L'esperto

Covid, Icardi: “Lockdown a Natale? Non ci sarà, il virus circola tra i non vaccinati”

L'epidemiologo in diretta a Genova24: "Aumento dovuto anche alla stagione invernale. Il lockdown per i no-vax su modello austriaco? Non sarebbe efficace"

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Liguria. “Se i numeri rimangono sui 200 nuovi casi al giorno, e se rispettiamo le regole, il Natale sarà decisamente diverso e migliore rispetto a quello dell’anno scorso”. A dichiararlo è Giancarlo Icardi, epidemiologo e direttore dell’unità operativa di igiene del policlinico San Martino di Genova, che durante un intervista in diretta a Genova24 ha sottolineato come il nuovo boom di contagi e il primato registrato dalla Liguria non dovrebbero causare un lockdown durante le festività natalizie.

“Considerato che il 90% delle persone sopra i 12 anni sono vaccinate, considerato che chi non è vaccinato comunque deve fare un tampone antigenico ogni 48 ore, mi aspetterei un Natale decisamente diverso rispetto a quello dell’anno scorso, che purtroppo abbiamo vissuto in lockdown – ha spiegato Icardi -. L’unico spunto di riflessione che voglio dare è che tutti continuiamo a rispettare le regole che ci aiutano ad abbassare la probabilità di circolazione del virus: l’igiene delle mani, la mascherina e il distanziamento sociale soprattutto nei luoghi chiusi, durante la caccia al regalo, per accedere ai supermercati, in modo che ci approcciamo al Natale col minor numero possibile di contagi e quindi con la possibilità di passarlo in famiglia”.

L’epidemiologo genovese non appare preoccupato dall’evoluzione epidemiologica, con la Liguria che ha nell’ultima settimana ha registrato un incremento di nuovi casi dell’88% rispetto alla settimana precedente: “È un aumento percentuale, ma bisogna parlare anche di numeri assoluti. Nell’ultima settimana viaggiavamo intorno a 150-200 nuovi casi al giorno, mentre la settimana prima eravamo a circa 100 casi. Rispetto alle cifre a tre zeri che vivevamo l’anno scorso nello stesso periodo, i numeri sono decisamente minori”. Certo però che “questo dato ci deve far ragionare: la pandemia non è ancora finita e la circolazione del virus non è ancora terminata. Non sentiamoci completamente fuori dal tunnel, pensiamo positivo, ma pensiamo anche che tutti i sacrifici che ci sono chiesti non devono essere vanificati, quindi rispettiamo le regole”.

Ma per quale motivo sono aumentati i contagi? Le risposte sono molteplici. “Se il virus circola è perché noi abbiamo una platea di vaccinati ma soprattutto una coorte con tantissimi soggetti non vaccinati in cui il virus circola più facilmente”, spiega Icardi confermando la versione della sanità regionale e dell’associazione italiana degli epidemiologi, cioè che all’origine dell’ondata ci sia una maggiore trasmissione tra i bambini. Ma non solo: a parte “l’aumento esponenziale dei tamponi”, che può aver influito, “questo è comunque un virus stagionale e sappiamo che l’autunno-inverno necessariamente porta a un aumento della circolazione dei virus respiratori”. E infatti “dopo due anni di tregua armata, quest’anno a livello nazionale abbiamo già avuto isolamenti sporadici di virus influenzali. Noi qui al San Martino abbiamo isolato in soggetti con sindromi respiratorie acute, non ancora il virus influenzale ma altri tipi, come il virus sinciziale”.

Eppure c’è chi ritiene che il virus circoli anche a causa del meccanismo indotto dal green pass, per cui i vaccinati asintomatici non vengono mai testati a differenza dei non vaccinati che sono obbligati a fare il tampone. “Non è accettabile dire che i vaccinati contagiano più degli altri. I vaccinati – replica Icardi – non fanno il tampone perché la probabilità che si possano contagiare è del 10%. La protezione dal contagio è intorno al 90%, mentre il non vaccinato ha una probabilità molto maggiore di contagiarsi ed è chiaro che bisogna controllarlo di più. Il 90% della popolazione vaccinabile è vaccinata: secondo questo ragionamento la metà dei vaccinati dovrebbero essere contagiati e trasmettere il virus ad altri. Non è così: è viceversa. Se andate a prendere quel 10% di non vaccinati e andate a vedere i casi, si vedrà che l‘incidenza dei nuovi contagi è molto superiore tra i non vaccinati rispetto ai vaccinati“.

D’altra parte anche assembramenti negli stadi e nei cortei possono essere una causa scatenante: “In situazioni in cui la mascherina è disattesa e il distanziamento è disatteso, onestà intellettuale impone di dire che qualche rischio aumentato c’è. La possibilità che ci sia qualche persona contagiata che ne contagia altre è concreta”. Anche per le manifestazioni all’aperto? “Con un certo distanziamento non dico che diventa impossibile, ma la probabilità è tendente a zero. Dipende soprattutto dal tempo: non bastano 30 secondi per contagiare una persona, ragionevolmente parliamo di un contatto che supera i 15 minuti”.

L’ipotesi di un lockdown su modello austriaco solo per i non vaccinati, definita “non eccessiva” dallo stesso presidente Toti ancora questa mattina, non convince Icardi dal punto di vista scientifico: “La considero una decisione di tipo assolutamente politico. Queste persone possono andare a lavorare, non sono chiuse in casa a doppia mandata. Se esiste comunque una circolazione, perché hanno diritto al lavoro o allo studio, non so da un punto di vista di sanità pubblica quanto questa regola possa diventare efficace” anche se “è chiaro che, se abbiamo molta più circolazione tra i non vaccinati, si pensa ragionevolmente che una misura così possa servire”. In altre parole, l’unico strumento efficace sarebbe il confinamento tout court per chi non si è immunizzato: “Non si può fare, nessuno dei nostri politici proporrebbe di murare in casa i non vaccinati. Qui si innescano problematiche che hanno poco a che fare con l’approccio sanitario”.

Ancora presto per dire quanto durerà la protezione della terza dose: “Dai dati dei soggetti non contagiati si è sempre parlato di 9-12 mesi di efficacia del vaccino, ora si parla di terza dose dopo sei mesi, un po’ perché si vede che il titolo anticorpale scende, e poi perché si riduce la possibilità che il virus circoli. Vedremo cosa succederà nella prossima stagione influenzale, quindi tra ottobre 2022 e aprile 2023. Oggi cerchiamo di traghettare questa stagione invernale fino a marzo-aprile 2022, allora lì in funzione delle caratteristiche del virus e dei numeri che avremo davanti potremo definire la politica sanitaria per i mesi successivi”.

Giusto farla tutti? “Potremmo discutere sui 40-60enni come priorità, io però sono sempre dell’idea che è un po’ come fare l’assicurazione dell’auto. Uno la fa sperando di non avere incidenti. La terza dose viene fatta per assicurarsi che, andando a richiamare la produzione di anticorpi, si possa avere più protezione. Di obbligatorio non c’è nulla ma penso che gli over 80, le persone ultravulnerabili ma anche vulnerabili (banalmente l’ipertensione che è comunque una patologia del sistema cardiocircolatorio) un pensiero sulla terza dose debbano averla”, conclude Icardi.

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