L'indagine

Indagine “guerrieri no vax”: la procura ripesca il reato sulle associazioni segrete nato per la P2

Non andavano in piazza per non essere identificati: si sentivano cospiratori e non si conoscevano se non per il numero di matricola

toti nazista

Liguria. Ha rispolverato una legge approvata nel 1982 dopo la scoperta della loggia massonica P2 la procura di Genova per dare forza all’indagine sui “guerrieri no vax” che oggi hanno portato la polizia postale a effettuare perquisizioni in tutto il territorio nazionale tesa ad individuare i vertici e le figure intermedie (tra i quali cui un uomo di 56 anni residente in Provincia di Savona) di un’associazione segreta no vax.

“Segreta” appunto (da qui il reato contestato sulla base della legge 17/1982) con una finalità ben precisa: interferire sui servizi pubblici essenziali.

Un’associazione segreta “perché gli aderenti non si conoscevano fra di loro e veniva chiesto di non comunicare dati sensibili” spiega il procuratore capo facente funzioni Francesco Pinto.

Non andavano in piazza alle manifestazioni no vax, spiegano ancora in Procura “perché dicevano che così avrebbero corso il rischio di essere identificati”. Si sentivano e agivano come “cospiratori” che si conoscevano solo in base al numero di matricola che veniva assegnato dal reclutatole e che a loro volta cercavano nuoci membri da copiare che dovevano superare dei test prima di essere ammessi nelle chat segrete. Queste ultime a loro volta erano stratificate e concentriche e a quelle di stampo maggiormente decisionali venivano ammessi pochi membri.

Per alcuni degli indagati è stata formulata anche l’ipotesi di reato di istigazione all’interruzione di pubblico servizio. Alcuni di loro infatti (e almeno un paio tra gli amministratori delle chat gestivano simultaneamente parecchi profili fake su Facebook) avevano avviato a luglio una campagna per sabotare il funzionamento degli hub vaccinali prenotando in massa il vaccino a settembre per poi cancellarsi tutti a ridosso della data

L’indagine è stata avviata partendo dalla necessità di identificare gli autori delle i minacce rivolte in particolare al governatore Toti e all’infettivologo Bassetti. Da lì la Postale aveva scoperto che non solo i membri dell’associazione invadevano di messaggi di insulti e minacce i personaggi di spicco favorevoli alla campagna vaccinare ma agivano anche sul campo con scritte, adesivi e danneggiamento agli hub e l’obiettivo di creare il maggior danno possibile alla campagna vaccinale, convinti che l’evoluzione della pandemia fosse “governata da intelligenze artificiali (sic!) che operano per conto di uomini potenti e sono in grado di analizzare milioni di informazioni e di prevenire le azioni di contrasto dei cosiddetti uomini liberi” spiega un’informativa della Postale alla Procura.

Fra gli indagati nessun giovane o giovanissimo e, ad eccezione di un 25enne sono tutti over35 con alcuni over 55. Fra loro anche un insegnante ma nessun medico o infermiere: tra gli obiettivi del gruppo a breve termine c’era proprio il reclutamento di sanitari.

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