Parere

Bassetti: “Non si può continuare a gestire il Covid come emergenza, servono regole diverse”

Secondo il virologo la malattia è da gestire nella sua fase endemica: "Presto sempre più casi, ma non possiamo mettere in isolamento milioni di persone”

matteo bassetti

Liguria. Il virologo Matteo Bassetti, direttore della clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, esce all’indomani di un Natale fatto di tamponi e molte quarantene con un post su Facebook destinato a far discutere.

Secondo Bassetti, in sostanza, non si può continuare a gestire il coronavirus come emergenza ma bisogna considerarla nella sua fase endemica. E, soprattutto, non si possono continuare a mettere in isolamento e quarantena milioni di vaccinati.

“Ho seguito e sto seguendo centinaia di persone vaccinate con 2 o 3 dosi di vaccino che hanno il Covid – scrive – Ebbene queste persone hanno un raffreddore o una forma influenzale che dura 3-4 giorni. Nulla a che vedere con il Covid di un anno fa e con il Covid di chi non è vaccinato. Dobbiamo quindi continuare con la stessa metodologia di affrontarlo dello scorso anno? Tracciamento? Milioni di tamponi? Isolamento di tutti i contatti? Quarantene dalle durate variabili e diverse a seconda di chi le decide? Reparti Covid dedicati con personale sottratto alle altre attività sanitarie? Colori delle regioni decise sulla base degli ospedalizzati senza distinguere malati da colonizzati asintomatici?”

“Non si può affrontare questa fase con le stesse regole – afferma Bassetti – Abbiamo oltre l’80% della popolazione generale che è protetta. Chi non è vaccinato dovrebbe farlo presto, ma se non ha ancora capito o voluto capire l’importanza del vaccino difficilmente lo farà senza regole nuove. Vedere code chilometriche nelle farmacie in questi giorni per fare il tampone serve a qualcosa?”

“Con oltre 50.000 casi al giorno destinati a diventare molti di più nelle prossime settimane, dobbiamo vivere in maniera diversa la convivenza con il virus. Chi è malato deve stare a casa, come sempre si sarebbe dovuto fare per le malattie infettive contagiose e dobbiamo finire con il tracciamento. Non possiamo continuare a mettere in quarantena e in isolamento forzato decine di persone (i contatti) per ogni tampone positivo“, continua il virologo.

“Il rischio, continuando così è trovarci tra pochissimo con milioni di persone isolate e in quarantena. Chi farà il pane, chi guiderà gli autobus, chi svolgerà le lezioni a scuola, chi garantirà la sicurezza, chi batterà lo scontrino al supermercato, chi lavorerà in ospedale? – conclude – Usciamo dalla visione del Covid come malattia devastante e entriamo nella fase endemica con una malattia più gestibile (nei vaccinati) costruendo regole diverse. Altrimenti sarà durissima”.

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