Liguria. Una decisione che farà discutere e scatenare mille reazioni per uno dei settori chiave dell’economia turistica ligure e savonese: il Consiglio di Stato ha stabilito una proroga delle concessioni balneari ma solo fino fino al dicembre 2023 “al fine di evitare il significativo impatto socio-economico che deriverebbe da una decadenza immediata e generalizzata di tutte le concessioni in essere”.
E ancora: “Dal giorno successivo non ci sarà alcuna possibilità di proroga ulteriore, neanche per via legislativa, e il settore sarà comunque aperto alle regole della concorrenza”.
Il dispositivo giuridico emerso dall’adunanza plenaria del Consiglio di Stato, che fa seguito alle udienze del 20 ottobre, in teoria mette la parola fine alla questione del prolungamento automatico fino al 2033 delle concessioni demaniali marittime a uso turistico-ricreativo. Questa proroga era stata decisa dal governo italiano con la cosiddetta “legge Centinaio” del 2018, ma era stata oggetto di svariate sentenze contrastanti da parte dei Tar di tutta Italia a causa della presunta incompatibilità col diritto europeo e cioè con la famigerata direttiva Bolkestein che imporrebbe di mettere le concessioni a gara.
Tra i pronunciamenti del Tar, ad esempio, c’erano quelli secondo cui la direttiva europea Bolkestein non sarebbe auto-esecutiva e pertanto, in assenza di una norma italiana che la recepisse, l’estensione delle concessioni al 2033 non può essere disapplicata in quanto non esiste un’altra legge da applicare al suo posto. Ma il Consiglio di Stato ha valutato diversamente. Una questione giuridica spinosa che ha messo al centro il potere di disapplicazione delle norme interne, ritenute contrastanti con quelle sovranazionali, da parte del giudice amministrativo.
La sentenza arriva anche per risolvere una situazione di caos che aveva visto i singoli comuni muoversi in direzioni opposte: Genova, ad esempio, così come diverse località della riviera, aveva stabilito di prorogare le concessioni solo fino al 2022, di fatto senza applicare la legge Centinaio.
Altre realtà savonesi e costiere avevano seguito lo stesso indirizzo, facendo anche arrabbiare le associazioni di categoria e sindacati dei balneari per la mancata applicazione della legge Centinaio.