Incontro a loano

Bolkestein, la preoccupazione dei balneari: “Serve chiarezza, 4mila imprese nell’incertezza”

Si sono incontrati oggi pomeriggio i rappresentanti di categoria insieme ai rappresentanti politici

Loano. “Che sia liberalizzata la concessione dei posti auto è una decisione condivisibile, ma che sia compresa anche l’auto stessa di nostra proprietà che abbiamo parcheggiato non è ammissibile”. Con questa metafora Enrico Schiappapietra , presidente regionale del Sindacato Italiano Balneari, ribadisce la contrarietà della categoria alla sentenza del consiglio di Stato che impone la liberalizzazione del settore da gennaio 2024 “al fine di evitare il significativo impatto socio-economico che deriverebbe da una decadenza immediata e generalizzata di tutte le concessioni in essere”.

All’incontro di oggi pomeriggio presso Loano 2 Village, in una sala gremita, nel rispetto delle norme anti Covid, hanno partecipato tutte le sigle sindacali legate al mondo balneare (Sib, Cna, Fiba e Base Balneare) e i rappresentanti politici locali e di molti settori produttivi per fare il punto sulla situazione dei balneari. Presenti i consiglieri regionali Roberto Arboscello (Partito Democratico), Angelo Vaccarezza (Cambiamo) e Brunello Brunetto (Lega), il sindaco di Loano Luca Lettieri, l’assessore regionale al demanio Marco Scajola, il senatore del Carroccio Paolo Ripamonti.

L’unità di intenti aiuterà il settore“, commenta il senatore leghista Paolo Ripamonti. “La sentenza che istituisce le gare dal 2024 è una contraddizione. Sono già state avanzate richieste per mettere ordine nella questione. La riforma Centinaio aveva questo obiettivo ma col cambio di governo si è arenata”, ha proseguito Ripamonti.

Sono 3.900 le imprese della Liguria a dover fare i conti con la decisione assunta dal consiglio di Stato: “Non riguarda solo gli stabilimenti balneari ma tutte le attività che si trovano sul fronte mare“, puntualizza il presidente regionale del Sib Enrico Schiappapietra. La richiesta rivolta ai decisori politici è la necessità di certezza: “E’ una situazione complicata che si trascina da tempo e chiediamo solo di poter continuare a lavorare”. Come? “Abbiamo bisogno di una norma chiara”, ha concluso Schiappapietra.

Sensibilizzare la politica a trovare rapidamente una soluzione che dia certezza e una riforma immediata del settore”, fanno eco Gianmarco Oneglio di Fiba e Bettina Bolla di Base Balneare. La soluzione “non è preconfezionata e serve una legge quadro che faccia il punto sulle aree demaniali, a partire dai canoni e dai metodi di concessione, dalla selezione delle aziende e dall’esperienza acquisita da quelli che oggi hanno creato il primo comparto turistico”.

“Chiediamo dopo 12 anni di battaglie di capire che gli stabilimenti balneari gestiti dalle piccole famiglie italiane non possono confrontarsi in una gara contro le multinazionali“, aggiunge Alessandro Riccomini portavoce di Cna Balneari Liguria.

Da Regione Liguria arriva un appello alle istituzioni nazionali: “Non abbiamo ancora visto un atto governativo o parlamentare serio che metta al centro le 35 mila imprese italiane e i posti di lavoro che direttamente o indirettamente danno. Il governo deve dare un contributo concreto alle imprese balneari che sono prese in giro da ormai troppo tempo e meritano di avere il sostegno delle istituzioni”, dice Marco Scajola.

Scajola ha “ribadito la vicinanza delle regioni al comparto dei balneari e come Regione Liguria abbiamo scritto al Governo perché sia disponibile ad un confronto tecnico su un eventuale disegno di legge, da condividere con le regioni stesse e con le associazioni di categoria. Da parte nostra c’è grande disponibilità ma anche preoccupazione perché dal 9 novembre, data in cui è uscita la sentenza del Consiglio di Stato, non è stata presa alcuna decisione da parte del Governo per tutelare le nostre imprese, chiarendo quali saranno i prossimi passi. La nostra paura è quella di un’invasione delle nostre coste da parte delle multinazionali. Il Governo deve tracciare una strada che le regioni saranno pronte a condividere”.

“Aspettavamo risposte dal governo Conte I, i governi sono cambiati ma la voglia di toglierli dal ‘pasticcio’ non c’è mai stata, – sottolinea il consigliere regionale Angelo Vaccarezza. – Sul tema ho presentato, qualche giorno fa in Regione, un ordine del giorno avente ad oggetto il sostegno al comparto balneare a seguito delle sentenze n.17 e 18 dell’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato relative all’applicazione della Direttiva Servizi a  tutela del settore”.

“Da sempre, il mare rappresenta  la spina dorsale dell’economia ligure, e rischia di essere definitivamente messo in ginocchio, se il governo non sarà in grado di trovare una mediazione tra l’applicazione della direttiva Bolkestein e le legittime esigenze delle migliaia di addetti ai lavori  di questa categoria”.

“Dall’incontro di oggi è emersa la volontà comune di combattere e vincere questa battaglia, che dura da quasi dieci anni. É necessario il riconoscimento adeguato di un mondo che in Liguria dà lavoro ad almeno 35mila persone e che necessita di garanzie per essere competitivo rispetto ai territori vicini”, ha concluso Vaccarezza.

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