbe a reggerla con l’inevitabile ricerca di soluzione alternative, almeno per la gestione delle merci. Un autista che, fino a qualche tempo fa, faceva quattro viaggi giornalieri, oggi, ne compie due. Tutto questo si riversa su produttività, competitività e affidabilità. Pretendiamo, almeno, la conoscenza di tempi certi riguardo cantieri che stanno provocando disagi incalcolabili”.

“Un’emergenza ormai strutturale – tuona Flavio Raimondo (Vice Presidente Confindustria Ambiente) -. Ripercussioni concrete segnano l’economia locale. I trasportatori rinunciano alle tratte liguri per i tempi di percorrenza impossibili, con continue chiusure e perché risulta un terno al lotto viaggiare su tratte non più definibili autostrade. I cittadini del ponente sono tecnicamente isolati. Una situazione talmente surreale che non può essere risolta dicendo pedaggio zero, cosa peraltro che non succede. Va risolta con azioni concrete senza più promesse scadute. Serve un tavolo di confronto che prenda decisioni misurabili senza se e senza ma, con un pivot che segua quanto deciso”.

“Siamo costruttori e installatori di macchinari per l’industria vetraria e occupiamo 60 persone – dice Caterina Sambin (Ergon Meccanica) -. Quotidianamente, movimentiamo persone e macchinari verso destinazioni continentali ed extra. Nei confronti dei nostri clienti, le vetrerie, siamo soggetti al rispetto tassativo degli orari degli interventi. Il collasso della situazione viaria, della A10 e della A6, ha comportato un notevole aggravio di costi e conseguenti rischi di perdita competitiva. L’incertezza dei tempi ci costringe a viaggiare con ore di anticipo, tempo ovviamente remunerato, ma improduttivo. Altra pesante conseguenza è la perdita di valore immobiliare dei nostri siti industriali, parte del patrimonio aziendale. La perdita di attrattività dei nostri territori compromette seriamente la possibilità di creare partnership indispensabili per lo sviluppo: chi viene ad investire in una zona in cui non sono soddisfatti neppure i requisiti minimi di vivibilità e mobilità?”

“In chiave turistica – aggiunge Carlo Scrivano — Direttore Unione Albergatori Savona -, il successo di una destinazione è data dalla facilità o meno con cui la stessa può essere raggiunta. Quel tempo, oggi, viene stimato entro le due ore. Il savonese e la Liguria più in generale stanno perdendo il proprio bacino, storico, quello di prossimità. Non poter più contare in modo massiccio e convinto sul mercato piemontese o lombardo, frenato dalle paure di code interminabili tanto in andata quanto ín ritorno, segnano un drammatico punto interrogativo sulla sopravvivenza delle nostre strutture. Le scelte sono effettuate last secondo non last minute, non possiamo permetterci di avere le autostrade così congestionate”.

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