Provincia. “E’ di questi giorni la notizia dello stanziamento da parte dell’Asl2, nell’ambito del progetto regionale ‘Restart Sanità’ per la riduzione dei tempi di attesa, di 80mila euro per l’acquisto di prestazioni specialistiche ambulatoriali da un’azienda privata operante nella nostra provincia. Il sindacato confederale aveva già espresso nel mese di agosto forti riserve in merito al progetto presentato dalla Regione Liguria, perché era chiaro il segnale che ingenti risorse pubbliche venissero indirizzate verso il privato senza minimamente intervenire sulle emergenze ben note della sanità pubblica regionale”. Lo fanno sapere, in una nota, le segreterie sindacali CGIL, FP CGIL, SPI CGIL di Savona.
“Oggi – spiegano – , dopo qualche mese e molti annunci, ancora nessun intervento concreto sulla sanità pubblica. Non si assume il personale necessario e ancora non è dato sapere quale sarà il nuovo modello sanitario regionale. Nel frattempo si indirizzano risorse altrove, rimangono chiusi o molto ridotti servizi e attività vitali. Punto Nascite di Pietra Ligure – 1 anno oggi – i Punti di primo Intervento di Cairo Montenotte ancora H12 mentre l’impegno era quello di riaprirlo H24 entro la fine dell’estate e di Albenga con la bagarre aperta e chiusa dalla stessa Regione Liguria sull’utilizzo delle cooperative e poi dei medici di famiglia senza risolvere il problema”.
“E’ certamente necessario recuperare i ritardi e dare urgentemente risposte accettabili alle esigenze sanitarie dei cittadini liguri – spiegano i sindacati -, ma è anche inevitabile chiedersi per quali motivi in altre regioni la sanità pubblica riesce comunque a rispondere con tempistiche decisamente diverse. Infatti da ben prima del Covid molti cittadini della nostra provincia si rivolgono ad altre regioni trovando, evidentemente grazie ad una sanità pubblica strutturata e governata diversamente, risposte in tempi accettabili. Nella nostra provincia la pandemia si è sovrapposta ad un quadro già da tempo critico e frutto di politiche regionali e di scelte profondamente sbagliate. Il rischio è che, continuando così, senza interventi profondi e strutturali, il progetto ‘Restart sanità’ rappresenti solo una ‘pezza’ che non eviterà di ricadere nello stesso disastroso buco del pre-pandemia, con una sanità pubblica tutt’altro che rafforzata, criticità non risolte, “pendolarismo sanitario” verso altri territori (oppure verso il privato) per avere risposte e tempi accettabili”.
“Da tempo stiamo chiedendo una diversa sanità pubblica per la nostra provincia: rilancio delle strutture pubbliche ospedaliere e territoriali, investimenti indispensabili in termini di risorse, personale, strumentazione. Chiediamo, ancora una volta, a chi ha la responsabilità di governare processi tanto importanti e delicati di dimostrare capacità e volontà di cogliere e valorizzare potenzialità già espresse da quelle stesse strutture per rispondere alle esigenze del territorio in cui sono inserite. Siamo convinti che da questo occorra ripartire, anche per ciò che attiene alle attese. La CGIL di Savona, le categorie della funzione pubblica e dei pensionati hanno da tempo richiesto, insieme alle altre organizzazioni sindacali confederali territoriali, un incontro con la Regione su questi argomenti, per conoscere e verificare la concretezza di progetti ed iniziative per il nostro territorio che vadano finalmente oltre gli annunci e che garantiscano risposte tempestive a chi, a partire dagli anziani e dalle persone con fragilità, vive nella nostra provincia” concludono.