Calcio

Un commosso ricordo del comandante/mister Angelo Santin

Lo speciale del Ct Vaniglia

 Angelo Santin

Appena si è sparsa la triste notizia della sua scomparsa la comunità di Cengio doveva viveva ed era tanto stimato, l’Arma dei Carabinieri  a cui aveva dedicato la vita  (era da poco in meritatissima pensione) e l’intero mondo calcistico locale sono piombati nello sconforto piangono un amico che certamente ha lasciato un’impronta, una traccia importante del suo passaggio in ognuno che l’abbia conosciuto.

Nella Val Bormida, ma mi piace voler dire nel savonese (dove era giunto nel 90 via Padova e Torino di cui si trascinava l’inflessione), si era ricavato uno spazio non solo dal punto di vista professionale (Fedele nei Secoli) ma anche sotto il profilo sportivo. Credo di essere tra coloro che lo spinsero ad intercalarsi nella parte dell’allenatore (un suo mentore che va ricordato in questo senso è il grande Carlo Pizzorno).

Nel mio commosso ricordo non posso non ritornare con la memoria a quelle sue prime partitelle a 5 al Gian Nasi di via Tissoni: giocatore arcigno, combattivo e mai disposto a perdere. Mi sposto poi con la mente alle sue prime esperienze nelle giovanili prima da dirigente poi da tecnico. Quando con la Rappresentativa Provinciale organizzavo i raduni al Vesima grazie al direttore Laoretti, chiedevo sempre la sua collaborazione che andava dal riscaldamento pre gara (in stile militaresco) sino a completarsi in arbitraggi super fiscali e nella fase conclusiva di coinvolgimento nelle valutazioni del lavoro svolto. Santin proseguì da quei primi battesimi pieni di buona volontà e zelo perfezionandosi nel tempo il che lo portò a ricoprire ruoli di rilievi sia nelle società (in primis Cairese e Cengio, prima squadra compresa) che istituzionali (vedi l’AIAC). Dirompente, vitale, pieno di energie, in certi momenti esplosivo così lo porto nel mio cuore. Profondamente innamorato dei giovani a cui ha lasciato francamente molto, moltissimo.

Questa estate quando sono stato invitato dal presidente Adriano e dallo storico segretario Boffa ad organizzare alcuni riuscitissimi tornei giovanili Libertas nell’accogliente impianto di Cengio, Angelo (ci sentivamo spesso per telefono) su mia insistenza venne a trovarmi. La mia felicità nel vederlo confesso che a fine incontro si trasformò in amarezza e incupimento. Nei suoi occhi e nella sua voce si leggevano i segnali evidenti del l’eroica battaglia che stava conducendo contro il “male” che non perdona, con tanta e tanta dignità.

Mi inchino a te, caro grande amico di ventura, abbraccio tua moglie Bianca e le tue dilette figlie  Barbara e Marzia e voglio che tutti sappiano che “sei caduto in piedi” come nel tuo smalto più autentico. Onore e rispetto al “guerriero” Angelo Santin. Quanto ci mancherai!

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