Il giudice sportivo si è espresso circa il presunto insulto razzista che sarebbe stato rivolto da un giocatore del Plodio a un avversario del Cengio in occasione dell’ultimo turno del campionato di Seconda Categoria. La partita era stata sospesa poco dopo la mezzora del primo tempo per decisione della società Cengio che non ha ritenuto opportuno continuare la gara. Scelta voluta in primis dall’allenatore Stefan Marian.
Il direttore di gara ha di fatto confermato la tesi del Plodio, che attraverso la voce del direttore sportivo Fabio Abate aveva dichiarato: “C’è stata una reazione spropositata ed ingiustificata da parte della panchina del Cengio quando ad un certo punto alcuni componenti si sono alzati invitando i propri tesserati ad uscire dal campo perché hanno udito insulti razzisti”.
Questo lo stralcio del comunicato del giudice sportivo: “Rilevato dagli atti ufficiali che la gara in epigrafe è stata sospesa dal D.G al minuto 33 del p.t.in quanto l’allenatore del Cengio con tuta la panchina lamentavano con veemenza di aver udito un insulto discriminatorio rivolto al giocatore n. 9 e conseguentemente il Cengio rientrava negli spogliatoi. A seguito della suddetta scelta il D.G. convocava per ben due volte il capitano del Cengio che gli confermava l’intenzione di non proseguire la gara. Nonostante le proteste della panchina del Cengio il D.G. non ha avuto alcuna percezione del lamentato insulto discriminatorio e quindi, vista la scelta della società Cengio, ha decretato la sospensione dell’incontro. Tutto quanto sopra premesso, vista la mancanza di qualsivoglia evidenza che provi l’utilizzo di insulto discriminatorio verso giocatori del Cengio, visto l’art. 10 CGS, si delibera:a) di comminare alla società Cengio la punizione sportiva della perdita della gara con il punteggio di 0-3; b) di comminare alla società Cengio l’ammenda di E. 50,00 con diffida“.