Varazze. “Faccio il mio lavoro perché spero che mi porti lontano, non per essere in concorrenza con altre ragazze”. Sintetizza così la sua filosofia la modella Giulia Castronovi, ventitreenne genovese di nascita ma varazzina d’origine, di una bellezza indiscutibile ma naturale e che non costituisce il suo unico “segno particolare”. Si è laureata infatti in Relazioni pubbliche e comunicazione d’impresa alla IULM a Milano, dove attualmente risiede. In passato ha anche preso parte ad alcune selezioni regionali di Miss Italia. IVG.it l’ha incontrata per curiosare sui suoi studi, sul suo mestiere e sul suo rapporto con i social media, su cui è seguitissima.
Giulia, come hai deciso di frequentare il tuo corso universitario?
“Ho vissuto a Varazze fino ai diciannove anni, poi mi sono trasferita perché volevo sperimentare un’altra città, ‘vedere il mondo’ e formarmi in un ambito per cui non era previsto un corso in Liguria. Inoltre i social hanno ormai preso piede nella nostra vita di tutti i giorni ed ero curiosa di comprenderne meglio il loro uso crescente e il funzionamento”.
Quand’è nata l’idea di diventare modella?
“Il mio sogno è iniziato da bambina ma per diverso tempo l’ho considerato un hobby. Sono cresciuta seguendo in tv ‘America’s Next Top Model’, un reality show americano in cui le concorrenti si sfidavano a colpi di servizi fotografici e spot pubblicitari per diventare appunto supermodelle. Grazie alla visione di quel programma ho deciso di intraprendere la carriera. Oggi i miei idoli sono le ex ragazze di Victoria’s Secret, ad esempio Sara Sampaio, Romee Strijd ed Emily Ratajkowski”.
Quali sono state le prime esperienze professionali?
“I primi tempi a Milano ho lavorato come hostess, poi ho conosciuto alcune amiche che mi hanno aiutata a contattare le agenzie e così ho sostenuto i casting. In generale nella moda c’è una continua competizione che i social media amplificano: anch’io provo invidia verso chi ha successo ma la vivo in maniera sana e come uno sprone a migliorarmi, non per andare contro qualcuno”.
Nel tuo curriculum c’è anche la televisione.
“Nel 2019 sono stata nel cast di ‘Ciao Darwin 8 – Terre desolate’, in gara nella categoria dei ‘Nati vecchi’ contro i ‘Finti giovani’. Quando ho ricevuto l’invito dalla produzione credevo fosse una presa in giro ma una volta giunta negli studi a Roma ho capito che era tutto vero. Questa esperienza meravigliosa inizialmente mi intimoriva: l’emozione era forte, dovevo sfilare in lingerie davanti alle telecamere e agli sguardi di tutti, poi la sera della puntata me la sono goduta! Dopo ho lavorato a Sportitalia, come ‘stalker’ degli agenti dei calciatori, e a Sky. La televisione mi ha abituata a parlare bene e ad essere più sicura di me”.
Su Instagram hai oltre 30mila follower: ti consideri un’influencer?
“Mi piace utilizzarlo per condividere buoni stili di vita, come le mie sessioni di attività sportiva o le mie scelte di alimentazione sana, e trasmettere messaggi positivi pubblicizzando determinati brand, però la mia è soltanto una passione, mai un potenziale lavoro. Non vivrei di social come Chiara Ferragni, che ha costruito un impero con essi”.
Che rapporto hai con il tuo aspetto fisico?
“L’eterna infelicità ci accompagna tutte: puoi anche essere Brigitte Bardot ma ci sarà sempre qualcosa che non ti piace. Non vedo il mio corpo come un oggetto e non metto mai in dubbio me stessa: se dovessi possedere i requisiti che i clienti richiedono per i servizi fotografici o le pubblicità dovrei cambiare aspetto ogni volta. Comunque la bellezza non basta, contano anche la testa e l’umiltà”.
Cosa pensi delle campagne di accettazione di sé, ad esempio contro il body shaming?
“Non dobbiamo essere tutte modelle ma c’è troppa foga nell’incitare le persone. Un conto è accettare se stessi anche se non si è bellissimi, un altro è dire che vanno bene certe condizioni fisiche che mettono a rischio la propria vita. Essere ‘in carne’ ci sta, lo dimostrano le modelle curvy, ma l’obesità, come l’anoressia, è una malattia che va curata”.