Savona. “E’ inquietante che due assessori regionali e il Presidente della Regione non riescano a procurarsi un incontro con il ministero per la questione Funivie e quanto poco peso abbiano la politica locale e il nostro territorio a livello nazionale. Non è più tollerabile l’indifferenza da parte del ministero, ministero che ricordiamo è il proprietario dell’infrastruttura”. Lo dichiarano i sindacati dopo l’assemblea dei lavoratori di Funivie e dei sindacati che si è tenuta oggi pomeriggio in seguito alla decisione della liquidazione dell’azienda a partire dall’1 gennaio 2022 “in ragione della oggettiva impossibilità di raggiungere l’oggetto sociale”.
Emerge “grande preoccupazione per il destino dei lavoratori e dell’infrastruttura“. Oltre allo scenario peggiore, ovvero quello che potrebbe portare alla procedura fallimentare, sono state prese in considerazione due prospettive sul futuro di Funivie. La prima, quella auspicata, è un emendamento per salvare l’azienda con una nuova gestione commissariale con lo stanziamento di nuove risorse da parte del Ministero delle infrastratture e della mobilità sostenibile e un termine operativo fissato intorno alla metà di febbraio per l’ingresso del nuovo commissario. La seconda opzione, una soluzione-tampone nel breve-medio periodo, è il sostegno finanziario da parte del Ministero per circa un anno e mezzo fino al termine dei lavori di ripristino dell’infrastruttura.
“Ad oggi, malgrado le nostre ripetute richieste di incontro al ministero dei trasporti (l’ultima di venerdì 19 novembre) – spiegano i sindacati -, e malgrado la lettera dei sindaci di Cairo Montenotte e Savona cui ha fatto seguito la richiesta da parte della regione Liguria a firma del Presidente Toti e degli assessori Berrino e Benvenudi nessuna risposta è giunta da Roma”.
La proposta dei sindacati per la risoluzione: “Chiediamo al più presto al ministero la nomina di un commissario per la gestione, che subentri all’azienda concessionaria e che garantisca la continuità occupazionale e reddituale dei dipendenti lavorando sul futuro all’infrastruttura”.
La preoccupazione dei sindacati riguarda la perdita dell’asset strategico della filiera delle rinfuse: “La perdita di un’altra attività di qualità come quelle di Funivie sarebbe l’ennesima sconfitta per il territorio savonese, giova ricordare che le potenzialità occupazionali dell’impianto non si limitano ai 60 addetti attuali, ma in una situazione di normalità o potenziamento dello stesso potrebbe arrivare tranquillamente al doppio”.
Prossimamente seguirà uno sciopero: “E’ ineludibile un percorso di mobilitazione che comincerà con una richiesta di incontro urgente al prefetto e con un presidio nella data che verrà eventualmente stabilita. Nel caso dall incontro con il prefetto non arrivasse una data di convocazione dal ministero ci riserviamo di proclamare un’azione di sciopero con contestuali iniziative di protesta. Ora più che mai servono azioni concrete, la politica e soprattutto il ministero dei trasporti non possono più fare orecchie da mercante”.
Per i lavoratori è stata approvata la cassa integrazione. L’intesa relativa all’indennità di trattamento straordinario di integrazione salariale decorre dal 16 novembre di quest’anno fino al 15 novembre 2022. Sciolto anche il nodo cassa integrazione dopo l’incontro in Regione della scorsa settimana. Il bando per i lavori di ripristino dovrebbe essere chiuso entro fine dicembre e per la fine del 2022 l’impianto funiviario dovrebbe tornare operativo
Dopo l’approvazione, nelle settimane scorse, dell’emendamento “in versione soft” (che ha previsto solo lo stanziamento delle risorse per la cassa integrazione per il 2022) e l’annuncio per la conclusione dei lavori entro la fine del prossimo anno c’è ancora attesa della risposta da parte del Ministero dell’Economia e delle Finanze per i 900 mila euro mancanti per il finanziamento dei lavori di ripristino. Ma su questo fronte, sia gli onorevoli leghisti che il deputato Dem Franco Vazio hanno rassicurato e assicurato che il reperimento delle risorse sarà realtà.