Giovani promesse

Calcio, il sogno di Glen Lala: “Diventare la miglior versione di me”

L'intervista al giovane centrocampista ex Finale e Ligorna

Generico novembre 2021

Il calcio è una parte integrante di tanti ragazzi che, con mille sogni per la testa, cercano di realizzarli e potersi sentire felici.

Quest’ultimo aspetto non è da tralasciare rispetto al cosiddetto “successo”, perché è la felicità nel giocarlo che rende il calcio una vera e propria arte.

E i giocatori che “vivono” questo sport si notano subito, come chi ama il lavoro che fa. Il calcio è passione, sfogo e speranza, tutti ingredienti che ci devono essere per l’inizio carriera di un promettente calciatore.

Ogni anno un giovane viene lanciato nella mischia e chi dimostra di poter stare tra i grandi, come si suol dire, può iniziare un percorso di crescita che potrebbe portarlo in categorie importanti, o quantomeno soddisfacenti, e combattere lo scetticismo generale.

Chi venne lanciato all’età di diciassette anni, in una categoria importante come la Serie D, è stato Glen Lala, centrocampista classe 2000.

Di origini albanesi, i genitori decisero di trasferirsi in Italia per maggiori opportunità di lavoro e, con la madre incinta, assicurare al nascituro un futuro migliore.

E così arrivarono in Liguria, dove il piccolo Glen inizia a giocare a calcio fino ad arrivare nella squadra del suo lancio: il Finale di Pietro Buttu, quello in Serie D.

Ora Lala si trova ancora in quarta serie con la maglia del Chieri, seconda forza del campionato, a 21 anni e col futuro davanti a sé: “Tutto è nato da mister Didu e dal direttore Manzo, che entrambi mi conoscevano come giocatore perché li avevo affrontati come giocatore e, già prima di quest’estate, c’erano già stati dei contatti con loro. Tuttavia, per un motivo o per l’altro, abbiamo fatto scelte diverse ma c’è sempre stata stima reciproca”.

A Finale c’è stato il lancio assoluto del giovane centrocampista: “Penso sia stata l’esperienza più bella di tutte, nella quale mi sono affacciato per la prima volta al mondo del calcio vero con una voglia imparagonabile di dimostrare qualcosa, essendo la prima in assoluto. Devo fare un ringraziamento enorme a mister Buttu per avermi lanciato a 17 anni, cosa che non tutti gli allenatori fanno. Mi ricordo l’adrenalina del pre partita, un’esperienza nuova tra i grandi anche condividendo lo spogliatoio e il campo con uno dei miei più grandi amici, Ernand Sfinjari, con cui ho condiviso tanti anni della mia infanzia a calciare il pallone in piazzetta. Poi Finale mi ha dato la possibilità di giocare con il calciatore più forte con il quale ho giocato fino ad ora: Edoardo Capra”.

Con il Ligorna una fase particolare per Lala: “Credo sia stato il momento della consacrazione in questa categoria, dove ho fatto 4 gol e raggiunto i playoff dopo l’anno da giovanissimo a Finale. L’intelligenza di Davide Sonetti nel formare la squadra sicuramente è stato un fattore aggiuntivo, assieme al lavoro di mister Monteforte: l’allenatore che mi ha insegnato di più dal punto di vista calcistico”.

Ma com’è nata la sua passione per il calcio? “C’è sempre stata. Mio padre giocava a calcio quando era in Albania, tra l’altro era anche molto bravo. Poi l’ho coltivata io nel tempo fin da piccolo, diventando una ragione di vita che voglio continuare finché posso e riesco”.

Di obiettivi Lala parla così: “Non mi pongo limiti, ma allo stesso tempo non mi piace vivere sulle nuvole: voglio realizzarmi sia come persona, nella conoscenza e nelle relazioni, e condurre una vita nella quale sono felice e non ho rimpianti. Non penso ad arrivare in Serie A, ma arrivare al massimo in ogni campo ed essere felice diventando la miglior versione di me stesso”.

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