Luci e ombre

Confronto Toti-Lega: destino dell’ospedale di Albenga “in sospeso”, il Punto nascite a Pietra riaprirà “ad una condizione”

A Cairo sarà ospedale di comunità, casa di comunità e riabilitazione. Ipotesi privati per abbattere liste di attesa, ma la Lega chiede rassicurazioni

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Liguria. Luci e ombre sul futuro della sanità ligure del ponente savonese. Sono emerse dal confronto richiesto dalla Lega al governatore di Regione Liguria Giovanni Toti e andato in scena ieri nell’ambito di una riunione di maggioranza che si è svolta a Genova.

Sul tavolo numerose questioni: il futuro degli ospedali di Albenga e Cairo Montenotte dopo l’annullamento dell’operazione di privatizzazione e quello del Punto Nascite di Pietra Ligure, la situazione del personale sanitario e infermieristico in termine di numeri, ma anche il recupero delle “famose” liste d’attesa.

Un confronto pacato nonostante posizioni a tratti ancora distanti, complici anche i malumori filtrati proprio nei giorni scorsi dagli ambienti leghisti, che hanno richiesto l’incontro al presidente Toti per far luce sulle sue intenzioni in relazione a tematiche tanto numerose quanto complesse.

E Toti si è fatto trovare pronto. Ha parlato per circa 45 minuti. Ma la Lega, alla fine, si può dire che ne è uscita soddisfatta a metà, per via di un discorso in alcune parti “un po’ generico e poco sul circostanziato” e un atteggiamento a tratti “evasivo” su alcune tematiche (in particolare sul tema delle mancate privatizzazioni e sul futuro dell’ospedale di Albenga, sempre più dubbioso): in sostanza, “molte parole, ma molto pochi i contenuti tecnici”.

NOTA DOLENTE: IL DESTINO DELL’OSPEDALE DI ALBENGA

L’ospedale di Albenga ha visto sventata l’ipotesi di chiusura del Punto di primo intervento grazie all’accordo con i medici di medicina generale per i prossimi 12 mesi. Una soluzione “tampone” sì, ma che permette quantomeno di respirare e tirare il fiato scongiurandone la possibile perdita.

Toti ha confermato l’intenzione di procedere alla revoca dell’operazione di privatizzazione, ma la Lega ieri ha richiesto espressamente delucidazioni proprio sulla procedura di revoca, al di là della delibera di giunta: a che punto siamo? Regione ha formalizzato l’intenzione di procedere alla revoca? Gli interlocutori privati, Policlinico di Monza e Istituto Galeazzi, sono stati informati? Domande a cui, stando a quanto riferito da chi era presente, il governatore di fatto non avrebbe risposto o quantomeno non in modo esaustivo.

Così come sono mancante risposte soddisfacenti sulle intenzioni relative al futuro del nosocomio ingauno, che restano tutt’ora avvolti nell’incertezza.

PUNTO NASCITE, Sì ALLA RIAPERTURA “MA AD UNA CONDIZIONE”

Nell’occasione, Toti ha ribadito l’intenzione, non appena ci saranno disponibilità, a riaprire il Punto Nascite dell’ospedale Santa Corona di Pietra Ligure (lo aveva già affermato proprio ai microfoni di IVG.it), ma ad una condizione non certo trascurabile, che rende l’operazione un po’ meno certa del previsto.

In sostanza, “la riapertura ci sarà ma sarà strettamente legata all’eventuale aumento dei casi covid e al possibile mantenimento dello stato di emergenza da parte del Governo. Si parla già di possibili proroghe a livello nazionale dopo il 31 dicembre, con due ipotesi: la prima parla del 31 marzo 2022, la seconda addirittura del 30 giugno 2022. Uno scenario che, purtroppo, nonostante le “buone intenzioni” sembra allontanare la riapertura in tempi brevi.

RECUPERO DELLE LISTE D’ATTESA: ENTRANO IN GIOCO I PRIVATI? LA LEGA CHIEDE RASSICURAZIONI

Tra le varie opzioni per il recupero delle liste d’attesa presentate da Toti nel corso della riunione di maggioranza, una delle più quotate è rappresentata da un nuovo ingresso dei privati nel sistema sanitario regionale.

Si è parlato, infatti, di possibile acquisto di prestazioni da parte di enti privati. Uno scenario che preoccupa, però, gli ambienti leghisti almeno in parte. “Ok all’ingresso dei privati, con acquisto di strutture esterne e supporto di personale infermieristico arrivato da fuori, ma ad operare i propri pazienti siano i loro chirurghi e non personale privato venuto da fuori”, è la “condizione” che ha posto la Lega secondo cui, uno scenario differente rischierebbe di “minare la credibilità del sistema sanitario regionale nonché il rapporto tra il paziente e il suo chirurgo di fiducia”.

In sostanza, per il paziente l’eventuale operazione potrà anche svolgersi in una struttura esterna messa a disposizione del privato, con supporto medico e infermieristico sempre messo a disposizione dallo stesso, ma l’operazione e il seguito post-operatorio dovranno essere ad opera del proprio chirurgo di fiducia e non di un esterno.

PERMANE IL PROBLEMA DELLA CARENZA DI PERSONALE MEDICO

Permane purtroppo, come evidenziato nel confronto di ieri, una grave problema (non solo ligure, ma a livello nazionale) di carenza di personale medico. Anche in questo caso, però, agli alleati di maggioranza sarebbero state presentate dal governatore della Liguria alcune soluzioni alternative definite però da alcuni dei presenti “non certe e altrettanto non ben definite”.

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