L'analisi

Savona, Santi: “Ero pessimista, inutile ora incolpare qualcuno. Apparentamento? Giusto provarle tutte”

L'assessore uscente e recordman di preferenze difende la scelta di candidare Schirru: "Persona seria, corretta e leale"

pietro santi e angelo schirru

Savona. “Analizzando il primo turno avevo subito espresso forti dubbi sulla possibilità di una vittoria al secondo turno, nonostante questo mi sono impegnato fino all’ultimo come doveroso”.

Se c’era qualcuno nello schieramento di centrodestra che in questi giorni non si era fatto contagiare dalla sensazione di una possibile rimonta, quello era Pietro Santi: l’assessore ai Lavori Pubblici uscente, fresco di clamoroso record di preferenze, sembrava una voce fuori dal coro in una coalizione che si diceva convinta dell’impresa. Anche l’ultimo giorno di campagna elettorale, mentre i colleghi partivano a bordo del trenino turistico in un tour della città, Santi li osservava e scuoteva la testa.

I fatti gli hanno dato ragione: al ballottaggio per la compagine di Angelo Schirru è arrivata una bocciatura ancora più sonora che al primo turno, con Marco Russo trionfatore praticamente in tutti i seggi (in qualche caso con scarti davvero importanti).

“Io credo onestamente che questa straordinaria astensione abbia molto danneggiato il centrodestra – è la sua analisi – ha votato il 46% degli aventi diritto, credo non sia mai successo dal dopoguerra. Detto ciò, è difficile trovare le ragioni. La litigiosità tra i partiti? Col senno di poi dire le cause mette sempre male, è facile incolpare l’uno o l’altro… io credo che l’elettore abbia sempre ragione”.

Qualcuno ha puntato il dito contro il candidato, ritenuto debole: “Io stimo Schirru – ribatte Santi – è una persona seria, ed è stata corretta e leale nei confronti miei e di tutta la città. Non c’è nulla da recriminare”. Per altri a non pagare è stata la scelta di apparentarsi con Luca Aschei: “Non è stato sbagliato – è invece l’opinione di Santi – andavano esperiti tutti i tentativi per poter vincere e quello era un tentativo dignitoso e serio”.

A risultare decisivo, forse, è stato allora, più semplicemente, il giudizio negativo che i savonesi hanno dato dell’operato della giunta uscente. Una bocciatura sonora nei numeri, da cui esce incolume solo lo stesso Santi: il suo record di preferenze (1296, sbriciolato quello precedente del 2016 che apparteneva sempre a lui) è lì a gridare che il giudizio su di lui e sul resto della squadra è stato drasticamente diverso.

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