Quiliano. “Volantinaggio ieri, giovedì 7 ottobre, davanti al magazzino Conad di Quiliano, contro la chiusura e il trasferimento del magazzino, contro le minacce e gli atteggiamenti anti-sindacali dell’azienda, per rivendicare la piena applicazione del CCNL di categoria e la stabilizzazione del personale”. Lo scrivono, in una nota, il SiCobas Genova con riferimento all’azione di sensibilizzazione effettuata ieri presso il magazzino Nordiconad di Quiliano.
“Dopo che decine di lavoratori hanno abbandonato le sigle confederali – scrivono – organizzandosi nel S. I. Cobas, ancora Conad e Geat – fornitore del servizio sull’appalto – si rifiutano d’incontrare la nostra delegazione e avviare anche con questi lavoratori un confronto sul futuro del magazzino e sul futuro di più di 200 posti di lavoro. Tanti lavoratori oggi leggendo il volantino, si sono fermati, chiedendoci informazioni e denunciando le pessime condizioni di lavoro e di salario presenti sul cantiere, a fronte delle quali Cgil, Cisl e Uil non hanno mai voluto muovere un dito”.
“Conad – proseguono dal SiCobas – dopo aver spremuto i lavoratori per anni, gli dà il ben servito, dichiara non negoziabile la scelta di abbandonare il territorio savonese, intavola una finta trattativa che getta fumo sugli occhi dei lavoratori, si arroga il diritto di scegliersi pure gli interlocutori sindacali (tenendo fuori il S. I. Cobas, cioé la seconda forza sindacale nel magazzino) e chiede come clausola preliminare per ogni trattativa che i lavoratori rinuncino al loro diritto di sciopero! Ma i fatti sono più testardi dell’arroganza dei padroni e mentre nel magazzino si minaccia di licenziamento chi s’iscrive al S. I. Cobas, crescono le adesioni”.
“La lotta di questi lavoratori é la nostra lotta! Avanti, per difendere salari e posti di lavoro!
Indietro non si torna! Anche contro lo sblocco dei licenziamenti e la possibilità dei padroni di chiudere e trasferire le attività, partecipiamo e costruiamo in tutto il paese la grande giornata di sciopero generale nazionale dell’11 ottobre!” concludono.