Savona. “Il 100% dei malati di Covid-10 nelle terapie intensive savonesi non è vaccinato”. A farlo sapere è Marco Anselmo, direttore della struttura complessa di Malattie Infettive dell’ospedale San Paolo di Savona, rispondendo alle domande poste da Assfad, associazione che da tempo si occupa di divulgazione scientifica dando voce ai medici del territorio. Di seguito l’intervista pubblicata dall’associazione.
ASSFAD – In questo periodo cruciale di recrudescenza del virus a livello europeo, che vede l’Italia crescere ma con ritmi non esponenziali e meno significativi di quelli dei paesi limitrofi, qual è la situazione nel nostro ospedale?
ANSELMO – I dati che ci giungono dai Paesi Europei ed in particolare dall’Est Europa ci confermano che le nostre politiche di prevenzione vaccinale sono state decisamente più puntuali ed efficaci. In ragione di ciò, questa, che è stata definita la “quarta ondata”, ha dei numeri di ricoveri che non sono paragonabili rispetto a quanto accaduto l’anno scorso di questi tempi e nella primavera del 2021. A Savona i soggetti gravi che finiscono in terapia intensiva sono non vaccinati di fascia di età generalmente non anziana (50-70) e con i soliti fattori di rischio. Ci sono alcuni casi di infezione in soggetti vaccinati ma non assumono caratteri di gravità estrema pur trattandosi di pazienti molto anziani con numerosi fattori di rischio. Questi pazienti possono andare incontro a complicazioni respiratorie sovrapposte (ma questo accade anche nelle complicazioni respiratorie da influenza).
ASSFAD – Il tema della diminuzione della durata della copertura vaccinale a Savona?
ANSELMO – Un dato da segnalare è che i pazienti vaccinati (in particolare gli anziani) che incorrono in una infezione Covid 19+ hanno effettuato la seconda dose di vaccino in gennaio/febbraio 2021 quindi circa 10 mesi or sono, questo dato può essere preso ad esempio per implementare al più presto la dose booster (3^ dose) per rinnovare la risposta immunitaria affievolita in questi mesi.
ASSFAD – Tra i ricoverati qual è la percentuale di NON vaccinati e di vaccinati?
ANSELMO – Tra gli ospedalizzati e in semintensiva la percentuale è 65% non vaccinati, 35% vaccinati. Nella terapia intensiva 100% non vaccinati.
ASSFAD – Come affrontare l’inverno e quali sono le sue aspettative per i prossimi mesi?
ANSELMO – Bisogna seguire al meglio le raccomandazioni vaccinali da parte del CTS e ISS. Ci siamo accorti che il vaccino funziona e protegge ma non ha al momento una durata illimitata o meglio non ancora ben conosciuta e questo ci sprona a proseguire nei richiami (3^ dose) anche anticipandoli a 5 mesi, se è il caso, senza aspettare il 6° mese dalla seconda dose. Noi che lavoriamo a contatto con malati di Covid da circa 21 mesi(!!) abbiamo tutti quanti aderito alla 3^ dose e devo dire che nessuno di noi ha contratto al momento nuove infezioni, questo lo considero un dato epidemiologico significativo!
ASSFAD – Vorremmo sue parole chiare sulla necessità di vaccinarsi.
ANSELMO – Non so cosa pensano le persone non vaccinate che sopravvivono alla malattia acuta e grave magari con ricovero in Intensiva o SubIntensiva. Forse a loro bisognerebbe fare una intervista. Forse loro , visto che non avevano aderito alla vaccinazione, possono essere i naturali testimonial di quanto si fa nelle corsie del Covid. Continuo a pensare che molti No Vax non abbiano la più pallida idea di che cosa sia una complicanza respiratoria da Covid 19+…
ASSFAD – Il suo parere sull’ipotesi di obbligo vaccinale.
ANSELMO – Non sono mai stato un grande fautore del vaccino obbligatorio quando le conoscenze del virus SARS-CoV-2 erano però agli albori. Poco per volta ho maturato altre idee pagando di persona con la malattia (prima che esistesse il vaccino) e ho sperimentato la validità del vaccino quando non ho più visto ammalarsi i colleghi che non avevano, fortunatamente, contratto il virus in precedenza. Ho sperimentato la caduta dei contagi nella tarda primavera/estate 2021 quando la campagna vaccinale aveva raggiunto numeri ragguardevoli. In questo momento abbiamo capito la necessità di richiami booster per attivare e rinforzare il sistema immunitario. Abbiamo capito che la circolazione virale non si annullerà del tutto (immunità di gregge) anche per effetto delle varianti. Allora penso ai non vaccinati: prima o poi andranno incontro alla malattia e alcuni di loro faranno una malattia grave o moriranno. Beh in questo caso mi viene da dire che il vaccino obbligatorio perlomeno potrebbe ridurre questa evenienza riducendo almeno la mortalità di covid in particolare nelle fasce a rischio.