Intercultura

Scuola, dopo il lockdown sempre più savonesi pronti a studiare all’estero: raddoppiano le partenze

Le mete scelte sono l'Europa e l'America, ma ci sono anche ragazzi che raggiungono la nostra provincia per vivere la loro esperienza fuori casa

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Savona. Il 62% degli studenti italiani delle scuole superiori ha il desiderio di vivere un’esperienza all’estero. A dirlo è un’indagine condotta dal Laboratorio Adolescenza in collaborazione con Intercultura, un dato che dimostra come, dopo mesi di lockdown, restrizioni e didattica a distanza, i giovani diventano sempre più curiosi e hanno sempre più voglia di vivere nuove esperienze per andare alla scoperta del mondo. Tra questi anche i savonesi che, nonostante la pandemia, decidono di lasciare casa per studiare in un altro Paese e conoscere nuove culture.

Lo scorso anno le partenze dalla nostra provincia sono state solo tre. Ad incidere sicuramente il Covid-19, le richieste infatti erano più numerose ma, tra chi ha deciso di ritirarsi e chi non è riuscito a partire a causa del blocco imposto da alcuni Stati, solo in pochi hanno potuto partecipare al programma di Intercultura, associazione di volontariato che promuove, organizza e finanzia scambi ed esperienze interculturali.

Ma nel 2021 i numeri sono raddoppiati, sei i savonesi che sono partiti alla scoperta del mondo. Le mete scelte? Europa e America. Nel dettaglio, quattro ragazze (Chiara, Anna, Eleonora e Sofia) hanno preso parte ad un programma annuale rispettivamente in Canada, Bolivia, Danimarca e USA, mentre due ragazzi, Leonardo e Maria Jakobea, sono partiti per trascorrere sei mesi in Finlandia e Canada.

E se nel 2020 nessun ragazzo straniero ha avuto la possibilità di arrivare nel savonese, quest’anno la nostra provincia ha ospitato Nora, una ragazza svedese che per un anno studierà al liceo Chiabrera-Mazzini di Savona. “Forse arriverà anche un altro ragazzo a gennaio per partecipare ad un programma semestrale”, spiega Maria Amalia Pelle, responsabile social e comunicazione di Savona.

Numeri in aumento, quindi, a testimonianza che il mondo si sta avvicinando a ritornare alla normalità o comunque a convivere con la pandemia riaprendosi a quegli scambi interculturali che permettono di arricchire il proprio bagaglio personale a livello sia formativo che umano.

“Il nostro progetto educativo non si limita ad inviare dei giovani a studiare in un altro Paese –  commenta Andrea Franzoi, segretario generale di Intercultura – ma si propone di accompagnare loro, le loro famiglie, le scuole dove studiano in un percorso di crescita mirato a sviluppare le competenze necessarie per comprendere la realtà complessa del mondo di oggi.  Una ricerca di Human Foundation sul Social Return on Investment di Intercultura ha calcolato che ogni euro investito nelle nostre attività genera un beneficio non solo sui singoli studenti partecipanti, ma per l’intera società italiana. Ad ogni euro investito viene generato un ritorno di oltre 3 euro. Un risultato che ci rende orgogliosi”.

Ma quanto il Covid-19 con relative restrizioni e la famosa, quanto criticata, didattica a distanza hanno influito sull’esperienza dei giovani che hanno deciso di partire? “Ogni Paese ha le sue regole – spiega Maria – e, a seconda delle destinazioni scelte, per alcuni non è stato facile. Ci sono stati casi, però, in cui gli studenti hanno sentito meno gli effetti del Covid. Ne è un esempio l’esperienza vissuta proprio da una savonese, ospite in un piccolo paesino di campagna della Polonia, nazione dove le restrizioni erano meno severe, per lei la pandemia quasi non è esistita. Al contrario ci sono stati studenti che hanno dovuto fare i conti con la dad, come successo per coloro che sono arrivati in Italia. Sicuramente il lato positivo è stata la possibilità di passare più tempo in famiglia, e per coloro che non avevano ‘fratelli’ e ‘sorelle’ abbiamo organizzato alcune iniziative per permettere loro di interagire di più con i giovani del luogo”.

Per ogni ragazzo che giunge nelle nostra provincia, serve ovviamente anche una famiglia ospitante. Ed è questo il punto dolente del savonese. “In Liguria e soprattutto nel nostro territorio è difficile trovare famiglie disposte ad ospitare i ragazzi che vengono dall’estero, per ora ne abbiamo selezionate due, un buon numero per la nostra provincia”, racconta Maria.

Ma la ricerca non si ferma, domenica 3 ottobre alle ore 21, si terrà un incontro online, organizzato dai volontari di Savona e Sanremo, per la presentazione dei programmi 2022-2023. Per partecipare e conoscere tutte le informazioni riguardanti il progetto della onlus, bisogna iscriversi al seguente link: https://www.intercultura.it/news/incontro-informativo-online-03-10-savona-e-sanremo/. Un altro incontro, questa volta in presenza, è programmato per sabato 30 ottobre alle 17  presso la sala Nassirya nella sede della Provincia di Savona.

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